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IL FUTURO METROPOLITANO CORRE SUI BINARI

IL FUTURO METROPOLITANO CORRE SUI BINARI


Debutta la prima linea della SFMR, il sistema di trasporto che rivoluzionerà gli spostamenti nel nostro territorio. Le distanze tra Venezia, Padova e Treviso si stanno per accorciare
Non esiste città metropolitana senza una metropolitana. Secondo questo slogan il futuro metropolitano del nostro territorio può dirsi legato proprio alla realizzazione di quel sistema di trasporto nato per diminuire i tempi di percorrenza, o, in altre parole, di “accorciare le distanze”. Una metropolitana a tutti gli effetti, le cui prime corse sono ormai prossime al debutto, ma diversa da quella dell’immaginario collettivo in quanto correrà in superficie, anziché sotto terra. Un progetto perciò più semplice ed agevole da realizzare, rispetto a quelli che si sviluppano nel sottosuolo, che sfrutta parte delle rotaie ferroviarie già esistenti, integrate con altre di nuova realizzazione. Il tutto per permettere il rapido collegamento all’interno del triangolo composto da Venezia, Padova e Treviso. Un progetto che si prevede rivoluzionerà il modo di spostarsi all’interno di questo territorio, abbreviando di molto i tempi per muoversi e allo stesso tempo decongestionando numerose arterie stradali. Il Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale, ormai già noto a tutti con l’acronimo SFMR, è in sostanza una rete di treni regionali, ad elevata frequenza ed orario cadenzato, a cura della Regione Veneto, delle Ferrovie dello Stato, di Sistemi Territoriali e dei vari enti locali interessati. L’idea di base si richiama alle S-Bahn del mondo tedesco; ma una differenza importante rispetto alla maggior parte di quelle risiede nel fatto che la rete del SFMR non sarà imperniata su di un’unica città bensì su tre poli principali, ovvero Venezia, Padova e Treviso più una serie di poli secondari. L’organizzazione della rete ruota attorno ad alcuni concetti fondamentali. Tra questi il concetto di “appuntamento”, ovvero si prevede che nelle stazioni di corrispondenza a due o più linee le corse arrivino e partano in orari per quanto possibile vicini, e il concetto di “cadenzamento” ovvero che la frequenza delle corse per ogni linea sia costante, con una differenziazione in base alla fascia oraria (con maggiore attenzione per gli orari di punta) o al giorno della settimana (lavorativo o festivo). I lavori per la realizzazione di questo sistema integrato hanno riguardato una serie di interventi che vanno dalla riqualificazione della rete stradale (ad esempio con l’eliminazione dei passaggi a livello), alla costruzione di nuove stazioni ferroviarie, alla ristrutturazione di altre, alla realizzazione di parcheggi scambiatori, alla riorganizzazione del trasporto automobilistico pubblico. «Con l’orario estivo adottato in questi giorni – spiega l’assessore regionale alla Mobilità e alle Infrastrutture Renato Chisso, principale fautore del progetto – entra in funzione la prima tratta ovvero quella tra Venezia e Porta Ovest, presso l’uscita autostradale Mira-Oriago. Con questa linea, oltre ai pendolari, anche chi per esempio arriva in auto dall’autostrada dalla direzione Milano potrà lasciare lì l’auto e troverà le navette cadenzate.
Per il resto, la partenza del servizio completo anche delle altre linee dell’SFMR dovrebbe avvenire a metà 2011. La tempistica per il completamento è legata soprattutto alla fornitura dei nuovi convogli: 23 di questi verranno acquistati dalla Regione tramite Sistemi Territoriali, inoltre, grazie all’accordo quadro con Trenitalia alcuni nuovi convogli verranno forniti da questi ultimi». A lavori completati in tutto saranno sei le diverse linee della SFMR, per una lunghezza complessiva di 150 km. La linea 1 si articolerà tra Venezia Santa Lucia e Quarto d’Altino, con una frequenza prevista di un treno ogni mezz’ora e un treno ogni ora nella fascia oraria serale. La linea 2 correrà tra Venezia Santa Lucia e Treviso Centrale, con una frequenza prevista di un treno ogni quarto d’ora negli orari di punta e un treno ogni mezz’ora negli orari di morbida. La linea 3 collegherà Venezia e Padova con una frequenza prevista di un treno ogni quarto d’ora e un treno ogni mezz’ora nella fascia oraria serale. La linea 4 collegherà Padova con Castelfranco Veneto, con una frequenza prevista di un treno ogni mezz’ora e un treno ogni ora nella fascia oraria serale; la linea 5 si svolgerà principalmente lungo un tratto della ferrovia Adria – Mestre. La frequenza prevista in questo caso è di un treno ogni mezz’ora e un treno ogni ora nella fascia oraria serale. In fine la linea 6 collegherà Venezia con Castelfranco Veneto percorrendo la riattivata Linea dei Bivi lungo la quale è presente la nuova fermata di Spinea e dopo la quale i treni riprenderanno la linea storica per Castelfranco all’ex Doppio Bivio Orgnano. La frequenza prevista è di un treno ogni mezz’ora e un treno ogni ora nella fascia oraria serale. Il progetto del SFMR prevede infine anche un collegamento tra la ferrovia Venezia – Trieste e l’Aeroporto Marco Polo; tale nuova linea (lunga 5,652 km) si svilupperà prevalentemente lungo l’A57-Diramazione aeroporto. «Sui tratti Padova-Castelfranco, Padova-Mestre, Mestre-Treviso e Mestre-Quarto d’Altino la quasi totalità delle opere è stata realizzata – continua l’assessore Chisso – certamente tra le prime linee ad entrare in funzione ci sarà la Castelfranco-Padova dove lo stato dei lavori è più avanzato. In generale abbiamo dovuto fare i conti con una serie di aggiustamenti, che inevitabilmente hanno causato alcuni ritardi. Slittamenti dovuti alla necessità di stabilire il sito migliore per alcune nuove stazioni, alla realizzazione di sottopassi e sovrappassi, anche tenendo conto delle esigenze della gente».
