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Vaccini: da lunedì il Veneto parte con gli over 40

Vaccini: da lunedì il Veneto parte con gli over 40

La campagna vaccinale del Veneto è pronta a fare un altro step. “Da lunedì prossimo, 17 maggio, apriamo le prenotazioni a chi ha tra 40 e 49 anni”, ha annunciato il presidente, Luca Zaia.
“Continuiamo a seguire il criterio dell’età, perché ci sembra che sia assolutamente opportuno farlo anche con la classe dei quarantenni. Poi, però, ritengo che la partita sia chiusa e vedo quindi che si possa passare solo alla fase in cui chiunque vuole farlo può vaccinarsi. O, per lo meno, sostituire le fasce d’età passando ad altri criteri, come quello dell’esposizione o dell’appartenenza ad alcune categorie, come ad esempio i lavoratori del turismo”.

Le classi d’età

La cosiddetta coorte degli over 40 raggruppa 742.052 Veneti. Al momento, si procede con i circa 799 mila over 50, per i quali Zaia punta a superare la vaccinazione del 65% del totale. Quanto agli over 60, gli attualmente vaccinati sono il 61,8%, ma già si supera il 70% con chi si è già prenotato. Gli over 70 hanno invece toccato l’82% e gli over 80 addirittura il 97%. “Ricordo – ha sottolineato il presidente – che non è che con l’apertura a nuove fasce chi appartiene alle precedenti non si può più vaccinare. È solo che, per farlo, deve mettersi in coda con tutti gli altri”.

Prenotazioni vaccino da record

Al momento, mettendo insieme gli slot previsti per tutte le fasce prioritarie, restano liberi circa 200 mila posti.
Ieri, intanto, il portale unico di prenotazione, attivato il 1 aprile, ha superato il milione di prenotazioni effettuate in via telematica in Veneto. “L’appello che faccio ai quarantenni in vista dell’apertura delle prenotazioni anche per loro – ha detto Zaia – è quello di avere pazienza ed evitare di farsi prendere dal panico. Probabilmente, all’inizio ci sarà già qualche posto a disposizione da lunedì e martedì prossimo, ma sarà comunque possibile prenotarsi per i giorni successivi”.

I numeri del Veneto

La campagna vaccinale del Veneto, con le nuove 32 mila somministrazioni nelle ultime 24 ore, ha superato quota 2 milioni e 120 mila dosi. “In pratica – fa il punto il governatore – abbiamo finito le dosi. E stiamo facendo vaccini frutto dell’ingegno veneto nel riuscire ad estrarre dalle fiale di Pfizer la settima dose. Una dotazione che, in teoria, non avremmo, ma che ci consente di avere due giorni in più”. Dopo le 29.300 dosi di Moderna arrivate sabato, stasera arriva la nuova fornitura di Pfizer (171.990 dosi) e sabato 12.900 di Johnson&Johnson e 23.600+10.000 di AstraZeneca. Riguardo ai numeri, quelli del bollettino giornaliero sono sempre più rassicuranti. L’incidenza di nuovi positivi sui tamponi (493 su 45.039 test) è all’1,09% e i ricoveri scendono di 41 unità, toccando quota 1.117: 979 in area non critica (-31) e 138 (-10) in terapia intensiva.

Verso i nuovi parametri

I primi giorni della prossima settimana saranno quelli decisivi anche per la definizione dei nuovi parametri per l’assegnazione delle Regioni alle diverse fasce. L’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin, ha spiegato che, nell’incontro odierno delle Regioni con i ministri Speranza e Gelmini, è stata fatta una proposta in itinere, che passerà attraverso un incontro in settimana tra Iss e Ministero e dovrebbe arrivare lunedì prossimo in cabina di regia. “Ci siamo presi qualche giorno – spiega Zaia – per chiudere le modifiche. Io ho sottolineato solo che siamo entrati di fatto in uno scenario nuovo, perché oggi abbiamo le vaccinazioni. Chiederemo quindi sempre più automatismi, ma anche buonsenso. Perché, in questa fase di limbo, ci troveremo davanti alla necessità di avere anche una dotazione di screening di base parametrati agli abitanti a prescindere dall’infezione”.

La posizione delle Regioni

Lo screening servirà per coprire alcune popolazioni target e luoghi sentinella, come potrebbero essere commesse dei supermercati o ospedali, per capire se c’è circolazione del virus o no.
Perché, sottolinea il presidente del Veneto, “l’incidenza dovrà essere parametrata all’effettuazione di tamponi di routine per questo monitoraggio”. Questi tamponi, insieme all’incidenza ripensata e all’occupazione ospedaliera, dovrebbero essere i nuovi criteri-base per la valutazione. “Tra Regioni – conclude Zaia – siamo compatti e anche preoccupati. Perché se non si fa nulla c’è il rischio che, per una banalità, l’Rt possa schizzare da una settimana all’altra con conseguente passaggio di fascia. C’è comunque disponibilità da parte del Ministero a ragionare. E sono convinto che sia interesse comune trovare una soluzione per la salute dei cittadini”.

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Tag:  coronavirus