Nove finestre gotiche si aprono sul futuro sommerso di Venezia. L’iconico street artist brasiliano realizza a Spazio Thetis, all’Arsenale, un graffito potente e visionario
L’arte urbana sbarca a Venezia e parla chiaro: se non cambiamo rotta, il futuro è sott’acqua.
Con colori vibranti e messaggi forti, Kobra trasforma un muro dell’Arsenale in un manifesto visivo contro la crisi climatica.
Tra Rinascimento e street art, i nove murales inseriti in altrettante false finestre a ogiva che punteggiano una parete del complesso storico che ospita Spazio Thetis sono un’opera che scuote, incanta e impressiona.
A partire dalle dimensioni: quello realizzato dallo street artist brasiliano Eduardo Kobra, al secolo Carlos Eduardo Fernandes Léo, tra i maggiori esponenti dell’arte di strada, è infatti un graffito di 80 metri quadrati.
“Arte Água Alta”, questo il titolo, è il primo murale di Venezia.
Il suo progetto artistico, coordinato da Davide Federici, è stato avvallato dalla Sovrintendenza sia nella tecnica che nei soggetti.
Il Rinascimento sparato di Kobra
L’installazione celebra l’incontro tra arte urbana e patrimonio storico e va ad aggiungersi in modo permanente al museo “a cielo aperto” di Spazio Thetis, società d’ingegneria e sviluppo sostenibile e, al contempo, ente promotore di mostre d’arte contemporanea dedicate a temi ambientali, architettonici e di design.
“Lavorare su un manufatto storico come l’Arsenale ha comportato accortezze speciali. Kobra ha iniziato a conoscere la realtà di Venezia già a partire dallo scorso inverno, poi, in accordo con la Soprintendenza, ha scelto di procedere alla realizzazione dell’opera in un modo diverso rispetto ai murales classici – spiega Antonietta Grandesso, responsabile artistico di Spazio Thetis – I soggetti non sono infatti dipinti sul muro ma su stoffa applicata con chiodi inseriti nelle linee di fuga dei mattoni che, uniti gli uni agli altri con la malta, vanno a comporre il muro”. L’opera, realizzata a tecnica mista con bombolette e areografo (pistola a getto) per evidenziare i dettagli, si ispira nei colori, nella luce e nell’enfatizzazione dei chiaroscuri e delle ombre, agli artisti del Rinascimento italiano, Michelangelo in particolare.

Dal Colleoni ai Tetrarchi. E altri
Kobra, dopo aver a lungo studiato l’arte ed il tessuto urbano di Venezia, ha selezionato nove importanti monumenti scultorei che fanno parte del paesaggio culturale e storico veneziano e li ha raffigurati in uno scenario di alluvione.
“Il sistema Mose, qualora il riscaldamento globale dovesse accelerare, non sarà più sufficiente, già a partire dal 2070, a proteggere Venezia dall’acqua. In tal caso saranno necessarie soluzioni complementari o diverse che potrebbero venire proprio da Thetis e dalla sua ricerca”, commenta Antonietta Grandesso. Tra i monumenti “alluvionati” presenti nell’opera di Kobra ci sono Atlante del mondo di Tiziano Aspetti (1559–1606); Adamo di Antonio Rizzo (1430–1499); Statua equestre di Bartolomeo Colleoni di Andrea del Verrocchio (1435–1488); Monumento a Daniele Manin di Antonio Dal Zòtto (1841–1918); Monumento a Carlo Goldoni di Luigi Borro (1826–1880); e altri come I Tetrarchi, San Marco, Leone di San Marco e Sior Antonio Rioba, tutti di artisti ignoti.
