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La Fenice di Venezia si reinventa. Una rinascita rivoluzionaria

La Fenice di Venezia si reinventa. Una rinascita rivoluzionaria
Il Gran Teatro La Fenice di Venezia

16 maggio: la nascita e la rinascita della Fenice

Il 16 maggio del 1792 , portando in scena I Giuochi d’Argento di Giovanni Paisiello, prendeva vita una delle più importanti istituzioni teatrali del mondo: il Teatro La Fenice di Venezia.
Da allora ha attraversato due guerre, i moti rivoluzionari, la pandemia della Spagnola, due rovinosi incendi ((nel 1836 e nel 1996) e ora l’emergenza sanitaria legata al Coronavirus.

Il rogo che ha distrutto il Teatro La Fenice nel 1996

Il teatro ha dovuto interrompere la sua attività quindi diverse volte, è stato distrutto e riedificato (1825/1837/ 2003) ma è sempre rinato mantenendo il proprio primato nel panorama lirico mondiale.
Quante volte è rinata La Fenice?
Tante. Rinascita, d’altra parte, è un termine insito nel suo nome evocativo.

La sua capacità di reinventarsi, nel 2020, è però rivoluzionaria.
Non solo perché uno dei teatri più vecchi del mondo conta oggi un cospicuo pubblico fidelizzato attraverso i social ma, soprattutto, perché, in risposta alle misure di sicurezza imposte dall’emergenza sanitaria, sarà il primo a stravolgere lo stesso concetto di “teatro”.

Nuove forme per La Fenice

Il progetto della nuova Fenice vedrà infatti un cambio strutturale non indifferente, andando a rivoluzionare la struttura non solo fisicamente ma anche a livello di qualità della fruizione.
Il palco, la fossa d’orchestra e la platea verranno ridistribuiti per gli attori e per i musicisti, che saranno quindi visibili.

Il “dietro le quinte”,invece, non ci sarà più perché vi sarà inserito un ulteriore spazio per gli spettatori. Tra i palchetti e la nuova area, sarà così possibile rispondere al distanziamento delle persone. Mentre il teatro inteso come spettacolo diventerà tutt’uno con il pubblico.
Con un progetto pilota “tutto veneziano”, nato dal senso di praticità, dall’entusiasmo e dalla motivazione dell’intero staff, il Teatro La Fenice di Venezia si proporrà così  per la riapertura in una nuova veste che richiamerà ai teatri classici e alle arene, dove anche l’orchestra diventa parte dello spettacolo.

L’orchestra del Teatro La Fenice di Venezia

La Fenice all’avanguardia

L’open space diventerà quindi un fattore determinante per una nuova idea del teatro.
“Venezia è sempre stato il luogo della modernità. E La Fenice ha sempre cercato l’investigazione e la sperimentazione di nuove vie – spiega il sovrintendente della Fenice, Fortunato Ortombina – La situazione attuale ci ha obbligati a pensare a una soluzione ed è nato questo progetto pilota che prevede degli elementi che non vanno visti come limitazioni ma come ingredienti dello spettacolo. L’ allargarmento nello spazio diventa concezione spettacolare”.
Creatività, determinazione e progettualità per poter guardare al futuro sono quindi le chiavi della rinascita della Fenice. Ma c’è ora un altro termine chiave, che è “avanguardia.

 

“Ogni sciagura è correlata al suo tempo”

Questo periodo è effettivamente uno dei più complessi della storia di questa istituzione.
“Ma dire che sia il momento più difficile sarebbe irrispettoso nei confronti di chi ha vissuto il resto – commenta Ortombina -.Dal 1792 a oggi è passata una grandissima storia. Ogni sciagura è figlia del suo tempo. Questa è comunque una delle peggiori, perché ha minato uno dei cardini della società: la voglia di aggregazione.
Paradossalmente -continua – il mondo della musica si basa tutto su aspetti di unione: le note insieme su  un pentagramma, i musicisti dell’orchestra e la gente che si ritrova per formare un pubblico. La musica è un fattore primigeneo di aggregazione” .
La visione prospettica, per il Teatro e per la stessa città è però positiva.
“I Veneziani sono sempre stati chiamati, più di altri, ad avere capacità di reagire – conclude il sovrintendente – Questa città, così delicata, così fragile e bellissima, è sempre riuscita grazie alla caparbietà di cui è provvista a rialzarsi. Ce la farà ancora una volta.

