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B-WaterSmart: a Venezia, il progetto europeo per il riutilizzo dell’acqua

B-WaterSmart: a Venezia, il progetto europeo per il riutilizzo dell’acqua

Venezia tra le sei aree costiere del progetto europeo per il riciclo delle acque reflue

Building a water-smart society and economy, ovvero, costruire una società e un’economia dove l’acqua è usata in modo intelligente e ecosostenibile.
Un progetto europeo di lungo respiro e attuazione, denominato in breve B-WaterSmart, che punta a ottimizzare e soprattutto riutilizzare l’acqua dolce per i settori agricoli e industriali.
Al momento sono sei le aree costiere di studio per il riciclaggio acquatico: Alicante, Bodø, Fiandre, Lisbona, Frisia Orientale tedesca e Venezia.

water smart

Venezia water smart

Una società si definisce water-smart quando “genera benessere sociale attraverso una gestione sostenibile delle risorse idriche. Nelle società water-smart, cittadini e attori di tutti i settori si impegnano, ben informati, in un continuo processo di co-apprendimento e innovazione per sviluppare un uso circolare efficiente, efficace, equo e sicuro dell’acqua e delle risorse correlate”, grazie a tecnologie e infrastrutture resilienti e attenzione al territorio.
Questa, in breve, la definizione data al progetto europeo e questo è l’obiettivo principale dell’area lagunare veneta, la cui gestione delle risorse idriche è responsabilità di Veritas, la multiutility a capitale pubblico nella quale concorrono 51 comuni tra l’area metropolitana veneziana e parte della provincia trevigiana.

Ripuliti 88 milioni di m3 d’acqua

Veritas nel 2020 ha “ripulito” 88 milioni di m3 d’acqua.
Una quantità pari a 143 volte l’ospedale Dell’Angelo di Mestre – spiega Patrizia Ragazzo, capo della sezione Ricerca e Sviluppo dell’azienda -Ci siamo avvicinati al progetto B-WaterSmart per cogliere l’opportunità di fare parte di una comunità a livello europeo per affrontare insieme le problematiche comuni associate alla scarsità d’acqua e abbiamo avuto l’opportunità di affrontare alcune questioni legate alla gestione dei processi di depurazione delle acque reflue che, di fatto, finora hanno impedito o rallentato il raggiungimento degli obiettivi di valorizzazione delle risorse”.
Inoltre, vi è l’integrazione con il progetto regionale già in essere di depurazione delle acque industriali proveniente dagli impianti di Fusina (il Progetto Integrato Fusina, o PIF).

Venezia
Stazione trattamento acque reflue

Obiettivo acque certificate per il riuso

Come confermato anche dal direttore generale di Veritas, Andrea Razzini, il problema che concerne l’area veneziana è più che altro tecnico e amministrativo: “Manca la realizzazione di alcuni tratti di condutture. Il lavoro è in carico ad enti quali l’ex Magistrato alle Acque. Solo di recente sono appena stati iniziati interventi per la realizzazione di altri tratti a cura di Veneto Acqua. Una volta completate le reti sarà più facile raggiungere gli utilizzatori a Porto Marghera, per esempio”.
Da qui, si passerà poi alla sensibilizzazione sull’effettivo utilizzo delle acque depurate, anche solo grazie alle autorizzazioni.
“Si tratta di definire e rendere possibile con una semplice certificazione le qualità delle acque di riuso che ogni soggetto può richiedere – continua Andrea Razzini – ad esempio: Enel per lungo tempo ha utilizzato fino a 2 milioni di m3 di acqua di riuso; ora ha smesso perché la centrale Andrea Palladio è entrata in fase di ristrutturazione. Ma come si vede in questo esempio, una volta reso possibile il riutilizzo, l’acqua di riuso viene … usata (con beneficio dell’economia e dell’ambiente)”.

water smart
Il direttore generale del Gruppo Veritas Andrea Razzini

30 milioni di m3 d’acqua possono già essere riutilizzati

Negli ultimi 20 anni le imprese sono riuscite a risparmiare circa il 20% dell’acqua potabile, in contemporanea a un incremento dei sistemi fognari e di depurazione. A tal proposito, Veritas gestisce 2800 km di tubi interrati e 71 impianti di depurazione (37 nell’area lagunare, 34 per i reflui del centro storico veneziano).
Sempre dai dati riferiti al 2020, gli impianti di depurazione hanno rimosso 62.170 tonnellate di rifiuti, tra oli grassi, sabbie e fanghi reflui inviati per il 45% a recupero e il restante a smaltimento. Ogni cittadino dell’area coperta da Veritas (circa 927.000) produce all’anno 77,52 kg di fanghi da depurazione su circa 120 m3 di scarichi reflui.
Degli 88 milioni di m3 depurati dal gruppo Veritas, 30 milioni possono essere già riutilizzabili nei cicli produttivi, a basso costo, intorno alla zona industriale veneziana; sono solo in attesa di aziende che vogliano intraprendere un percorso green e che possano quindi implementare gli ultimi collegamenti (idrici o fisici-chimici) per rendere reale gli obiettivi di B-WaterSmart.

Damiano Martin

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Tag:  acque reflue

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