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Biodiesel: la prima rivoluzione vegetale passa per il Veneto

Biodiesel: la prima rivoluzione vegetale passa per il Veneto

Il biodiesel come alternativa all’elettrico. In Veneto, le prime stazioni di rifornimento

Un carburante 100% vegetale, in grado di abbattere fino al 90% delle emissioni carboniche e di incrementare il circolo virtuoso dell’economia circolare.
Si tratta del HVO – hydrogenated vegetable oil – ed è in procinto di essere lanciato per la prima volta, in Italia, dalla società veneta di idrocarburi Costantin, in 24 delle sue stazioni di servizio sparse nel nord Italia.
Il progetto HVO100 sarà presentato ufficialmente durante la manifestazione Oil&nonOil, a Verona, dal 29 novembre a 1 dicembre.

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Oil&nonOil

La fiera è l’unica in Italia e nel bacino del Mediterraneo dedicata ai distributori di carburanti e alle loro future declinazioni: dai low carbon fuels alle ricariche elettriche, dai pagamenti digitali alle start up di innovazione nel settore della mobilità, il tutto nel contesto della sempre più pressante transizione ecologica.
In questo senso, la rivoluzione del biocarburante si pone come sano competitor dell’energia elettrica, per offrire un’ ulteriore soluzione nell’ambito dei trasporti.
“In un momento in cui l’attenzione internazionale pare essere tutta sull’elettrico, crediamo sia importante dare una seconda vita al settore dei carburanti tradizionali, attraverso un’alternativa realmente ecologica”, spiega Luca Cavatton di Costantin Spa, responsabile del progetto HVO100, iniziato lo scorso anno.
Altro passo importante è la totale sostituzione, dal 27 novembre, del diesel tradizionale con l’ecodiesel alla stazione di servizio di Merlara, in provincia di Padova.

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Il biodiesel recuperato dagli scarti

L’hydrogenated vegetable oil è usato da anni in Nord Europa, senza aver mai dato controindicazioni in merito al suo utilizzo.
Viene recuperato dagli scarti, come gli olii esausti e i grassi di origine naturale, ricchi di trigliceridi e acidi grassi, presupposto fondamentale per la loro lavorazione in molecole simili a quelle del diesel tradizionale.
Questi olii, anziché essere smaltiti, vengono lavorati in due fasi: innanzitutto vengono idrotrattati, ovvero saturati di idrogeno, per poi successivamente alterarne la composizione chimica, così da conferire al biodiesel le proprietà necessarie per essere bruciato nei serbatoi.

La società veneta apripista

La società Costantin, nata nel 1967 tra Este e Montagnana per la commercializzazione di prodotti petroliferi liquidi, già dagli anni Ottanta si è interessata alla vendita del gpl, cosa che le ha permesso di aprire anni più tardi le prime stazioni di servizio con il proprio marchio (nel 2006).
Quasi vent’anni più tardi sembra porsi nuovamente come un apripista del mercato italiano a un nuovo modo di intendere il carburante, depurandolo dalle sue accezioni negative per immetterlo nel mondo della transizione ecologica, grazie al progetto HVO100.

Damiano Martin

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