La fidelizzazione del pubblico

Il lockdown ha favorito il legame della Fenice con il suo pubblico grazie alle possibilità offerte dal web.
Con 267.000 followers su Facebook, 51 mila su Instagram e con più di 60.000 iscritti su Youtube, il Teatro La Fenice di Venezia è un’eccellenza italiana anche in fatto di diffusione mediatica. Non c’è un teatro sul suolo nazionale che tenga questo passo.
Ovviamente la possibilità di offrire contenuti video e musica, gratuiti e fruibili liberamente, ha aperto nuove prospettive e nuove possibilità di riflessione per gli addetti al lavoro.
Se prima il pubblico testimoniava la sua presenza attraverso l’acquisto di un biglietto, ora entra nei canali social e nelle piattaforme online, come Youtube, si iscrive al canale e lascia commenti, permettendo alcuni aspetti statistici di geolocalizzazione e, soprattutto, di rimanere in contatto con il teatro.

Teatro La Fenice di Venezia: le Sale Apollinee

Numeri per il pubblico futuro

Senza il turismo e senza una clientela internazionale, riuscirà un ente come La Fenice a sopravvivere?
Ortombina rassicura. “Non abbiamo mai smesso di dare attenzione agli abbonati, offrendo 10 titoli nuovi all’anno (a volte anche 12). Molti tornano a vedere gli spettacoli più volte”.
Anche nel 2008 c’era stato un momento di particolare difficoltà, tuttavia la Fenice riuscì ad  uscirne in modo caparbio, non limitandosi a difendere i propri numeri, ma spingendo ancora di più e triplicando i servizi, dando un repertorio che cambia stagionalmente e ottenendo un incremento sostanziale del pubblico.
Il pubblico di persone locali c’è ed è composto di appassionati e non. “Loro saranno il pubblico per il prossimo futuro – conclude Ortombina -A noi il compito di incentivarli a usufruire del servizio.

7 commenti su “La Fenice di Venezia si reinventa. Una rinascita rivoluzionaria

  1. Complimenti ottima idea


  2. Complimenti all’ideatore di questa nuova futura veste del teatro e dell’entusiasmo che traspare in questo momento di fragilità particolare


    • Molto importante questa iniziativa,il ruolo del teatro può diventare trainante,la città riappropriarsi di uno dei suoi tesori,i cittadini sentirsi parte di un progetto culturale forte e profondo.Faccio Euritmia musicale da molti anni,e quello che fa la differenza in questa arte del futuro,sta nel fatto che la musica dal vivo è una fonte di salute per noi,per questo si fanno movimenti accompagnati dal pianoforte.
      Uno spettacolo come l’ opera lirica coinvolge lo spettatore in modo completo,rinnova le nostre energie,crea entusiasmo e voglia di vivere.Vi auguro di riuscire nell’ iniziativa e di coinvolgere a questo scopo i giovani e tutti quelli che amano la musica,Venezia e il suo teatro.
      Luana Marchiori


    • Dobbiamo essere orgogliosi di questo teatro, è un esempio di come si possa reagire con positività se guidati da grande passione e competenza, purtroppo non è così in ogni istituzione


  3. il problema è la transitorietà del problema COVID. Se l’epidemia non ritorna, si rientra nei ranghi, se ritorna i primi a chiudere sono i teatri ed i cinema. quindi un’idea accattivante coraggiosa, però con molte incognite


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