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In provincia di Venezia la meridiana più grande d’Europa

In provincia di Venezia la meridiana più grande d’Europa
Dado. Meridiana Torre Acquedotto Borbiago ©RolandoPaoloGuerzoni

Un orologio solare alto 32 metri e senza gnomone. Il lavoro dello Street artist Dado e la sfida colta da Veritas

Altezza 32 metri. Capacità del serbatoio di 450.000 litri d’acqua potabile.
Dal lontano 1960, l’enorme torre idrica di Borbiago di Mira svetta solitaria sul paesaggio urbano, massiccia, inconfondibile.
E dallo scorso mese di novembre, un particolare “make up” ha trasformato il grigio cemento armato nella meridiana senza gnomone più grande d’Europa.
Tutto risale a poco prima della pandemia da Covid-19, quando lo street artist Alessandro Ferri, alias Dado, ha proposto a Veritas, la società per azioni a capitale interamente pubblico che fornisce servizi ambientali a 51 Comuni, di trasformare la torre idrica di Borbiago di Mira in una meridiana.
Però nella mente di Dado quella non doveva essere una meridiana qualsiasi, di quelle che siamo abituati a vedere disegnate sui muri degli edifici.
Intanto per le dimensioni, perché il progetto di questo orologio solare riguardava una costruzione di 32 metri d’altezza che doveva comunque mantenere intatte le sue funzioni idriche. E poi perché non era previsto il famoso gnomone, quell’asta necessaria per proiettare l’ombra e definire il tempo. Quasi una sfida… che Veritas ha accettato.

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Dado, l’artista che dipinge gli spazi urbani

Bolognese, classe ‘75, Alessandro Ferri è conosciuto nel mondo della street art come Dado.
Writer di fama internazionale, ha fatto rivivere quartieri urbani degradati, dipinto muri di chiese, cabine elettriche, ex distributori di benzina, capannoni industriali e persino case private.
Ha lavorato a New York, Parigi, Denver, Miami e Valencia, ha esposto alla Biennale di Venezia e a quella di Nanghino, in Cina, collabora con numerose Università e amministrazioni comunali che utilizzano la sua arte per riqualificare gli spazi urbani.
Dal 2016 Dado è particolarmente legato al Veneto.
In quell’anno infatti è iniziata la sua collaborazione al progetto di arredo urbano #fullcolor, iniziativa di un’azienda privata che opera nel settore del noleggio delle piattaforme aeree e che è coordinata da Lidia Furlan. Sua la firma di molte facciate di edifici in degrado tra cui il palazzetto dello sport di Dolo, il Liceo Stefanini di Mestre e “Il valore della casa” a Sacca Fisola, a Venezia. Solo per citare alcuni dei suoi numerosi lavori.

Un’opera multidisciplinare

Definite da molti come le “sentinelle del tempo”, quasi tutte le meridiane sono caratterizzate dal cosiddetto gnomone, un’asta dalla cui ombra si deduce l’ora grazie al moto apparente del sole, ma che però non è presente sulla torre idrica di Borbiago di Mira. E allora come ha fatto Dado a progettare quest’opera?
Grazie a un lavoro multidisciplinare che ha visto l’arte colloquiare con la matematica, l’astrofisica, l’architettura, la storia, la filosofia e la gnomonica.
Proprio per quest’ultima scienza, l’artista bolognese ha lavorato in stretta collaborazione con l’udinese Aurelio Pantanali, famoso per aver trasformato Aiello del Friuli nel “Paese delle Meridiane”.

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Da sx Giancarlo Rossi, Alessandro Ferri, Elvis Pregnolato, Antonello Apollonio

Il progetto

In sole due settimane Dado ha dipinto l’intera torre: nella parte inferiore ha stilizzato la scritta “Borbiago” con un lettering frutto dell’ultima sua ricerca artistica mentre sul serbatoio cilindrico, che fa da quadrante solare, Dado ha disegnato le ore in numeri arabi – da 1 a 12 – che risultano illuminate in base all’incidenza della luce sulla superficie.
Mancando lo gnomone, la lettura dell’ora avviene grazie a un “terminatore”, cioè una linea “fittizia” che divide la parte illuminata da quella in ombra.
I numeri, che hanno un’altezza di 4 metri, sono visibili anche a grande distanza, addirittura da chi percorre l’autostrada A57 provenendo da Padova in direzione Venezia.

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Meridiana Torre Acquedotto Borbiago ©Rolando Paolo Guerzoni

 

La cosa più preziosa al mondo? Il tempo

Tutte le più grandi civiltà del passato hanno realizzato le proprie meridiane: dai Greci, ai Babilonesi, addirittura i Cinesi e i popoli precolombiani. E la più antica esistente al mondo è una meridiana egiziana del 1500 a.C. custodita nelle sale del Louvre di Parigi.
Anche in Italia abbiamo migliaia di pregevoli meridiane molto ben conservate ma molte di esse segnano il tempo in “ore italiche”, un sistema in uso dal 1200 al 1600.
In pratica il termine del giorno, cioè le ore 24, coincideva con il tramonto, quando si fermavano le attività lavorative.
Quindi se l’ombra dello gnomone segnava la linea delle XXII significava che mancavano due ore al tramonto.

Oltre al tempo, nel corso dei secoli le meridiane hanno assunto anche un valore distintivo e sono diventate opere artistiche accompagnate da immagini elaborate, stemmi araldici, decorazioni sacre o geometriche. Moltissime si caratterizzano anche per i motti, soprattutto in latino, che invitano alla riflessione sul significato della vita e lo scorrere del tempo. La meridiana di Borbiago ha una marcia in più perché invita a riflettere anche sul valore dell’acqua, bene di tutti sempre più minacciato da inquinamento e cambiamenti climatici.

Luisa Quinto

2 commenti su “In provincia di Venezia la meridiana più grande d’Europa

  1. Pezzo di ottima qualità. Si distingue per originalità. Brava Luisa!


  2. Brava la giornalista. Pezzo interessante e molto piacevole. Si distingue per originalità.


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