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Gas, il piano dell'Ue: tagli del 15% ai consumi già da agosto

Gas, il piano dell'Ue: tagli del 15% ai consumi già da agosto

Sarebbero i singoli Stati a decidere come applicare la misura proposta da Bruxelles

Riducendo, dal 1° agosto 2022 al 31 marzo 2023, i consumi di gas del 15%, rispetto a quanto avvenuto mediamente negli ultimi 5 anni in ognuno dei 27 Paesi dell’Unione Europea, si potrebbero risparmiare 45 miliardi di metri cubi di combustibile.

La Commissione Europea ha quindi proposto un “Piano per salvare l’inverno”, contenente un regolamento del Consiglio per ridurre domanda e consumi e l’introduzione di un nuovo strumento legislativo. Si tratterebbe di imporre un obiettivo ai singoli Stati, liberi poi di decidere come applicare le misure per raggiungerlo.

Ma la riduzione dei consumi di gas potrebbe diventare un obbligo se si presentasse un “rischio sostanziale di severe carenze”. Eventualità che potrebbe legarsi da un lato a un’ulteriore riduzione delle forniture da parte della Russia o, dall’altro, a una domanda eccezionalmente alta, in caso di un inverno particolarmente rigido.

Il “Piano per salvare l’inverno”

Il risparmio energetico è dunque il nuovo fronte della complessiva strategia dell’Unione per svincolarsi dalla dipendenza energetica dalla Russia. Gli strumenti già in vigore, come il regolamento per riempire i depositi con le scorte necessarie in vista dell’inverno e lo studio di un tetto massimo di prezzo per il gas importato, sono ricordati, insieme all’inquadramento dell’attuale situazione, nella comunicazione che integra il nuovo regolamento proposto dalla Commissione.

Quasi metà degli Stati dell’Unione deve fare già i conti con una riduzione delle forniture di gas russo. Anche se, va detto, Eni ha riferito proprio oggi che, per la giornata del 21 luglio, Gazprom ha comunicato la consegna di 36 milioni di metri cubi rispetto ai 21 dei giorni scorsi. “La Russia ci sta ricattando sul gas ma l’Europa è preparata. Non iniziamo da zero, ma dobbiamo fare di più. Dobbiamo prepararci ad una interruzione integrale del gas russo. È uno scenario probabile, che andrebbe ad avere un impatto su tutta l’Unione”, ha spiegato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen.

I consigli della Commissione

Auspicando anche una maggiore solidarietà tra Stati, la Commissione indica una serie di linee guida e suggerimenti per il raggiungimento della soglia di riduzione del 15%. Oltre alla sostituzione del gas con energie rinnovabili o biocombustibili, Bruxelles non esclude nemmeno la possibilità di una temporanea reintroduzione di carbone e gasolio nel mix energetico, senza però mettere a rischio gli impegni a lungo termine per l’eliminazione graduale dei combustibili più inquinanti.

La chiusura di alcune centrali a carbone, così come quelle nucleari, potrebbe dunque essere posticipata. Ma l’invito dell’Europa agli Stati è anche quello “quotidiano” dell’incentivazione alla diminuzione dei consumi da parte delle aziende o della riduzione di riscaldamento e raffreddamento dei luoghi pubblici. Misura, quest’ultima, che l’Italia ha già messo in campo nel suo piano di emergenza nazionale, che comunque la Commissione chiederebbe adesso di aggiornare, alla luce delle novità, entro fine settembre.

L’“allarme dell’Unione”

Un nuovo strumento legislativo attribuirebbe in ogni caso alla Commissione il potere di dichiarare, dopo una consultazione con gli Stati membri, un “allarme dell’Unione” per motivi di sicurezza dell’approvvigionamento. In tal caso, ne deriverebbe l‘imposizione di una riduzione del consumo di gas, non precisata dal Piano nella sua entità, a tutti gli Stati. Il regolamento che illustra il procedimento da seguire in questi casi sarà votato dagli Stati membri in occasione del Consiglio dei ministri dell’Energia del 26 luglio.

A dichiarare l’allerta europea, in caso di necessità, sarebbe la Commissione su propria iniziativa o su richiesta di almeno 3 Paesi, dopo un consulto con gli esperti del Gas Coordination Group e con il parere del Consiglio Europeo. Successivamente alla dichiarazione dell’allarme, ogni Stato sarebbe poi chiamato a dimostrare la concreta riduzione di domanda e consumi di gas in una relazione bimestrale da presentare alla Commissione.

Alberto Minazzi

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