La forza della metropolitana tradizionale è quella di avere una corsa dietro l’altra. In questo caso la frequenza delle corse prevista è in grado di garantire lo stesso tipo di continuità? «Riteniamo di si – prosegue l’assessore – tanto più che in alcune tratte, tra corse ferroviarie normali e corse SFMR, avremo una frequenza anche inferiore ai 15 minuti. Nelle altre tratte si prevede comunque una copertura di almeno una corsa ogni 20 – 25 minuti negli orari di punta tra corse SFMR e corse normali».
Di preciso come viene articolata la linea che arriva fino a Chioggia? «Ora come ora c’è già una coppia di treni che consente di andare da Chioggia a Mestre via Adria, servendo due bacini d’utenza ben precisi. Ѐ stato inoltre finanziato uno studio di fattibilità per una linea diretta ma tempi e costi sono di ben altra corposità».
Quali sono state le maggiori difficoltà realizzative riscontrate fino ad ora? «Se c’è convinzione nelle amministrazioni locali coinvolte i tempi realizzativi si riducono molto – chiude Chisso – di massima è stato un progetto che ha riscontrato risposte diverse ma sempre gradito e condiviso. Anche i cittadini vanno ringraziati perché hanno capito che, nonostante abbiano dovuto fare qualche sacrificio, la realizzazione della SFMR per molti significa la fine di un isolamento territoriale». La collaborazione fra gli enti locali ancora una volta si rivela quindi fondamentale per la realizzazione delle opere per il territorio.
La necessità di fare squadra, mettendo da parte campanilismi e antagonismi politici è ancora una volta quindi la chiave di lettura per guardare al futuro, come conferma anche l’Assessore alla mobilità e trasporti del Comune di Venezia Ugo Bergamo. «Il mio giudizio su quest’opera non può che essere positivo – sostiene l’Assessore comunale – come lo è su tutto ciò che va nel senso della costruzione di sistemi di mobilità moderni, razionali e funzionali, finalizzati a ridurre il numero delle auto private su strade ad alto traffico e a servire puntualmente e celermente i cittadini che quotidianamente si devono spostare in un’area omogenea, com’è quella servita dal SFMR veneto, per i più disparati motivi. Se poi mi è consentito, per me è motivo non solo di soddisfazione, ma anche di stimolo al mio impegno nello strategico settore della mobilità veneziana, che l’avvio della prima navetta del SFMR da Mira-Buse a Mestre sia coinciso proprio con le fasi iniziali della mia attività di assessore comunale alla mobilità».
Crede che la SFMR sarà in grado di rivoluzionare gli spostamenti e aiuterà a pensare il nostro territorio in un’ottica metropolitana? «Senz’altro – continua l’assessore Bergamo – l’ SFMR fu pensato dalla Regione Veneto nel 1989, nel contesto del suo primo grande Piano Regionale dei Trasporti, proprio per rivoluzionare il sistema della mobilità in quella che ormai era individuata da tutti gli strumenti programmatori regionali come l’area metropolitana centrale e principale del Veneto, il cui “cuore” è rappresentato dal perimetro Venezia – Padova – Castelfranco – Treviso – Quarto d’Altino. Si tratta di un’area ormai di fatto “metropolitana” a tutti gli effetti, della cui esistenza sono consapevoli tutti i politici e gli amministratori pubblici ad ogni livello. Sono convinto che il completamento operativo della prima fase del Sfmr la farà percepire come tale, definitivamente e irreversibilmente, anche a tutti i cittadini dell’area servita».
Secondo lei la realizzazione di quest’opera evidenzia l’importanza del dialogo tra Regione e Comuni per la realizzazione di grandi opere? «Non solo lo evidenzia, ma lo rende e lo renderà sempre più necessario. Per quanto riguarda il Comune di Venezia l’amministrazione Orsoni ha in programma per la mobilità scelte strategiche che incideranno nei prossimi decenni non solo sui veneziani, di laguna e di terraferma, ma su centinaia di migliaia di veneti e milioni di turisti sia italiani che stranieri. Ѐ impensabile che un programma di così ampio respiro possa essere pensato, progettato, realizzato e reso operativo senza un confronto con l’Ente Regione. Con il collega regionale Chisso ho avuto qualche settimana fa un primo, lungo e approfondito incontro. Dalle infrastrutture più semplici, siamo partiti dalle piste ciclabili, fino alle più importanti e strategiche, abbiamo convenuto entrambi che solo attraverso il dialogo e il confronto reciproco potremo porre le fondamenta per realizzare una mobilità efficiente, di qualità e rispettosa dell’ambiente».
DI FEDERICO BACCIOLO

 

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