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Il Moro di Venezia: un cavallo di razza che ha ancora voglia di scalciare

Il Moro di Venezia: un cavallo di razza che ha ancora voglia di scalciare

A metà settembre lo scafo che con il nome “Il Moro di Venezia”, nel 1992, ha partecipato alla grande avventura della Coppa America, è tornato a solcare le acque della laguna. Un ritorno in grande stile, che sia pur a 27 anni di distanza, ha catalizzato l’attenzione dei veneziani, che hanno salutato con gioia dalle rive l’inatteso ritorno.

Oggi e domani  Il Moro di Venezia gareggerà in casa. Due le sfide: la dodicesima edizione della “Veleziana” e la “Venice Hospitality Challenge”.

L’imbarcazione è stata interamente restaurata grazie a Gianfranco Natali, imprenditore umbro e grande appassionato di vela che l’ha acquistata nel 2018.
Non ama però essere definito “armatore”. Del Moro di Venezia gli piace considerarsi più il custode, perché il suo acquisto, ci dice, “è stato un atto d’amore più che un contratto di compravendita”.
Metropolitano.it lo ha intervistato.

Da sx verso destra: l’armatore Gianfranco Natali, il presidente della Compagnia della Vela Pier Vettor Grimani e il giornalista e storico amico di Raul Gardini Vanni Ballestrazzi.
  • Dottor Natali, lei è umbro, vive in Svizzera: com’è arrivato all’idea di dar nuova vita al Moro di Venezia ?

“Sono un grande appassionato di vela e ricordo quella sfida all’America’s Cup del 1992, le forti emozioni e il tifo davanti la TV. Sono stato un grande fan del Moro di Venezia allora. Potrei però quasi affermare che è stato il caso a “farci incontrare”. Sono amico dei precedenti proprietari e non ho avuto dubbi quando si è prospettata l’ipotesi dell’ennesima vendita. Non potevo permettere che quella storia e quel sogno, che sentivo appartenere a me come a milioni di altri italiani, andassero perduti per sempre”.

  • Il Moro di Venezia è stato sottoposto a un importante lavoro di restauro…

“Si, lo scafo è stato parecchi mesi nei cantieri di Trieste ed è stato sottoposto a un attento restauro conservativo, il cosiddetto refitting, che è stato curato dall’architetto Ezio Tavasani. Adesso è come nuovo, anche se si tratta di una barca di quasi trent’anni. D’altro canto non potevo fare diversamente. Il Moro appartiene al patrimonio della vela italiana. Abbiamo recuperato sartie e vele, addirittura il colore originario (quei pigmenti rossi scelti all’epoca dallo stesso Raul Gardini  e che pare riprendessero il colore di una tunica di Marco Polo visti un quadro antico, ndr), aggiungendo soltanto delle strumentazioni molto più tecnologiche.

  • Il Moro resterà a Venezia?

Spero proprio di sì. Quando ho visto per la prima volta l’Arsenale ho capito davvero quanto è stata potente la Serenissima, con la sua flotta di navi e il suo Stato da Mar. Adesso che ne sono il “custode”, mi piacerebbe che il Moro rimanesse all’interno dell’Arsenale, perché questa barca rappresenta l’ideale continuazione della potenza marinaresca della Venezia del XX secolo.

  • Ci sono concrete possibilità che questa sua idea si realizzi?

Purtroppo ci sono dei problemi legati al pescaggio visto che il bulbo della deriva pesca oltre 4,2 metri. Quindi si stanno cercando le soluzioni. Sono convinto che non potrebbe esistere casa migliore per il Moro di Venezia ed è un sogno che in realtà stiamo accarezzando in tanti. E’ per questo che stiamo lavorando insieme al Comune, alla Compagnia della Vela e altri interlocutori per concretizzarlo al più presto. Nel frattempo, il Moro è ormeggiato a Sant’Elena”.

  • Ma cosa ne sarà dello scafo rosso che nel 1992 ha fatto innamorare gli italiani?

Oggi ha un nuovo capitano e timoniere, Pierfrancesco Dal Bon, velista veneziano di grande talento che ha messo insieme un gruppo molto affiatato, animato dallo spirito più competitivo per piazzarsi al meglio. Ma scenderemo nei campi di regata con grande umiltà, nel rispetto di quello che il Moro ha significato per milioni di italiani.

Il nuovo equipaggio del Moro di Venezia mentre controlla le ultime regolazioni prima di un allenamento

Io credo che il Moro sia ancora un cavallo di razza e abbia molta voglia di scalciare. Vada poi come vada, il Moro di Venezia, come ho sentito qualcuno dire, ha già vinto prima di partire. E per capire che è vero basta vedere e sentire l’entusiasmo dei tifosi ogni volta che si alza quella randa che porta impresso il simbolo dell’America’s Cup.

Un commento su “Il Moro di Venezia: un cavallo di razza che ha ancora voglia di scalciare

  1. …ho visto il Moro ormeggiata a Muggia e il solo vederla…toccarla mi ha a dir poco emozionato tantissimo per quello che rappresenta per TUTTI❣️appassionati e non…magica‼️


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