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Elezione del Presidente della Repubblica: una ritualità che si ripete nel tempo

Elezione del Presidente della Repubblica: una ritualità che si ripete nel tempo
Il Quirinale

Il conto alla rovescia è ormai iniziato. Mancano infatti 11 giorni al 24 gennaio 2022, data in cui si darà il via alle votazioni che porteranno ad avere il 13° Presidente della Repubblica italiana.
Lo sapevate che l’elezione al Colle segue una liturgia antica, fatta di regole e riti inossidabili dentro e fuori il Palazzo? In quel giorno l’Aula di Montecitorio sospende ogni attività per accogliere i Grandi Elettori e consentire di esprimere le preferenze.
Per prassi, le votazioni sono due al giorno ma possono essere anche un numero maggiore.

Dai “catafalchi” all’”insalatiera”

Come avviene la votazione?
Le cabine elettorali per garantire la segretezza del voto sono montate a Montecitorio tra il banco della presidenza e quelli del governo.
Si chiamano “catafalchi” e hanno fatto la loro prima apparizione nel 1992, anno in cui ci fu l’elezione che avrebbe portato al Quirinale Oscar Luigi Scalfaro.
I Grandi Elettori passano sotto il “catafalco” e lì, nella segretezza, scrivono il nome del candidato nella scheda. Successivamente la depositano in un’urna detta “insalatiera”.
Al termine di ogni votazione avviene lo spoglio.

L’applauso alla “fumata bianca”

Operazione che si svolge nel massimo silenzio per consentire a chi effettua la conta in ogni gruppo parlamentare di non commettere errori.
A leggere una ad una le schede è il presidente della Camera.
Nel caso in cui, secondo i calcoli, vi sia la sicurezza dell’elezione,nell’emiciclo scroscia un applauso per segnare la “fumata bianca”.
A quel punto per un attimo si sospende lo spoglio delle schede che prosegue poi fino all’ultima in possesso.

Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Il “big day”

Il “big day” è il giorno del giuramento del nuovo Presidente della Repubblica.
Un momento di festa segnato da campane, tricolori, luccicar di scibole e salve di cannone.
La campana di Montecitorio accompagna con la sua melodia l’eletto dalla sua residenza romana fino alla Camera dei deputati e quando pronuncia il giuramento. E’ in quest’ultimo momento che il cannone del Gianicolo spara 21 salve, l’onore riservato ai capi di Stato.
Quando il presidente arriva a Montecitorio, riceve gli onori militari da un reparto di Carabinieri in alta uniforme.
Il “big day” prosegue con il messaggio del capo dello Stato alla Nazione, che si svolge in Aula ornata con 21 bandiere e drappi rossi.

L’omaggio all’Altare della Patria

Nella pienezza dei suoi poteri, il nuovo eletto, all’uscita dall’Aula, ascolta l’Inno di Mameli in Piazza Montecitorio e passa in rassegna il reparto d’onore schierato con bandiera e banda.
Quindi, a bordo della Lancia Flaminia 355 decappottabile, assieme al presidente del Consiglio e il segretario generale del Quirinale per andare a rendere onore all’Altare della Patria.

Altare della Patria
L’Altare della Patria, a Roma

Da lì raggiunge il Colle scortato dai Corazzieri a cavallo e dai motociclisti.
La giornata si conclude al Quirinale con il colloquio con il presidente uscente che consegna al nuovo Capo dello Stato il collare di Gran Croce decorato di gran Cordone, la massima onorificenza della Repubblica. Segue un intervento alla presenza dei vertici delle istituzioni e i leader politici.

Silvia Bolognini

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