Ambiente +

Mari sempre più “tropicali”: in Salento riavvistato il pesce scorpione

Mari sempre più “tropicali”: in Salento riavvistato il pesce scorpione

La specie sta ormai diventando di casa nelle acque del Mediterraneo assieme ad altri pesci di origine tropicale

Rieccolo, ancora lui.
Il pesce scorpione ha fatto nuovamente la sua comparsa nelle acque della Puglia, al largo di Torre Pali, frazione di Salve nel Salento.
Nelle nostre acque  d’altra parte vivono oramai diverse specie aliene, tanto che l’Ispra, Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale e il Cnr-Irbim, per informare e sensibilizzare i cittadini e gli operatori del mare hanno lanciato la campagna nazionale “Attenti a quei 4!”, dedicata proprio al monitoraggio delle specie tropicali potenzialmente pericolose nei mari italiani, delle quali il pesce scorpione fa parte.

“Attenti a quei 4!”, le specie aliene che hanno invaso il Mediterraneo

Assieme al pesce scorpione (Pterois miles), bello da vedere con i suoi aculei scenografici ma un predatore che minaccia la biodiversità marina e specie potenzialmente molto pericolosa per l’uomo a causa del veleno contenuto nelle sue spine, vi sono altre tre specie.
Si tratta di pesci provenienti da altri ecosistemi e arrivati da noi attraverso i cosiddetti “corridoi naturali” come lo Stretto di Gibilterra o artificiali come il Canale di Suez.
Il più pericoloso è il pesce palla maculato (Lagocephalus sceleratus) che possiede una potente neurotossina che lo rende altamente tossico al consumo, anche dopo la cottura. I suoi morsi poi, poiché ha una possente dentatura, possono essere molto dolorosi.
Ha un corpo grigio argenteo con le macchie scure sul dorso ed è stato segnalato per la prima volta in Italia nel 2013.

pesce palla

Prima di lui, nel 2003 attraverso il canale di Suez è giunto il pesce coniglio scuro (Siganus Iuridus) e nel 2015 il pesce coniglio striato (Siganus rivulatus). Entrambe sono specie erbivore altamente invasive. Si possono mangiare, ma è opportuno prestare attenzione alle spine che possono causare punture dolorose anche dopo la morte dell’animale. Tra le specie aliene segnalate nei mari italiani vi è anche la medusa capovolta, una medusa tropicale che vive poggiata sul fondo con i tentacoli rivolti verso l’alto, in acque basse e calme. E ancora il piccolo mollusco chiamato lepre di mare dagli anelli e il granchio crocefisso.

La “tropicalizzazione” dei mari

Ritornando al pesce scorpione recentemente avvistato in Puglia, come conferma uno studio recente pubblicato sulla rivista scientifica Mediterranean Marine Science, nel Mar Mediterraneo è stato quello segnalato più frequentemente. La mappatura della sua presenza, a marzo 2025, riporta 1.840 segnalazioni, in particolare nel Mar Ionio che, secondo le proiezioni climatiche, presenta il più alto rischio di aumento di questa specie insieme alle regioni più meridionali del Mare Adriatico.

L’elenco dei nuovi abitanti delle acque italiane è lungo: dal granchio blu, al pesce scorpione e pesce palla, dal vermocane e pesce coniglio al pesce luna, solo per citarne alcuni. Come spiega Luca Mizzan, biologo marino e Direttore del Museo di Storia Naturale Giancarlo Ligabue di Venezia, è il cosiddetto fenomeno della tropicalizzazione dei mari. Per ragioni termiche e di salinità fino a qualche anno fa il fenomeno si registrava solo in Libia o sulle coste della Palestina, mentre ora con il cambiamento climatico che ha portato a un riscaldamento delle acque queste specie aliene trovano terreno fertile per espandersi anche da noi in quanto trovano le condizioni adatte per viverci.

pesce scorpione

“Il mare è già decisamente caldo per esser giugno, siamo su temperature fuori scala. A oggi però in Alto Adriatico e nel Golfo di Venezia non abbiano evidenza di nuovi arrivi di queste specie esotiche: non ci sono al momento segnalazioni – tranquillizza Mizzan -. La precauzione è in ogni caso di non toccare e soprattutto non mangiare pesci che non si conoscono. Per quanto riguarda i pesci rgno, ci sono sempre stati ma, come si faceva una volta, essendo il loro veleno termolabile, basta un po’ di acqua calda nel caso in cui si fosse punti. Insomma – conclude-  non ci sono motivi per allarmarsi: si può fare il bagno tranquilli”.

L’utilità delle segnalazioni per la mappatura delle specie

Nell’ambito della campagna nazionale “Attenti a quei 4!” è stato pubblicato un opuscolo illustrativo nel quale sono elencate le principali specie aliene presenti nel Mediterraneo. Oltre al loro tracciamento vengono forniti utili consigli per evitare contatti che possono essere rischiosi, in primis quello di evitare assolutamente di toccare animali marini sconosciuti. Inoltre è attivo un sistema di raccolta dati per il monitoraggio dei pesci alieni. Chiunque può contribuire tramite il link https://shorturl.at/JM87A o utilizzando Wahatsapp al numero +39 320 4365210 e i gruppi Facebook Oddfish e Fauna Marina Mediterranea utilizzando l’hashtag: #Attenti4.

Silvia Bolognini

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il campo nome è richiesto.
Il campo email è richiesto o non è corretto.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.