Kobra: “l’umanità deve prendersi più cura del pianeta”
“Le nove sculture storiche veneziane ritratte nei pannelli sono raffigurate con “l’acqua alla gola”, come se fossero state sorprese e sommerse dalla marea – conferma Kobra – A prima vista “Arte Água Alta” sembra riferirsi semplicemente all’acqua alta che, prima del Mose, bagnava Venezia con una preoccupante frequenza, in realtà quest’opera è un’allerta, un grido d’allarme, una riflessione sugli effetti globali dei cambiamenti climatici che stanno causando ricorrenti inondazioni in varie parti del mondo”. Una denuncia esplicita quella di Kobra, che mette in risalto una situazione d’emergenza ancora reversibile se combattuta con impegno condiviso. “Colgo questa opportunità per trasmettere un messaggio urgente, l’umanità deve prendersi più cura del pianeta – aggiunge l’artista – Mi riferisco all’inquinamento degli oceani che si stanno trasformando in mari di plastica. L’arte nel nostro tempo deve essere uno strumento di memoria, attenzione e trasformazione”.

La speranza tra consapevolezza ambientale e sensibilità estetica
Ma le opere dello street artist brasiliano hanno anche un’accezione positiva, e vogliono lanciare un messaggio di speranza, di condivisione: “Siamo ancora in tempo per salvare il pianeta, la vita umana e il patrimonio artistico e culturale che è di tutti”, afferma l’artista che in 30 anni di lavoro ha realizzato centinaia di murales, in 37 Paesi del mondo.
Solo contando quelle presenti in diversi angoli degli Stati Uniti, sono ben 53 le opere monumentali realizzate.
“Kobra trasforma l’arte in uno strumento per comunicare una filosofia umanistica: un mondo unito senza confini, collegato dalla consapevolezza della bellezza e della sua fragilità – commenta il curatore del progetto Nicolas Fiedler, che descrive Kobra come un artista dirompente e innovativo, coinvolto da sempre in questioni sociali, capace di realizzare un opera che riflette sul futuro con consapevolezza ambientale e sensibilità estetica: “Carlos Eduardo Fernandes Léo crede nell’arte come strumento di trasformazione sociale. Per questo motivo ha fondato il Kobra Institute, un’organizzazione che mira a portare la cultura nelle comunità svantaggiate e a sostenere cause umanitarie attraverso collaborazioni con aziende socialmente responsabili”, aggiunge Fiedler.
Dal bianco e nero ai colori vivaci e alle grandi dimensioni
L’artista, che vorrebbe aprire un atelier a Venezia, da aggiungere al laboratorio in Brasile, allestito in un museo di San Paolo, ha iniziato ad esprimersi giovanissimo come “graffitista illegale” disegnando graffiti sui muri della periferia della sua città.
Dal bianco e nero scelto per lo più per realizzare opere riferite al passato, al Novecento, con il tempo è passato ad uno stile murale maturo e distintivo, caratterizzato da colori vivaci e contrastanti, raffigurando personalità, eventi storici e questioni sociali in murales di grandi dimensioni. Ampiamente riconosciuto per la sensibilità con cui tratta i temi ambientali nelle sue opere d’arte di portata globale, Kobra è stato recentemente nominato ambasciatore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per un futuro più pulito. Nel 2022 ha inaugurato un enorme murale di fronte alla sede delle Nazioni Unite a New York raffigurante un simbolico pianeta ecologicamente sano che viene passato di padre in figlio, un invito a riflettere sull’eredità sostenibile che lasciamo alle generazioni future.
Nove le opere realizzate in Italia, tra queste il murale di 60 metri dedicato al calciatore Paolo Rossi, ritratto su una parete del grattacielo “Everest” a Vicenza.
A San Pietro Magisano, una piccola comunità della Calabria, la regione italiana dove sono nati i bisnonni di Kobra, l’artista ha realizzato un murale che ritrae il tenore Luciano Pavarotti. “Gli uccelli che escono dalla sua bocca – ha precisato l’artista illustrando il tema del murale – sono ispirati alle specie brasiliane e simboleggiano la sua eredità, la sua musica, che ancora risuona liberamente e meravigliosamente in tutto il mondo”. A San Pietro Magisano, paesino del catanzarese che conta solo 300 abitanti oltre 60 residenti, un sesto circa della popolazione, suonano uno strumento musicale.
Spazio Thetis è aperto dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 17.30. Ingresso gratuito.
Claudia Meschini