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Fortunato Ortombina nuovo sovrintendente del Teatro alla Scala

Fortunato Ortombina nuovo sovrintendente del Teatro alla Scala
Fortunato Ortombina

L’attuale sovrintendente del Gran Teatro La Fenice lascia Venezia. E’ stato nominato al Teatro alla Scala di Milano

Dal 1 settembre 2024 Fortunato Ortombina, attualmente alla guida del teatro la Fenice di Venezia, diventerà il nuovo sovrintendente del Teatro alla Scala del capoluogo lombardo.
“Una soluzione eccellente – ha sottolineato il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano -, frutto di una collaborazione istituzionale e della consapevolezza che il Teatro alla Scala è un simbolo prestigioso della Nazione che proietta un’Italia positiva nel mondo. Con l’arrivo di Ortombina inizia una nuova fase che egli stesso sarà chiamato a delineare e costruire. Dopo tre sovrintendenti stranieri alla Scala ritorna un italiano e questo accade qualche mese dopo la consacrazione dell’arte del canto lirico a patrimonio dell’Umanità da parte dell’Unesco”.
Da parte sua il sovrintendente uscente Dominique Meyer gli ha fatto gli auguri per il nuovo incarico.

Fortunato Ortombina: dalla Scala alla Fenice, poi ancora alla Scala

Ortombina, classe 1960, con un lungo curriculum come professore d’orchestra ma anche di studioso, ha già lavorato alla Scala dal 2003 al 2007 come coordinatore artistico.
Chiamato a Venezia, ha lasciato Milano per assumere il ruolo di direttore artistico della Gran Teatro La Fenice, del quale nel 2017 è diventato anche sovrintendente.

Il Teatro La Fenice di Venezia
Il Gran Teatro La Fenice di Venezia

Nel tempio della cultura lombardo dovrà decidere se avvalersi di un direttore artistico e di un direttore generale, figura che Meyer ha cancellato dopo il pensionamento della storica direttrice Maria Di Freda.
“A nome di tutta la comunità del Teatro Stabile del Veneto mi congratulo con il Maestro Fortunato Ortombina per la meritatissima designazione a sovrintendente del Teatro alla Scala di Milano – ha commentato il presidente della Fondazione Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale Giampiero Beltotto -. Negli anni trascorsi alla Fenice ha saputo portare il teatro veneziano ai vertici tra le eccellenze artistiche in Italia e nel mondo. Questa nomina rappresenta un riconoscimento che onora l’intero movimento teatrale veneziano e veneto e ci stimola a competere e collaborare sempre di più con i teatri nazionali ed europei. A lui vanno i migliori auguri di buon lavoro e il nostro sincero grazie per averci accompagnato nella riapertura del Teatro Goldoni”.

A Venezia, negli anni del Covid, con la sua squadra ha reinventato il Teatro

Fortunato Ortombina ha guidato il Gran Teatro La Fenice negli anni difficili del Coronavirus, dell’emergenza sanitaria e delle limitazioni non arrendendosi mai.
Dapprima favorendo, durante il lockdown, il legame della Fenice con il suo pubblico grazie alle possibilità offerte dal web facendo del teatro un’eccellenza italiana anche in termini di diffusione mediatica (in quel periodo 267.000 followers su Facebook, 51 mila su Instagram e più di 60.000 iscritti su Youtube).
Poi, stravolgendo l’idea del teatro con un cambio strutturale che ne ha rivoluzionato la struttura per rispondere alle necessità di distanziamento: il palco, la fossa dell’orchestra e la stessa platea sono stati ridistribuiti, è stata creata un’arca per ospitare il pubblico a debita distanza, mentre i musicisti sono stati collocati nello spazio lasciato libero dalle poltrone rimosse dalla platea.

L'arca realizzata alla Fenice durante le restrizioni dell'emergenza sanitaria
Fenice installazione arca

“Venezia è sempre stato il luogo della modernità. E La Fenice ha sempre cercato l’investigazione e la sperimentazione di nuove vie – aveva dichiarato – La situazione attuale ci ha obbligati a pensare a una soluzione ed è nato questo progetto pilota che prevede degli elementi che non vanno visti come limitazioni ma come ingredienti dello spettacolo. L’ allargarmento nello spazio diventa concezione spettacolare”.

“Il pubblico c’è, sta a noi il compito di incentivarlo”

Quanto a Venezia e ai veneziani, unico pubblico rimasto su cui contare, visto che ancora non erano consentiti i viaggi, non si è mai scoraggiato.
“Nella loro storia i veneziani sono stati chiamati, più di altri, ad avere capacità di reagire – aveva continuato Ortombina – Questa città, così delicata, così fragile e bellissima, è sempre riuscita grazie alla caparbietà di cui è provvista a rialzarsi. Ce la farà ancora una volta. Il pubblico di persone locali c’è ed è composto di appassionati e non. Loro saranno il pubblico per il prossimo futuro – aveva concluso Ortombina –A noi il compito di incentivarli a usufruire del servizio”.

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