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Coronavirus: Sicilia in giallo. Altre sei regioni borderline

Coronavirus: Sicilia in giallo. Altre sei regioni borderline

Primo giorno in giallo per la Sicilia.
L’isola che continua a veder crescere la curva dei contagiati e dell’ospedalizzazione, ha cambiato colore.
Ricoveri ordinari (oltre 1300 casi nell’ultimo bollettino della regione) e terapie intensive (108 persone) preoccupano, soprattutto se rapportati alle stime previste per il prossimo mese, durante il quale, secondo l’Istituto Superiore della Sanità, ci si deve aspettare “un’alta progressione di escalation nei prossimi 30 giorni”.

Mascherine anche all’aperto, stime poco incoraggianti per settembre

La campagna vaccinale, rilevano i dati,  ha d’altra parte registrato un deciso rallentamento, soprattutto nella fascia delle persone comprese tra i 50 e 60, che in Sicilia conta il più alto numero di non vaccinati d’ Italia.
A breve inizieranno poi le scuole, motivo per il quale viene gli esperti si attendono un ulteriore significativo aumento dei contagi.
Se in Sicilia già da oggi si gira con la mascherina anche all’aperto e sono tornati i restringimenti previsti dalla zona gialla, come per esempio l’impossibilità di cenare o pranzare con amici e parenti se non nel numero massimo di quattro persone per tavolo al ristorante, altre regioni stanno in questi giorni facendo i conti con i nuovi numeri dei contagi.

Le regioni borderline

Tra queste, Calabria, Molise, Campania, Basilicata, provincia di Bolzano e una parte del Piemonte.
Anche qui, infatti, ricoveri e terapie intensive registrano dati al rialzo.
L’incremento generale in Italia, nell’ultima settimana, è del 3,8%. E’ aumentata anche la media dei decessi, con un +4 al giorno.
La Sicilia ha fatto da apripista nella retrocessione ma il timore di ritornare presto al giallo riguarda quindi diversi territori.

Cosa cambia e cosa no

Per il momento, il cambio colore non  prevede un ritorno anche del coprifuoco.
Né l’impossibilità di entrare e uscire dalla regione.
Ma sono ritornati i limiti delle capienze negli impianti sportivi (non superiore al 25% di quella massima autorizzata e comunque gli spettatori non potranno essere più di 2500 negli impianti all’aperto e di 1000 al chiuso), così come per gli eventi.
Per quanto riguarda il Green pass, valgono le regole in vigore altrove. La certificazione verde in possesso di vaccinati, guariti dal covid o di coloro che hanno effettuato un tampone con esito negativo entro le 48 ore, consente l’accesso a ristoranti e bar al chiuso e a una serie di attività e servizi tra i quali le piscine, le palestre, i centri termali, i teatri, i cinema, i parchi a tema, i congressi e le fiere.

I controlli in Sicilia

Nella regione, dove oltre alla nutrita schiera dei no vax si profila il problema di far indossare la mascherina ai tanti che non intendono farlo, sono stati intensificati anche i controlli, circa duemila al giorno.
“Ne abbiamo effettuati oltre 50 mila solo nel mese di agosto – ha detto il prefetto Giuseppe Forlani all’Adnkronos – Dall’inizio della pandemia sono stati oltre mezzo milione i controlli eseguiti nella provincia di Palermo. Ora la difficoltà sta nel far indossare alle persone la mascherina: molte sono orientate a non indossarla, con l’equivoco di chi non la porta perché vaccinato”.

Consuelo Terrin

 

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Tag:  coronavirus