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PNRR: inizia il tempo delle imprese. In gioco 235,12 miliardi di euro

PNRR: inizia il tempo delle imprese. In gioco 235,12 miliardi di euro
Change management concept for digital transformation or corporate organizational shift. Hand turning knob with choice between old way and new way. Forward thinking, vision and strategy.

Il PNRR entra a far parte della quotidianità delle aziende italiane.
I fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono infatti in buona parte destinati alle imprese, che numericamente rappresentano la quota più ampia del sistema produttivo del nostro Paese.
Sono dunque soprattutto loro a dover disegnare i progetti che l’Italia andrà a realizzare grazie ai fondi comunitari previsti dal programma Next Generation Eu.
Il Pnrr indica 6 Missioni che riflettono gli assi strategici e prioritari: digitalizzazione e innovazione, transazione ecologica e inclusione sociale.
Protagoniste di questa nuova fase per il nostro Paese, le imprese sono chiamate a contribuire per riparare i danni economici e sociali della crisi pandemica e per affrontare le debolezze strutturali dell’economia italiana. Il loro ruolo sarà decisivo.
Il Pnrr punta infatti a un impatto sulla crescita del 3,6% nel 2026, con un balzo dell’occupazione di 3,2 punti nel triennio 2024-2026.

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La posta in gioco

Il Governo richiede all’Unione Europea il massimo delle risorse RRF disponibili per l’Italia, pari a 191,5 miliardi di euro, di cui 68,9 miliardi in sovvenzioni e 122,6 miliardi in prestiti.
Ai fondi del PNRR si aggiungono quelli resi disponibili dal programma REACT-EU, per 13 miliardi, e altri 30,6 miliardi di risorse nazionali, che confluiscono in un apposito Fondo complementare finanziato attraverso lo scostamento di bilancio dello scorso aprile.
In tutto, sono 235,12 miliardi per la ripartenza dopo la pandemia.

Cosa devono fare le imprese

Allo scopo di ottenere le agevolazioni del PNRR, le imprese dovranno salvaguardare sei obiettivi ambientali: mitigazione dei cambiamenti climatici, adattamento ai cambiamenti climatici, uso sostenibile e protezione delle acque e delle risorse marine – economia circolare, prevenzione e riduzione dell’inquinamento, protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi.
“Ogni volta che un’impresa otterrà una agevolazione cofinanziata tramite il PNRR – si legge all’ Art.17 del regolamento tassonomia UE 2020/852-dovrà dichiarare, per ciascuna spesa, di non arrecare un danno significativo agli obiettivi ambientali e potrà, per questo, essere chiamata a fornire documentazione a supporto”.
Con l’ingresso del PNRR, la sostenibilità non sarà infatti più comunicazione, ma dovrà basarsi su dati reali attraverso, ad esempio, studi di LCA life cycleassistement, grazie ai quali le PMI potranno accedere a tali finanziamenti e iniziare un percorso di sostenibilità.

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Per ottenere i fondi, ci sono delle regole comuni che le imprese dovranno quindi rispettare.
“Dopo la manifestazione d’interesse con la presentazione di una progettazione di massima che indichi obiettivi, impatto, proponenti e definizione della Governance – spiegano gli esperti di SMA Green & Smart Solutions, che al tema ha dedicato importanti webinar ai quali hanno partecipato professionisti e accademici delle Università di Milano e Parma – ci sarà infatti una verifica dell’ammissibilità del progetto proposto con una valutazione di merito da parte di panel di esperti internazionali”.
Solo così sarà possibile, per le aziende, passare alla fase due, quindi alla presentazione “di una proposta integrale con criteri specifici e griglia di valutazione nei bandi”.
Il tutto dovrà esser proposto in inglese e per ogni bando varrà una sola candidatura per tematica.

Un focus diretto sulle missioni dedicate alle imprese: M1; M2

I progetti nella missione “Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura”, hanno l’obiettivo di favorire l’innovazione in chiave digitale, sostenendo l’infrastrutturazione del Paese e la trasformazione dei processi produttivi delle imprese.
Il Ministero punta, inoltre, a sostenere gli investimenti strategici nell’ambito della Transizione 4.0 e favorire i progetti innovativi per le filiere del Made in Italy.
Per le linee di intervento promosse dal Mise sono stanziati complessivamente 14,16 miliardi di risorse previste dal PNRR e dal Fondo complementare.
13,38 miliardi andranno alla Transizione 4.0, 750 milioni alle Politiche industriali di filiera.
I progetti di investimento sono, inoltre, accompagnati dalla riforma sulla proprietà industriale che mira a definire una strategia pluriennale per promuovere la cultura dell’innovazione e gli strumenti di protezione e valorizzazione della proprietà industriale.

Rivoluzione verde e transizione ecologica

I progetti previsti nella missione “Rivoluzione verde e transizione ecologica” hanno l’obiettivo di favorire la transizione verde del Paese puntando su energia prodotta da fonti rinnovabili, aumentando la resilienza ai cambiamenti climatici, sostenendo gli investimenti in ricerca e innovazione, e incentivando il trasporto pubblico sostenibile.

Per queste linee di intervento sono stanziati 1,25 miliardi, al fine di rafforzare gli investimenti sulle principali filiere della transizione ecologica anche favorendo i processi di riconversione industriale e la nuova imprenditorialità.
1 miliardo di euro di investimento per rinnovabili e batterie mira a sviluppare le filiere industriali nei settori fotovoltaico, eolico e delle batterie attraverso tre linee d’azione principali:

  • la creazione di una Gigafactory per la costruzione di pannelli fotovoltaici innovativi ad alto rendimento;
  • la costruzione di uno stabilimento industriale per la produzione di pannelli flessibili per l’eolico;
  • la costruzione di una Gigafactory “ultra-moderna” (4.0) nel settore delle batterie. I tre progetti saranno realizzati attraverso lo strumento dei contratti di sviluppo.

La crescita di startup innovative nel settore della transizione ecologica è supportata con un investimento di 250 milioni per la creazione di un Green Transition Fund (GTF), gestito da CDP Venture Capital, rivolto ai settori delle rinnovabili, dell’economia circolare, della mobilità, dell’efficienza energetica, dello smaltimento dei rifiuti, dello stoccaggio di energia e affini. Il GTF investirà in fondi di venture capital, startup e programmi di incubazione/accelerazione.

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