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Richard Wagner: un tedesco che si innamorò di Venezia

Richard Wagner: un tedesco che si innamorò di Venezia

Nell’ anniversario della sua nascita, un viaggio alla ricerca delle orme  dell’illustre compositore

Il 22 maggio 1813 ricorre l’anniversario di nascita di uno dei compositori più importanti del XIX secolo. Direttore d’opera, regista di spettacoli, compositore, poeta, musicista, Richard Wilhelm Wagner fu una figura rivoluzionaria per il mondo della musica.
Wagner ebbe molto da spartire con la città di Venezia, per la quale coltivò un amore del tutto inaspettato e duraturo.
Non solo la laguna e i suoi scenari sono parte di alcune parti delle sue opere, ma Venezia è stata anche, per suo volere, il luogo di morte (13 febbrai9o 1883) del compositore tedesco.
Oggi, in città, si ricorda ancora il passaggio di questo gigante ottocentesco.
I monumenti a lui dedicati, i luoghi ai quali fece visita o nei quali alloggiò, sono ancora parte integrante della città, visibili a tutti.

Il primo soggiorno veneziano e il Tristano

In una notte di insonnia, affacciatomi al balcone verso le tre del mattino, sentii per la prima volta il canto antico dei gondolieri. Mi pareva che il richiamo, rauco e lamentoso, venisse da Rialto. Una melopea analoga rispose da più lontano ancora e quel dialogo straordinario continuò così a intervalli spesso assai lunghi. Queste impressioni restarono in me fino al completamento del secondo atto del Tristano e forse mi suggerirono i suoni strascicati del corno inglese al principio del terzo atto.”
Il 29 agosto 1859, un Richard Wagner quarantaseienne e già piuttosto famoso, arrivò per la prima volta a Venezia. Cercava ispirazione, tranquillità e assoluto isolamento. Alloggiò per sette mesi tra il Danieli, luogo che può vantare una lunghissima serie di grandi nomi del mondo musicale tedesco e non solo (Balzac, Debussy, Sand ma anche Goethe, Mary Shelley e molti altri), e Palazzo Giustinian, da cui pare abbia ascoltato il canto dei gondolieri per ispirare la composizione dell’opera “Tristano e Isotta” (opera che venne rappresentata per la prima volta nel 1865).

Proprio in quel palazzo, Wagner trascorse l’ultimo periodo della sua vita, dal 1882 al 13 febbraio 1883, quando morì di crisi cardiaca a 69 anni.
Oggi è possibile ammirare una delle più ampie raccolte di oggetti autentici che descrivono il valore professionale dell’illustre compositore ma anche la sua personalità incredibile.
Nello stesso palazzo, sulla facciata che guarda il Canal Grande, il Vate, Gabriele D’Annunzio, scrisse alcuni versi in suo ricordo: In questo palagio/ l’ultimo spiro di Riccardo Wagner/ odono le anime perpetuarsi come la marea/ che lambe i marmi.

Carlo Naya, Palazzo Giustinian, Venezia

I funerali di Wagner e la citazione di D’Annunzio

I funerali di Wagner si tennero a Venezia subito dopo la sua morte a Palazzo Vendramin.
Poi, il corpo del compositore venne mandato in Germania per la sepoltura.
A parlare di questo evento fu Gabriele D’Annunzio in uno dei romanzi che innaugurò il XX secolo: Il Fuoco, pubblicato nel 1900.
La trama dell’opera ruota attorno alla città di Venezia e ad alcuni suoi abitanti.
Nel secondo libro, il protagonista, Stelio, incontra un vecchio e malato Richard Wagner. Per quanto la prospettiva sia quella di uno studioso di cultura latina, completamente avverso alla letteratura tedesca, il compositore viene riconosciuto nel valore del genio assoluto.
La stima del Vate nei suoi confronti fu talmente sconfinata da far credere in modo erroneo, alla fine dell’opera, di aver tentato di presenziare ai funerali del musicista, volendo portare la bara.

Il monumento a Wagner ai Giardini

La figura di Wagner è oggi entrata nel nostro immaginario in un modo tutt’altro che convenzionale.
Il ritratto scultoreo del compositore è, infatti, collocato in bella mostra presso i Giardini Napoleonici (o della Biennale).

Fritz Schaper, Ritratto di Richard Wagner, 1908, Venezia

Un busto, posto su un basamento quadrangolare su cui è riportato il suo nome e un pellicano che sfama i suoi piccoli, simbolo cristiano di sacrificio e redenzione.
Il busto venne commissionato da Adolph Thiem, mecenate e collezionista d’arte tedesco, molto legato alla figura del compositore tedesco.
L’esecuzione artistica, però, fu opera di Fritz Schaper, scultore tedesco decisamente famoso nel primo ‘900, che ultimò il ritratto nel 1908, donando ai veneziani un ricordo indelebile di questo grande uomo.

 

Un commento su “Richard Wagner: un tedesco che si innamorò di Venezia

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