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I Mori di Venezia. Il tempo tra passato e presente

I Mori di Venezia. Il tempo tra passato e presente

Visitato ogni anno da 12 mila persone, scandisce il passare del tempo dal 1499 e c’è chi lo mantiene in buona salute

Quando si arriva in Piazza San Marco sono tutti con il naso all’insù. Macchine fotografiche o cellulari alla mano, gli scatti si susseguono uno dopo l’altro.
Non c’è dubbio che ci sia l’imbarazzo della scelta riguardo il soggetto da immortale. Ma volgendo lo sguardo a destra della Basilica, lo sguardo va inevitabilmente su un vero e proprio capolavoro di meccanica e bellezza.

La Torre dell’Orologio a San Marco

E’ l’Orologio dei Mori. Fiero, in cima alla Torre all’imbocco delle Mercerie, la via commerciale di Venezia, scandisce il tempo della città.
E’ uno dei gioielli della Fondazione Musei Civici. Ogni anno lo visitano quasi 12 milia persone che vanno a caccia dei suoi segreti. E che ammirano lo splendido scenario mozzafiato che si vede dalla terrazza della Torre. La visita con accompagnatore specializzato è possibile solo su prenotazione (www.torreorologio.visitmuve.it) per un numero massimo di 12 persone alla volta.
Il biglietto per la Torre dell’Orologio dà diritto all’ingresso gratuito al Museo Correr, Museo Archeologico Nazionale e Sale Monumentali della Biblioteca Marciana. Un’occasione da non perdere per scoprire un pezzo di storia veneziana.

L’Orologio dei Mori: 270 anni di salute

Certo è che l’età si fa sentire e “il paziente” di 270 anni, pur godendo di buona salute, richiede particolare attenzione e cure. Ecco allora che arriva Simonpietro Carraro, “il medico” dell’orologio più celebre in laguna. E’ lui che tiene monitorato il suo funzionamento dal 2007, sempre pronto ad intervenire per ogni necessità. E a raccontare con passione la storia di uno dei simboli di Venezia. Perché l’Orologio dei Mori lo conosce molto bene.

La macchina dell’Orologio dei Mori

Ogni suo componente per lui non ha segreti. Basti pensare che nel 1999, anno in cui in occasione dei 500 anni dalla costruzione della Torre è stato restaurato dall’orologiaio Alberto Gorla, Carraro, chiamato per farne il rilievo analitico, l’ha smontato e rimontato due volte. Ha inventariato e disegnato le migliaia di pezzi che lo compongono, portati poi nel laboratorio del restauratore di Cividale Mantovano.

Da dx a sx Simonpietro Carraro, Alberto Gorla e un aiutante al lavoro sul meccanismo dell’Orologio

Un gioiello da preservare

Simonpietro Carraro è un ingegnere meccanico e fin da piccolo ha la passione per l’orologeria.
«Le opere di meccanica – ci dice – hanno bisogno di attenzione e manutenzione, soprattutto perché particolarmente sensibili alle variazioni di temperatura. L’Orologio gode di buona salute. Per la manutenzione ordinaria lo visito un paio di volte al mese: pulisco e lubrifico gli ingranaggi, stringo viti, controllo che tutto funzioni al meglio.

Tàmbure delle ore e dei minuti, Orologio dei Mori

L’attività si intensifica nei giorni dell’Epifania e dell’Ascensione, quando funziona il meccanismo a carillon con la sfilata dei personaggi della Natività e dei Re Magi.
Sono sempre appuntamenti che mi caricano di emozione, confessa il medico-orologiaio. Quando penso che in laguna ci sono tanti orologi quanti sono i campanili esprimo automaticamente un mio grande desiderio: quello di poter fare un censimento per capire quanto e cos’è rimasto del patrimonio di orologi storici veneziani».

Particolare del quadrante dell’Orologio dei Mori

Un orologio? No, un capolavoro di ingegneria e bellezza

L’Orologio dei Mori è nato per indicare l’ora con una sola lancetta. E non su un quadrante di 12 ma di 24 ore. Un quadrante prezioso in oro e smalto blu.
Segna ora, giorno, fasi lunari e zodiaco. Sulla terrazza in cima alla Torre ci sono i Mori che battono le ore con una mazza su una grande campana.
L’orologio è dotato anche di un meccanismo a carillon che si attiva solo nei giorni dell’Epifania e dell’Ascensione. In quelle occasioni, i personaggi della Natività e i Re Magi a ogni scoccare delle ore sfilano da un lato all’altro della piattaforma semicircolare posta sopra il quadrante, rientrando poi nella Torre.

La macchina dell’Orologio

Il cuore dell’intero sistema dell’Orologio è un complicato insieme di ingranaggi situati in una grande struttura metallica a pianta cruciforme posta al centro della Torre, il vero motore del sistema. L’attuale Orologio è stato ricostruito nel1750 da Bartolomeo Ferracina. Il restauro di Gorla a fine anni ‘90 ha modificato significativamente l’originaria macchina, costruita a fine Quattrocento da G. Carlo Rainieri.
Con l’introduzione dell’automazione di ricarica non è infatti più necessaria la presenza stabile di una persona, che prima viveva nella Torre, per farlo funzionare.

La macchina dell’Orologio

La Torre dei Mori

La Torre dell’Orologio non sarebbe la stessa senza i “Do Mori” che puntualmente con una mazza battono le ore su una grande campana. Le due figure in bronzo sono in realtà due pastori, i veneziani però li chiamano da sempre “I Mori” per il loro colore bruno.

Uno dei due Mori in bronzo e la campana dell’Orologio in cima alla Torre

Sono molto simili tra loro ma non uguali perchè a uno dei due manca la barba. Per questo particolare il Moro barbuto è denominato “il vecchio”, l’altro “Il giovane”. E non solo. I Mori segnano le ore battendo la campana ciascuno con il proprio martello: tanti rintocchi quante sono le ore con una precisa modalità. il Moro Vecchio infatti batte sulla campana due minuti prima dell’ora esatta, a rappresentare il tempo passato; il Giovane invece due minuti dopo per indicare il tempo che verrà.

 

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