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A Treviso la prima Comunità energetica rinnovabile diocesana

A Treviso la prima Comunità energetica rinnovabile diocesana

La costituzione della Fondazione, aperta all’intera comunità, segue la firma del ministro Pichetto Fratin sul decreto attuativo che definisce la cornice normativa delle realtà di autoconsumo

In Italia è arrivata la prima Comunità energetica rinnovabile (Cer) pensata e costruita su e per il territorio di un’intera diocesi, quella di Treviso, all’insegna della sostenibilità e della solidarietà.
Non solo le 265 parrocchie, ma anche famiglie, aziende e Comuni che ricadono nel territorio di pertinenza della Chiesa trevigiana (che si estende anche a parte delle province di Venezia, Padova e Vicenza) potranno infatti aderire ed essere coinvolti dell’iniziativa promossa dalla Diocesi.
Oltre alla novità legata alla dimensione diocesana della Comunità energetica, l’iniziativa trevigiana è anche una delle prime successive allo sviluppo, a livello nazionale, della recentissima firma dell’atteso decreto attuativo sulle Cer, che dovrebbe favorire la sempre maggior diffusioni delle fonti energetiche alternative.

La Cer della Diocesi di Treviso: aperta anche al solo consumo

Il primo passo della nuova Cer è stata la costituzione, avvenuta lo scorso 22 dicembre, della fondazione di partecipazione “Diocesi Treviso Energy Ets”, di cui fanno parte Opera San Pio X e Casa del clero. E l’obiettivo, come ha spiegato l’economo diocesano e neopresidente, Sergio Criveller, è la realizzazione di una grande “comunità di comunità”, strutturata in 23 sottogruppi cui faranno riferimento più parrocchie.
Anche se le regole devono ancora essere messe nero su bianco, Criveller ha anticipato alcune delle grandi novità in arrivo. La prima è che “ci sarà chi produce e consuma e chi consuma e basta”. E il consumo di questi secondi soggetti “genererà risorse per sostenere chi è nella difficoltà a pagare le bollette”.  Al tempo stesso, si avrà “il massimo beneficio quando c’è consumo istantaneo: produco 100 e consumo 100”.
“Non si fa Comunità energetica – spiega il presidente, sottolineando infine gli aspetti solidali dell’iniziativa – per fare business, ma per condividere e sostenere, salvaguardando l’ambiente e contribuendo, anche grazie al consumo, ad aiutare le situazioni di fragilità, così che ad averne un beneficio sarà tutta la comunità”.

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Cer in Italia: finalmente il decreto

Previste in via sperimentale da febbraio 2020, le Cer, pur rappresentando un fenomeno in crescita, hanno stentato fin qui a decollare a causa dei ritardi normativi.
In materia, il decreto Mase, la cui bozza è stata diffusa a febbraio 2023, ha però adesso registrato un’importante accelerazione.
Il 22 novembre, la Commissione Europea ha infatti dato il proprio via libera al provvedimento.
Il 6 dicembre è stato quindi firmato dal ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, il decreto attuativo che definisce una cornice normativa chiara e definita alle Comunità energetiche rinnovabili, a integrazione del quadro regolatorio sull’autoconsumo, definito dal 2022. Tra i temi che hanno trovato ora regolamentazione, le cabine primarie, cioè il primo punto di ingresso dell’energia nella rete di distribuzione.

Ma non solo. Il decreto si occupa anche degli strumenti di sostegno, ovvero i contributi a fondo perduto e la tariffa incentivante, stabilendone tra l’altro la cumulabilità. Alla tariffa, prevista per un contingente di 5 gigawatt, si può così aggiungere il contributo in conto capitale, grazie a complessivi 2,2 miliardi di fondi Pnrr, destinato ai comuni sotto i 5 mila abitanti. Il tutto per agevolare un potenziale fotovoltaico installabile di circa 7 gigawatt in 5 anni.

Cer e fonti rinnovabili: stato dell’arte e prospettive

Le Cer, che offrono tra i loro vantaggi l’opportunità di installare un impianto per chi non è in grado di farlo per autoconsumo ma anche la possibilità di condividere l’energia prodotta in eccesso, appaiono dunque destinate a contribuire all’aumento dell’utilizzo di energia da fonti rinnovabili in Italia. Un dato in progressiva crescita, avendo raggiunto a fine 2022 i 64 GW (+5% su base annua) contro i 60 da fonti termoelettriche.

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@ Report Electricity Market Politecnico di Milano

I dati sono contenuti nell’ultimo Report Electricity Market presentato a novembre dal Politecnico di Milano.
Dal capitolo dedicato alle Cer emerge che, a oggi, in Italia sono circa 85 le configurazioni di autoconsumo collettivo e 24 comunità di energia.
Il totale sale a 198 aggiungendo le iniziative in fase progettuale. Però, anche se nel 2021 le iniziative mappate erano appena 33, il margine di crescita è ancora amplissimo.

Compatibilmente con il superamento dei ritardi normativi, dei problemi legati ai costi e alle difficoltà gestionali si può puntare all’obiettivo di almeno 15 mila Cer entro il 2026 fissato dal ministro Pichetto Fratin. Ricordando inoltre che c’è anche un altro obiettivo, presentato all’interno del pacchetto “Fit for 55”: quello di coprire i consumi con energia da fonti rinnovabili almeno al 40% entro il 2030.

Alberto Minazzi

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