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Porto Marghera Awards: lavoro e nuova vita per l'ex area industriale

Porto Marghera Awards: lavoro e nuova vita per l'ex area industriale
La Heritage Tower a Porto Marghera

Nuovi scenari, occupazione in crescita. Oltre 1200 posti di lavoro in arrivo.

 

Quanti colori ha Porto Marghera?
Almeno tre : verde, blu e grigio. Poco di nuovo sotto il sole? Vero. Ma saperli connettere nel modo migliore non è da tutti.
Porto Marghera lo sa fare. Recentemente, infatti, si è aggiudicata una sezione dei RegioStars Awards, i premi europei conferiti ai progetti più innovativi finanziati dall’Unione Europea.
Ad essere premiato è stato il progetto, coordinato dal Comune di Venezia, “GreenerSities”.
L’obiettivo, la riqualificazione dei siti industriali nel rispetto dell’ambiente e l’incremento della vivibilità delle zone limitrofe, è stato raggiunto.
Mare, terra e ambiente urbano ( blu, verde e grigio) hanno trovato coesione generando nuove opportunità di lavoro.

Il progetto : si comincia dall’aria

GreenerSites  ha unito Italia, Croazia, Germania, Polonia e Slovenia e 11 partner tra cui, oltre il Comune, la Regione Veneto, l’Autorità del Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale. L’investimento di 1,5 milioni di euro, unito al contributo dei Fondi Europei di € 1.159.598 ha consentito di avviare un’attività di monitoraggio dell’aria che non solo ha fornito dati utili legati all’inquinamento ma anche di definire un programma di bonifica efficiente e un sistema di incentivazioni per favorire l’ingresso di altri investitori nell’area.

Gas liquefatto per la navigazione: il carburante del futuro

Non è l’unica nuova attività che insiste sulle aree dismesse di Porto Marghera. Un altro recente investimento destinato a migliorare la qualità dell’aria che respiriamo e a cambiare il trasporto marittimo in breve tempo è quello di Venice LNG.
L’Azienda, nel suo progetto di realizzazione di un deposito di  gas naturale liquefatto, ha investito ben 100 milioni di euro, anche in questo caso cofinanziati dall’Unione Europea. L’obiettivo?  Traffico di navi “con riduzione quasi a zero delle emissioni di polveri sottili e di composti di zolfo compresa –si legge nella scheda tecnica del progetto – l’anidride solforosa, un gas tossico dannoso per la salute e l’ambiente”.  Secondo una direttiva europea, entro il 31 dicembre 2025 navi e TIR dovranno poter disporre di una rete di punti di rifornimento di Gnl (gas naturale liquefatto).

Uno dei più importanti potrebbe quindi essere proprio quello di Porto Marghera, dove si creeranno un centinaio di nuovi posti di lavoro e dove il gas arriverà congelato (-160°) sulle navi gasiere e sarà poi distribuito nei punti di rifornimento attraverso autocisterne. Un primato sarà anche quello dello scalo veneziano, destinato a diventare un hub di riferimento nel mar Adriatico per le flotte di navi da crociera  alimentate con il nuovo combustibile di origine fossile. 

La nuova industria è verde

Non solo il carburante del futuro, l’utilizzo dell’olio di frittura per far andare i vaporetti (bioraffineria Eni – leggi articolo allegato) ma anche l’estrazione di semi per procurare l’ olio grezzo destinato all’industria farmaceutica, della raffinazione o alimentare. E’ ciò che fa Cereal Docks Marghera, che ha recentemente investito 40 milioni di euro per rammodernare e raddoppiare le capacità di resa dello stabilimento. Un piano di investimenti per ampliare e riorganizzare i propri impianti è stato adottato anche da Fincantieri, che ha messo sul tavolo oltre 150 milioni di euro e che conta di dar presto lavoro a ulteriori 1000 persone. Edison sta realizzando la nuova centrale elettrica che sarà pronta entro il 2022 sostituendo l’energia a carbone con un ciclo alimentato da fonti rinnovabili mentre Syndial è in attesa che si concluda l’iter autorizzativo per la realizzazione di un parco fotovoltaico sulle aree di proprietà compromesse dal punto di vista ambientale.

La bio raffineria Eni di Porto Marghera

Porto Marghera area in continua evoluzione

Porto Marghera è d’altra parte un importante perimetro in continua evoluzione.
Sono pronte a investire sull’area di crisi complessa di Porto Marghera un capitale di 60 milioni di euro sette nuove attività imprenditoriali ora in attesa della graduatoria di Invitalia che indicherà quali potranno beneficiare delle agevolazioni previste. Complessivamente queste nuove imprese porteranno un centinaio di nuovi posti di lavoro.
L’economia circolare e green
conta oggi a Porto Marghera circa 2000 addetti

Nuovi progetti per Porto Marghera

I sette progetti selezionati da Ivitalia sono quelli che rientrano nei parametri delle agevolazioni previste dal Mise per l’Area di crisi industriale complessa di Venezia. Sul tavolo romano, però, sono arrivati anche altre proposte legate alle energie rinnovabili, alle produzioni aerospaziali e alla logistica. Segno che l’ex area industriale di Porto Marghera continua a mantenere il suo appeal per gli investitori.

Porto Marghera è ancora lavoro

Quando si parla di ex Petrolchimico o di Porto Marghera si tende a pensare a realtà che hanno fatto storia ma che sono oggi prive di spessore. I numeri  evidenziano in realtà una situazione in crescita e questo non solo grazie a un sistema produttivo legato all’industria tradizionale ma soprattutto grazie alle nuove professionalità e ai nuovi settori che stanno investendo sull’area.
Oggi a Porto Marghera sono attive 915 aziende che danno lavoro a 11.826 persone. Rispetto al 2017, quando erano 884, sono aumentate di 31 unità, facendo contare 776 lavoratori in più. Per rendersi conto di come sta evolvendo la situazione, nel 2015 le aziende attive a Porto Marghera erano 780 e gli addetti poco più di 10 mila.

 

 

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