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Alla vigilia della Befana, ecco il salasso. Gas a +23,3%

Alla vigilia della Befana, ecco il salasso. Gas a +23,3%

Gas, carburanti e trasporti in risalita. La situazione da adesso ai prossimi mesi

Ma allora, queste bollette saranno l’ennesimo salasso, o riusciremo a concederci qualche acquisto in più durante la stagione dei saldi?
Il quesito non è così astruso perché ormai da settimane ce lo dicevano in tutte le salse: temperatura mite, effetto deterrente del price cap europeo (il “bazooka” evocato dal ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin), stoccaggi al massimo, discesa dei prezzi del gas.
Insomma, Natale e anche capodanno al caldo e contenti seppure con la guardia alta. E per fortuna, perchè alla vigilia della Befana, ecco la stangata.
Carbone, carbone, carbone nella calza. E magari fosse carbone (con buona pace delle truppe di Greta Thunberg). Invece è gas, gas, gas. Con prezzi che non scendono, almeno quelli delle bollette che evidentemente devono prima digerire il calo dei prezzi della materia prima.

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Il gas ci costerà il 23,3% in più

Un film già visto e replicato ogni volta che si verifica un aumento del petrolio: benzina e gasolio vedono il prezzo al distributore scalare nuove vette.
Scende il petrolio, ma alla pompa l’esborso si riduce di poco, pochissimo. E via con i salassi.
Ma torniamo al nostro gas. Solo poche settimane fa l’Arera, che dietro una singolare sigla nasconde l’Authority per l’energia, ci raccontava che un mix favorevole di fattori faceva ben sperare per un generoso taglio dei costi per scaldare casa (e far funzionare le imprese, in particolare quelle energivore, pensiamo alle vetrerie di Murano o alle cartiere).
Contrordine: scaldarci e produrre beni per il momento ci costerà di più, molto di più. Per la precisione un bel 23,3% poiché è cambiato il sistema di determinazione tariffaria, ora mensile e non più trimestrale (ovvero capace di assorbire o distribuire in un arco di tempo più lungo le eventuali impennate) e che quindi deve tenere conto dei picchi nel prezzo della materia prima (gas) registrati nella fattispecie a inizio dello scorso dicembre.

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2022-2023 in numeri

In numeri significa che se oggi abbiamo un costo all’ormai famigerato Title Transfer Facility (Ttf) di Amsterdam attorno ai 70 euro/Mwh, all’inizio dello scorso dicembre si erano registrati massimi sui 135 euro. E a scaldarsi adesso sono solo le bollette.
Quindi l’illusione di una discesa della pressione sui budget familiari resta tale.
Per non parlare delle ditte artigiane e delle industrie.
Non comincia bene questo 2023 del riscaldamento (appunto +23,3%) dopo che il  2022 aveva portato in dote incrementi prossimi al 65% rispetto all’anno precedente.

Le prospettive per i prossimi mesi

Quali sono le prospettive, considerando che allo stato i futures sul gas sono ancora in retromarcia ma che non si registrano grandi movimenti proprio per l’incertezza del momento?
Che all’orizzonte dovremmo pagare di meno, forse solo un po’ di meno.
Bella soddisfazione, direte, si va verso la primavera con temperature meno rigide (se si può parlare di inverno rigido, ma questo è un altro capitolo) e calando la domanda di gas si produrrà una minore tensione sui prezzi, forse solo
figurata visto che proprio a fine marzo scadrà il blocco degli oneri di sistema “concesso” dal governo appunto per solo il primo trimestre del 2023.

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Mercato libero e mercato tutelato

Questo mentre gli esperti, dal presidente di Arera Stefano Besseghini al numero uno di Nomisma Energia Davide Tabarelli, mettono già le mani avanti sulla prospettiva dei prossimi mesi, in particolare per quella fetta (64% delle utenze, quindi ampiamente maggioritaria) in regime di mercato libero, dove in particolare la componente-materia prima segue regole diverse dal mercato tutelato (36% del totale dei consumatori domestici) con attenzione al balletto dei conguagli che rischiano di essere assai onerosi.

 Energia, trasporti, carburanti, pedaggi autostradali. Ci aspetta una primavera “calda”?

Senza dimenticare l’energia elettrica che, è vero ha visto ridursi il costo con una previsione di sforbiciata in bolletta nei prossimi tre mesi di quasi il 20%, ma il cui prezzo resta tenacemente abbinato a quello del gas nonostante le tante dichiarazioni, soprattutto a livello di Commissione europea.
I cittadini si sono dati da fare, cercando di comprimere o razionalizzare i consumi domestici, lo stesso hanno fatto quelle industrie che se lo possono permettere, con aziende anche in Veneto che hanno deciso di rovesciare i turni produttivi così da sfruttare fasce orarie meno pesanti sul conto energetico finale.
Tuttavia, serpeggia anche un malcontento e una protesta ulteriormente caricatasi per effetto degli ultimi aumenti legati ai trasporti (carburanti, pedaggi autostradali, tariffe del trasporto pubblico, copertura RcAuto obbligatoria) con i sindacati in fermento: ci aspetta allora una primavera calda?
Forse sarà interessante interpretare bene il responso dei Panevin (laddove non siano stati sospesi) o almeno riuscire a scaldarsi vicino alle fascine accese.

Agostino Buda

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