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Inflazione e stipendi: ecco cosa è cambiato in 20 anni

Inflazione e stipendi: ecco cosa è cambiato in 20 anni

Un’indagine di Consumerismo No Profit e Alma Laboris Business School ha confrontato i prezzi del 2001 con quelli del 2021

Ricordate quanto costava un cono gelato nel 2001?
Si pagavano, in media, 1.500 “vecchie” lire. Cioè, al cambio fissato nel 2002 di 1936,27 lire per un euro, sono 77 degli attuali centesimi.
In soli 20 anni, in altri termini, gustarsi una pallina di gelato costa il 224,7% in più.
L’inflazione, nell’ultimo ventennio, ha continuato a crescere. E se lo hanno fatto anche gli stipendi medi, lo hanno fatto a ritmi decisamente più lenti.
Esattamente del 50,2%, rispetto all’80% medio del paniere di 100 prodotti di uso comune analizzato da un’indagine dell’associazione di consumatori Consumerismo No Profit e del Centro ricerca e studi di Alma Laboris Business School.

L’indagine, prodotto per prodotto

Il caso del cono gelato è il più eclatante, ma non l’unico. Calcola l’indagine che la mancia minima al ristorante è passata da 0,52 a 2 euro, con un +284,6%.
A essere aumentato di oltre il 200%, tra i beni e i servizi presi in considerazione, è anche il prezzo delle penne a sfera (da 0,26 a 0,80: +207,7%). Si ferma poco sotto (+198,7%) il prezzo di un tramezzino al bar: oggi 2,30 euro, allora, in lire, l’equivalente di 0,77 euro.
Ma sono tanti i prezzi più che raddoppiati: + 165,6% per le lamette da barba, +161,8% per la pulitura di un paio di pantaloni in lavanderia, +159,3% per un kg di biscotti frollini.
E +148,4% per una bottiglia di passata di pomodoro, +143,4% per il cacao in polvere, +137,6% per una confezione da 2 pezzi di caffè da 250 grammi, +134% un kg di sale, +133,8 un bollettino di conto corrente postale.


Ancora, i jeans da uomo di marca fanno segnare un +123,9%, un litro di olio d’oliva +101,4%, una saponetta +108,3%, le uova in confezione da 6 +102,9%, i pomodori pelati +103,1%., una confezione da due pezzi di mangime per gatti in scatoletta grande +101,8%. L’incremento minore, invece, è quello del prelievo bancomat, aumentato solo del 17,6% in 20 anni.
In generale, si può dire che ad aumentare di più sono stati i prodotti alimentari, mediamente di meno sono cresciuti i prodotti per l’igiene e la cura personale.
Quanto ai trasporti, il biglietto dell’autobus a Milano è cresciuto del 159,7%, l’acquisto di un’utilitaria del 56,8%.

La situazione attuale

Dopo la conferma dell’Istat di una crescita dell’inflazione del 5,7% su base annua, cioè su valori mai più registrati dopo il 1995, il Codacons ha stimato che questi aumenti si tradurranno nel 2022 in un extracosto per le famiglie medie di 1.751 euro, che salgono a 2.275 per i nuclei con due figli.
Per tacere degli aumenti dei prodotti energetici, zucchine e pomodori sono aumentati di circa il 30%, con una media di frutta e ortaggi freschi del +28%, le mele del 26%, carne e uova del 21%, pane e pasta del 10%.
Proprio riguardo ai prodotti di grano duro, sono ritenuti però ingiustificati i più recenti rincari (+28% a Milano e +20% a Firenze per un kg di pasta).
Le quotazioni sono infatti in diminuzione sui mercati internazionali. Il Codacons ha quindi presentato esposti in merito all’Antitrust e a 104 Procure di tutta Italia.

Alberto Minazzi

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Tag:  inflazione

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