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Il Rapporto Aifa sui vaccini: effetti non gravi nel 90% dei casi

Il Rapporto Aifa sui vaccini: effetti non gravi nel 90% dei casi

Mentre sono molti i dubbi e i quesiti che sorgono tra le persone sul tema vaccini, a rassicurare arriva il quinto Rapporto di farmacologia dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa).
Sotto “esame” i quattro sieri anti Covid-19 in uso nella campagna di vaccinazione in corso in Italia: AstraZeneca, Moderna, Pfizer e Janssen (Johnson&Johnson).

Le segnalazioni

Dal 27 dicembre 2020 al 26 maggio 2021 le segnalazioni di effetti collaterali registrate a seguito dell’inoculazione di un vaccino sono state 66.258 su un totale di 32.429.611 di somministrazioni, vale a dire 204 ogni 100.000 dosi.
Il 90% degli eventi avversi non sono ritenuti gravi e risolvibili completamente.
Sono riferiti a dolore in sede di iniezione, febbre, astenia/stanchezza, dolori muscolari. La maggior parte delle segnalazioni riguarda nel 71,8% dei casi Pfizer che è anche il più utilizzato.

Aifa: il 90% segnalazioni non gravi

Partendo dalla premessa che nessun prodotto medicinale può essere mai considerato esente da rischi, secondo il Rapporto Aifa le segnalazioni gravi corrispondono al 10,4% del totale contro l’8,6% nel precedente Rapporto. Significa che risultano 21 eventi gravi ogni 100.000 dosi somministrate indipendentemente dal tipo di vaccino, se si tratta di prima o seconda dose.

Il tasso di segnalazione delle trombosi venose intracraniche e in sede atipica in soggetti vaccinati con Vaxzevria (AstraZeneca) risulta in linea con quanto osservato a livello europeo.
Infatti si è verificato 1 caso ogni 100.000 prime dosi somministrate, nessun caso dopo la seconda dose, prevalentemente in persone con meno di 60 anni. Questo evento avverso raro è in costante monitoraggio a livello comunitario e ha comportato una modifica delle informazioni sul prodotto. L’età media delle persone che hanno avuto un sospetto evento avverso è 48 anni.

Casi con esiti fatali dopo la vaccinazione

Nel Rapporto di Aifa, al 26 maggio 2021, si trovano 328 segnalazioni con esito “decesso” con un tasso di segnalazione di 1 su 100.000 somministrazioni, indipendentemente dal nesso di causalità.
Il tempo che intercorre tra somministrazione e decesso varia da due ore fino a un massimo di 55 giorni.
In riferimento alla tipologia di vaccino 213 decessi sono segnalati dopo Comirnaty (Pfizer); 58 dopo Moderna; 53 dopo Vaxzevria (Astrazeneca) e 4 dopo Janssen (Johnson&Johnson).
Il 53, 4% dei casi riguarda donne, il 46% uomini.

In 211 casi il decesso è registrato dopo la prima dose, in 98 dopo la seconda (ove specificato nella scheda di segnalazione).
Non risultano segnalati decessi a seguito di shock anafilattico o reazioni allergiche importanti mentre è frequente la correlazione con cause cardiovascolari in pazienti che presentano patologie di tale apparato.

Le reazioni per tipo di vaccino

Le reazioni che possono verificarsi a seguito della somministrazione di un vaccino, variano in base alla tipologia di siero inoculato. La maggior parte delle segnalazioni riguardano il vaccino Comirnaty, il più utilizzato nella campagna vaccinale con una percentuale del 71,8%. Seguono Vaxzevria di AstraZeneca 24%, Moderna 3,9% e Jonson&Johnson 0,3%.
Per tutti i vaccini le tipologie di eventi avversi segnalati riguardano febbre, stanchezza, cefalea, dolori muscolari e/o articolari, brivisi e nausea, dolore in sede di iniezione.

vaccini over 12

La reazione si è verificata nell’83% dei casi nella stessa giornata della vaccinazione o il giorno dopo, più raramente l’evento si è verificato entro le 48 ore successive.
Per quanto riguarda le segnalazioni gravi correlabili più frequentemente segnalate si configura un quadro di sindrome simile all’influenza con sintomatologia intensa.
Il Rapporto di Aifa sulla sorveglianza dei vaccini Covid-19 prevede un aggiornamento mensile e segue con puntualità l’andamento della campagna vaccinale.

Silvia Bolognini

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