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Venezia in festa: tutti pronti per il Palio. La sfida delle Repubbliche marinare

Venezia in festa: tutti pronti per il Palio.    La sfida delle Repubbliche marinare

Il primo giugno la sfida contro Amalfi, Pisa e Genova.

 

Venezia, Pisa. Genova. Amalfi.
Se fossimo a un gioco a premi televisivo del tipo “Indovina cosa hanno in comune” la risposta  sarebbe fin troppo facile.
Fin da piccoli, infatti, ci hanno insegnato la storia delle quattro Repubbliche Marinare in perenne lotta tra di loro per il dominio del traffico via mare.
Un mito da sfatare: la rivalità tra le quattro possiamo risale infatti solo ai tempi  moderni.
E’ nata con l’istituzione della palio. Non ci fu mia una guerra contemporanea tra le città in questione, alle quali oltretutto – a voler proprio essere pignoli – dovremmo aggiungere anche Ancona, Gatea, Noli e la “foresta” Ragusa.

Le Repubbliche Marinare

Il palio

La regata, però, esiste e dal 1955, anno della sua creazione, ha lo scopo di rievocare le imprese e la “rivalità” (vera o presunta che sia)  tra le quattro più note repubbliche marinare italiane con un evento che, sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica, si svolge ogni anno ospitato a rotazione dalle quattro e preceduto da un ricco e fedele corteo storico. L’edizione 2019, la sessantaquattresima ufficiale, si terrà a Venezia sabato primo giugno, come stabilito dal Comitato generale che si è riunito il 17 aprile, a Ca’ Farsetti, alla presenza del consigliere delegato alla Tutela delle Tradizioni, Giovanni Giusto, del Segretario del Comitato cittadino di Venezia, Fabrizio D’Oria e dei rappresentanti dei Comitati cittadini di Genova, Pisa e Amalfi.
La data aprirà un fine settimana denso di eventi, con domenica la festa della Sensa con lo Sposalizio del mare.

Le novità del Palio

Sono previste alcune novità rispetto alle sfide precedenti: la partenza sarà sempre all’altezza della Biennale, ma l‘arrivo della competizione sarà in Canal Grande, all’altezza del campo della Madonna della Salute, attrezzato per consentire al pubblico di assistere alla manifestazione e accogliere i regatanti. Il corteo storico, invece, non attraverserà più riva degli Schiavoni, ma verrà fatto passare nel cuore stesso della città. Anche la presentazione degli equipaggi non verrà organizzata in un luogo chiuso, su invito, ma sarà all’aperto e libero per tutta la cittadinanza.

Ma com’è nato il Palio?

L’idea del palio si deve a un cavaliere pisano appassionato di storia medievale, Mirro Chiaverini, che, nel 1945, trovò la collaborazione dell’allora presidente dell’Ente Provinciale del Turismo di Pisa Carlo Vallini. Fu quest’ultimo a girare ufficialmente la proposta ai suoi corrispettivi nelle altre tre città. L’ accordo inizialmente sfumò  per l’opposizione di Venezia, favorevole alla sola sfilata ma non alla regata di sfida.
L’assenso immediato da parte di Amalfi, Pisa e Genova, però, fece cambiare idea ai veneziani e cominciò il lungo iter, che durò fino al 29 giugno 1955, quando  venne effettuata a Genova una prova sperimentale.
Le imbarcazioni ufficiali, costruite dalla cooperativa Gondolieri di Venezia, furono varate il 9 giugno 1956 e la prima edizione si svolse poi a Pisa il primo luglio di quell’anno.

Il regolamento del Palio

Alla gara prendono parte quattro equipaggi composti da otto vogatori e un timoniere.
Le imbarcazioni hanno tutte gli stessi parametri strutturali. Non devono avere a vuoto e compresi gli accessori ad eccezione dei remi un peso inferiore ai 760 kg e, se in passato erano in legno, attualmente per garantire maggiore efficienza e leggerezza in acqua sono realizzate in vetroresina.
La regata si svolge su un percorso lungo due chilometri con caratteristiche peculiari a seconda della città che la ospita: ad Amalfi si rema lungo la costa del Tirreno, a Genova all’interno del bacino portuale, a Pisa nel fiume Arno (controcorrente) e a Venezia sul Canal Grande. È vietato invadere la corsia di un avversario, ma è permesso il cambio di corsia quando un equipaggio si porta di un’imbarcazione avanti rispetto ad un avversario. La vittoria va a chi taglia prima il traguardo con la polena. Per Amalfi è lo zoccolo del cavallo alato, per Genova le narici del grifone, per Pisa gli artigli dell’aquila e, per Venezia, la spada impugnata dal leone alato.

Venezia in testa nella vittoria

La vincitrice della regata riceve in premio un trofeo in oro ed argento, realizzato dalla scuola orafa Fiorentina, che rappresenta un galeone a remi sorretto da quattro ippocampi.
Il trofeo resta in possesso per un anno, fino alla nuova messa in palio nell’edizione successiva. Sulla base del trofeo è inserita ogni anno una medaglia con il simbolo della città vincitrice della Regata. Per ora, Venezia è a quota 33, Amalfi 12, Genova 9 e Pisa 8. Oltre agli appuntamenti annuali, si sono disputate anche alcune edizioni straordinarie.

Il corteo storico

Ad accompagnare la regata, il corteo storico che costituisce il momento centrale di tutta la manifestazione, con la riproposizione di episodi e personaggi che hanno segnato la storia delle repubbliche.
I quattro galeoni  sono riconoscibili dai colori e dalle polene poste sulla prua che raffigurano l’animale simbolo di ciascuna città: Amalfi è  azzurro e con cavallo alato, Genova bianco e con il drago di san Giorgio, Pisa rosso e con l’aquila del Sacro Romano Impero, Venezia verde e con il leone alato.

Le rievocazioni

Nei dettagli, il corteo amalfitano rappresenta la repubblica campana agli inizi dell’XI secolo con i rappresentanti delle varie classi sociali: il duca, i cavalieri con lo spadone, le magistrature, i militari e il popolo. L’episodio proposto è quello del matrimonio tra Giovanni I, figlio e co-reggente del duca Mansone I, e la nobildonna salernitana Regale. Il corteo genovese ripropone il periodo consolare della repubblica. L’episodio rappresentato vede protagonista il condottiero Guglielmo Embriaco che guidò la flotta di Genova nel corso della prima Crociata. Il corteo pisano rievoca l’impresa dell’eroina Kinzica de’ Sismondi, che nel 1004 salvò la città da un attacco saraceno, mentre il corteo veneziano presenta la donazione dell’isola di Cipro a Venezia, avvenuta nel 1489 per merito di Caterina Cornaro, e sfilano il doge, i senatori, gli ambasciatori e il capitano da mar  con il “vessillo di San Marco”, donato a Venezia nel 1171 da papa Alessandro III.

 

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