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Benzina, autostrade, bus e treni: nel 2023 la stangata dei trasporti

Benzina, autostrade, bus e treni: nel 2023 la stangata dei trasporti

Con l’arrivo del nuovo anno, la serie di rincari nel settore dei trasporti peserà secondo Assoutenti per oltre 2.400 euro sulle tasche dei cittadini

Il 2023 si apre con una pesante stangata per le tasche di chi deve o vuole muoversi, sia con mezzi propri che con quelli pubblici.
Assoutenti, al riguardo, ha stimato in circa 2.435 euro l’impatto annuo per le famiglie italiane.
Chi usa l’auto dovrà infatti fronteggiare non solo il ritorno delle accise piene sui carburanti, per di più in concomitanza con il rialzo dei prezzi di base di benzina e gasolio e, se ci si sposta su lunghe tratte, l’aumento delle tariffe di Autostrade per l’Italia.
Ma anche per bus e metro, in molte città, nel nuovo anno sono stati effettuati ritocchi all’insù del costo dei biglietti.
Così come avvenuto per i treni locali, in diverse regioni, in alcuni casi con poca o nulla pubblicità agli aumenti.

Gli aumenti per gli automobilisti

Dopo poco meno di 9 mesi dall’introduzione della misura, decisa a metà marzo per fronteggiare i rincari dei costi delle materie prime legati all’esplosione del conflitto in Ucraina e da allora poi prorogata con successivi provvedimenti, il Governo ha deciso di non riproporre più, dopo la scadenza del 31 dicembre, il taglio delle accise sui carburanti.
Una scelta che, calcola Assoutenti, inciderà mediamente per 366 euro di spesa in più a famiglia, evidenziando però anche l’effetto-rincari a cascata che questo produrrà per tutti i beni e i servizi.
Dal 1° gennaio, intanto, il pedaggio per viaggiare sulle tratte di competenza di Autostrade per l’Italia è aumentato del 2%. Ed è già previsto un ulteriore rincaro, dell’1,34%, a partire dal 1° luglio.

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Sempre Assoutenti, al riguardo, quantifica l’impatto attraverso alcuni esempi.
Il collegamento autostradale Roma Sud-Milano Ovest costa adesso 47,3 euro, dai 46,5 precedenti, e quest’estate arriverà a 48 euro.
Napoli Nord-Milano sale da 58,6 a 59,7 euro (60,5 da luglio).
Da Bologna -Taranto il prezzo è ora passato da 55,1 a 56,1 euro e a metà anno toccherà i 56.9.

La stangata del trasporto pubblico locale

Nelle grandi città (ma non solo) sono intanto stati introdotti o sono prossimi a partire gli aumenti dei prezzi dei biglietti per bus e metropolitane del trasporto pubblico locale.
La prima è stata Napoli, ancora da agosto 2022, con un ritocco da 1 a 1,2 euro. La prossima sarà Milano: dal 9 gennaio si passa da 2 a 2,2 euro per il biglietto ordinario, da 18 a 19,5 euro per il carnet 10 corse, da 7 a 7,6 l’abbonamento giornaliero e da 12 a 13 euro il biglietto valido 3 giorni. Restano invece invariati abbonamenti mensili e annuali.
Roma, invece, attenderà l’estate, ma il rincaro previsto sarà percentualmente più marcato: +33%, con il biglietto da 100 minuti che aumenterà da 1,5 a 2 euro. Nella capitale, in arrivo ritocchi in salita anche per abbonamenti mensili (da 35 a 46,7 euro) e annuali (da 250 a 350 euro). Aumenti, con il nuovo anno, anche a Parma (biglietto di corsa semplice da 1,5 a 1,6 euro) e Ferrara (da 1,3 a 1,5), mentre da marzo Foggia passerà da 0,9 a 1 euro.

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I treni

Sul fronte treni, con l’inizio del 2023 si registrano intanto rincari nel servizio locale di alcune regioni.
In Liguria, l’aumento è tra il +6% e il+9% per i biglietti e del +3% per l’abbonamento mensile.
Al riguardo, il comitato dei pendolari tra La Spezia e Riomaggiore (dove l’aumento è stato pari a 20 centesimi) ha lamentato la mancanza di informazioni da parte delle istituzioni.

La pubblicizzazione degli aumenti è mancata anche in Veneto, dove il ritocco, sia pur lieve, è scattato dal 1° gennaio. Sulla tratta Venezia Santa Lucia-Padova, adesso, si pagano per esempio 4,7 euro. Ma lo stesso sito di Trenitalia, fino al 31 dicembre, riportava per questa data la vecchia tariffa di 4,6 euro.

“Il Veneto – spiega l’assessore regionale ai Trasporti, Elisa De Berti – è stata, a gennaio 2018, la prima Regione a sottoscrivere con Trenitalia un contratto per il trasporto ferroviario, in cui era prevista la consegna di 78 nuovi treni. Questa è iniziata a novembre 2019 e a oggi ne sono arrivati 57: 25 “Pop”, 6 “Rock” a 6 casse su 6 e 26 “Rock” a 5 casse su 47. Nel piano economico e finanziario era previsto anche un leggero aumento del costo del biglietto nel momento in cui fosse avvenuta una massiccia sostituzione del materiale rotabile. E, pur essendoci ancora molto da fare, direi che il salto di qualità, in particolare dal punto di vista del comfort, si è visto”.

Anche la pugliese Ferrotramviaria, con una nota sul suo sito, ha annunciato le nuove tariffe in vigore per i servizi automobilistici e ferroviari dal 1°gennaio. Oltre alle modifiche dei prezzi dei biglietti di corsa semplice e degli abbonamenti settimanali e mensili e all’abolizione della tariffa speciale del Servizio metropolitano, è stata introdotta anche una disposizione secondo cui i biglietti per treni e bus saranno d’ora in poi diversi, come diversificati i rispettivi prezzi, dovendo indicare al momento dell’acquisto la tipologia di mezzo scelta.

Alberto Minazzi

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Tag:  trasporti

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