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Inondazioni addio: nel veneziano, si lavora di prevenzione

Inondazioni addio: nel veneziano, si lavora di prevenzione

Vasche di accumulo per tutelare le città dagli effetti dei cambiamenti climatici. Brugnaro: “stiamo lavorando a uno dei più importanti impianti d’Italia”

L’obiettivo è quello di poter garantire una sempre maggiore sicurezza idraulica ai territori.
Stiamo vedendo con sempre più frequenza quanto gli effetti del cambiamento climatico influiscano sulla nostra quotidianità, mettendoci di fronte a fenomeni estremi come uragani, cicloni e bombe d’acqua, ovvero improvvise precipitazioni di una quantità di acqua eccezionale in poco tempo.
Ecco che allora è necessario intervenire per la salvaguardia idraulica e ambientale del territorio.
Va in questa direzione il lavoro che sta portando avanti la Città Metropolitana di Venezia attraverso la realizzazione di vasche di accumulo per le acque meteoriche.
Vere e proprie opere di prevenzione che tutelano le città da possibili inondazioni.
Va premesso che le acque meteoriche fanno parte delle precipitazioni atmosferiche. In altre parole di tratta di acqua piovana che non è stata assorbita dal terreno e al tempo stesso non è nemmeno evaporata e dilava le superfici scolanti.
Dopo aver ultimato il grande invaso di raccolta acque meteoriche nella parte sud di Mestre, in Via Torino, dove è stato realizzato un  grande invaso dal diametro di 36 metri e profondo 13, stanno proseguendo a gran ritmo i lavori per la realizzazione di una seconda vasca in area Nord, a Carpenedo – Bissuola, precisamente in via Bissagola.
Il progetto prevede un investimento di 20,4 milioni di euro.

Brugnaro: “E’ uno dei più importanti impianti presenti in Italia”

“Stiamo realizzando un impianto per mettere in sicurezza la città – ha spiegato il sindaco di Venezia e della Città Metropolitana di Venezia Luigi Brugnaro – si tratta di uno dei più importanti impianti presenti in Italia e sarà operativo a metà del 2025. Con la scienza e la tecnica diamo risposte operative agli effetti dei cambiamenti climatici. L’intervento è rivolto alla riduzione del carico inquinante in laguna (incrementando la depurazione) e a minimizzare il rischio idraulico della terraferma veneziana, si inserisce nell’ambito del programma di opere progettate – e in parte già realizzate, come appunto la nuova vasca di prima pioggia e l’impianto idrovoro di via Torino – previste dal Progetto generale delle fognature della terraferma veneziana per ridurre gli sfiori in acque superficiali e garantire la sicurezza idraulica del territorio”.
Le nuove opere alle quali Veritas, la società pubblica che gestisce l’igiene ambientale, il servizio idrico integrato e alcuni servizi collettivi sta lavorando, sono diverse e integrate. E’ prevista una vasca di prima pioggia dal volume complessivo di 15 mila metri cubi, pari a 15 milioni di litri d’acqua; un impianto di sedimentazione lamellare con capacità di trattamento di 3 m3/s; un impianto idrovoro con capacità massima di scarico di 10 m3/s; un nuovo canale di ingresso e sezioni di grigliatura e opere di restituzione nel canale Osellino. Oltre a eventuali demolizioni e sistemazioni dell’area esterna.
I lavori in fase di realizzazione si legano al progetto del Parco Fluviale Marzenego nel tema più ampio delle aste fluviali.
Una pianificazione su larga scala, in quanto occupa un territorio molto vasto, che lavorerà per un disinquinamento delle acque a livello extraurbano e che coinvolgerà oltre ai privati e la Città Metropolitana di Venezia anche i Consorzi di bonifica.

parco fluviale Marzenego area giochi
parco fluviale Marzenego area giochi

 

Come funziona la vasca di contenimento

Durante le piogge intense, la vasca consente di trattenere il primo getto di acqua che arriva inquinata in quanto in poco tempo trascina lo sporco delle strade e degli stessi collettori fognari.
Questo flusso viene poi inviato al trattamento nel depuratore.
Un impianto idrovoro, una volta riempita la vasca con le acque inquinate di prima pioggia, garantisce lo smaltimento di quelle in arrivo con una portata di 10 metri cubi al secondo che si aggiungono ai 3,5 allontanati dall’idrovora del Consorzio di bonifica.

Da parte sua la Regione Veneto in varie zone dal trevigiano, al vicentino al veronese e padovano, sta completando e avviando ex novo opere idrauliche per la prevenzione dei pericoli che può correre il territorio. Queste consentono di mitigare il rischio idraulico o geologico anche riducendo la portata di un corso d’acqua durante le piene tramite lo stoccaggio temporaneo di parte del volume dell’onda di piena. I bacini di laminazione, attraverso la realizzazione di aree di allagamento controllato, permettono di restituire spazio ai fiumi e incrementare la sicurezza di ampi territori urbanizzati.

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