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Covid: torna il tampone, la Cina fa di nuovo paura

Covid: torna il tampone, la Cina fa di nuovo paura
Aeroporto di Copenaghen

L’aeroporto di Malpensa è il primo in Italia a chiedere il test per chi arriva dal Paese asiatico, dove lo stop alle restrizioni si è tradotto in un boom di contagi

La Cina torna a far paura sul fronte Covid, con il numero dei contagi che letteralmente esploso da inizio dicembre, quando sono state abolite le rigide misure di contenimento.
Anche perché Pechino ha deciso ora di cancellare anche le restrizioni ai viaggi: a solo mezz’ora dall’annuncio, ha reso noto la piattaforma di viaggi Ctrip, le ricerche di destinazioni oltre frontiera da parte dei cinesi sono decuplicate e le ricerche dei voli internazionali sono aumentate di 7 volte.
Il 22 gennaio 2023, d’altra parte, è il capodanno cinese e a tre anni dalle restrizioni, la voglia dei cinesi di raggiungere i propri cari è tanta. Secondo le prime stime, saranno milioni i viaggiatori cinesi pronti a partire.
Il mondo, dal Giappone all’India, fino agli agli Stati Uniti, si sta così interrogando sulla necessità di reintrodurre le misure per scongiurare una nuova pandemia.
La recrudescenza del virus, sottolineano gli esperti, potrebbe essere caratterizzata da una serie di nuove varianti ancora sconosciute.

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L’ondata di Covid in Cina

Quantificare i numeri reali dell’attuale ondata di Covid in Cina è tutt’altro che semplice, anche perché le autorità da qualche giorno non diffondono più le cifre ufficiali.
Una società inglese di ricerca, Airfinity, ha stimato l’andamento giornaliero in oltre un milione di nuovi casi e almeno 5 mila morti, con una proiezione di 4,2 milioni di contagi al giorno a marzo e tra 1,3 e 2,1 milioni di decessi totali.
Gli ospedali cinesi, in ogni caso, sono già sotto pressione, in particolare per gli ingressi di anziani e fragili.
I media cinesi parlano di un aumento di pazienti che necessitano di cure di emergenza, all’ospedale Chaoyang di Pechino, passati da un centinaio a circa 450-550 al giorno.

Peggio di Wuhan

Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, basandosi sul contenuto di email criptate provenienti dalla Cina, ha parlato di “numeri da far paura, come 325 milioni di cinesi contagiati in 20 giorni, circa 10.000 morti al giorno”.

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Il direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale Policlinico San Martino Matteo Bassetti @Fb Matteo Bassetti

“Quello che rischiamo oggi – ha aggiunto è molto peggio di quanto accadde con Wuhan”, anche perché il contagio si lega ad “almeno 29 varianti di Omicron, alcune delle quali rientrano in quelle che evadono il vaccino in tutto”, auspicando dunque misure per almeno 6 mesi in tutta Europa.

Tamponi Covid a Malpensa

In questo quadro globale, l’Italia è stata tra le prime a muoversi. Esattamente, lo ha fatto la Lombardia, che ha iniziato a richiedere l’effettuazione di un tampone di controllo per chi arriva all’aeroporto di Malpensa proveniente dal Paese asiatico.
A differenza di quanto deciso ad esempio dalle autorità nipponiche e indiane, va detto che, al momento, il tampone nello scalo aereo dell’hinterland milanese non è obbligatorio ma caldamente consigliato.
La disposizione della Regione, che ha dato indicazioni in tal senso all’ats Insubria, è pubblicizzata sul sito dell’aeroporto.
“Gentile cliente – si legge cliccando, nel menu, sulla campanella evidenziata con un punto esclamativo su sfondo rosso – a seguito di una nuova normativa Covid-19 la informiamo che, all’arrivo a Malpensa, è consigliato effettuare un tampone antigenico molecolare per tutti i passeggeri e gli operatori proveniente dalla Cina”.
“Il presente regolamento – prosegue la breve nota – è immediatamente valido fino al 30 gennaio 2023”.
Vi è infine un rimando, per ulteriori informazioni, al sito di viaggi “Viaggiaresicuri”. Già nella prima giornata sono stati intanto effettuati 90 tamponi, 120 il secondo giorno e sono attesi nelle prossime ore i primi risultati dei sequenziamenti.

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La Cina si riapre al mondo

Le strategie adottate dai vari Paesi, al momento, sono molto diverse.
L’India aveva già deciso la necessità di presentare un test Covid negativo per l’ingresso nei suoi confini non solo per chi proviene dalla Cina. L’obbligo sarà in vigore da venerdì anche in Giappone, dove si sta valutando se estenderlo anche ai voli in arrivo da Hong Kong e Macao.
Per ora, non ci sono invece ancora decisioni a livello di Unione Europea.

Alberto Minazzi

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