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Alzheimer Fest, per trasformare il dolore in un’occasione di crescita

Alzheimer Fest, per trasformare il dolore in un’occasione di crescita
Gianni Zanotti, con la compagna Claudia, nella locandina dell'Alzheimer Fest

L’idea di fondo può sembrare una provocazione. L’idea di una festa che nasce dal dolore di chi si trova a dover fronteggiare un nemico inesorabile come l’Alzheimer.
“Ma la nostra non vuole essere la celebrazione di una malattia, quanto delle persone che la vivono. Con difficoltà, ma anche con gioia”, spiega Michele Farina, presidente dell’associazione che promuove l’evento.  Arrivata al terzo anno, l’Alzheimer Fest sbarca in Veneto. Dopo Gavirate (in Lombardia) e Levico Terme (in Trentino), il parco di Sant’Artemio, alle porte di Treviso, ospiterà dal 13 al 15 settembre il ricco calendario di eventi per sensibilizzare la popolazione su una realtà sempre più diffusa nella nostra società.

 

 

I numeri di Alzheimer e demenza senile

In Italia, le persone affette da demenza sono oggi circa 1.200.000, il 60% è colpito ufficialmente dal morbo di Alzheimer. Considerando le persone che gravitano accanto al malato, sono quasi 3 milioni quelli che, nel nostro paese, sono coinvolti dalla malattia. Solo le badanti, per lo più straniere, sono tra le 700.000 e le 800.000 unità.
In Veneto, gli ultimi dati parlano di 66.000 malati, con una percentuale di affetti da Alzheimer simile a quella nazionale.

Va poi sottolineato che l’età media del manifestarsi dei primi sintomi della malattia sta scendendo, da 65 a 60 anni. E soprattutto che circa il 20% di ammalati di una forma di demenza non afferisce ai servizi. Questo avviene per vari motivi. Ma, in sostanza, si traduce in una sofferenza vissuta in famiglia, all’interno delle proprie case.

 

“Di amore non siamo vecchi”

Ecco perché servono eventi come quello organizzato dall’Associazione Alzheimer Fest nel nostro territorio. Una tre giorni per la quale è stato scelto uno slogan coniato da Gianni Zanotti, 76 anni, malato di Alzheimer: “Di amore non siamo vecchi”. “Difficoltà come queste aggregano in maniera incredibile. Danno la forza per vincere la vergogna”, sottolinea Farina. L’idea è quindi quella di mettere insieme mondi diversi. Anche quelli “esterni”, che abitualmente non toccano queste patologie. Diffondere insomma la cultura della conoscenza.

 

L’Alzheimer può rallentare

Anche perché, come ha sottolineato il professor Marco Trabucchi, presidente dell’Associazione italiana di psicogeriatria, “i malati sentono se sono trattati con amore. E la medicina ci dice oggi che la capacità di stare insieme induce salute”. E se l’Alzheimer, a tutt’oggi, non ha cure, “ si può rallentare il progredire della malattia del 25-30% con la cultura della prevenzione. Attraverso cioè l’attività fisica, gli stimoli intellettuali, una dieta appropriata, la prevenzione di altre malattie come diabete e ipertensione”.

 

La generosità della nostra gente

Solo a Treviso, che ospita la festa, gli organizzatori hanno incontrato già 220 volontari. Sono la conferma della grande sensibilità dei Veneti. Che ha permesso, tra l’altro, di arricchire la rete di risposta attraverso una particolarità tutta nostrana: i cosiddetti “Centri sollievo”. Partiti dal basso, per iniziativa dei familiari, danno risposte importanti all’ammalato nelle prime fasi e, soprattutto, formano e accompagnano le famiglie. Il fenomeno ha già raggiunto una dimensione importante. Sono 141 i Centri sollievo attivi nella regione, in 242 comuni. Fanno capo a 168 associazioni, che possono contare su 1.500 volontari. E le giornate di presenza dei malati, al loro interno, sono state ben 11.700 nell’ultimo anno.

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