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Dal Cnr un nuovo algoritmo che “anticipa” le varianti

Dal Cnr un nuovo algoritmo che “anticipa” le varianti

È riuscito ad anticipare l’emergere dell’incidenza della variante Delta a metà luglio e si propone come parametro adatto su cui basarsi per capire meglio la diffusione dell’epidemia, consentendone la miglior gestione anche dal punto di vista delle decisioni politiche.
È il nuovo algoritmo sviluppato dal gruppo di ricerca coordinato da RICMASS, con studiosi del Consiglio Nazionale delle Ricerche, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e dell’Università di Camerino, che è stato presentato in un articolo pubblicato da Scientific Reports.

Il nuovo indice RIC

Basato su criteri quantitativi, il nuovo indice va oltre le ormai note variabili Rt e Td.
“Abbiamo messo a punto – spiega Antonio Bianconi, direttore di RICMASS e dell’Istituto di Cristallografia del CNR – un nuovo parametro, che mette insieme i due precedenti parametri indipendenti: il tasso di riproduzione, ovvero il numero di infezioni provocate da un singolo soggetto, più noto come Rt, e il tempo di raddoppio, Td. Si tratta di metodi diversi, che si compensano l’uno con l’altro. Il nostro lavoro, per capirci, è stato un po’ come mettere insieme spazio e tempo per ottenere la velocità”.

algoritmo coronavirus
Antonio Bianconi, direttore RICMASS e Istituto di cristallografia del Cnr

L’indice RIC è così in grado di descrivere la dinamica quantitativa della pandemia, rapportando l’evoluzione correlata delle due variabili. “Ne risulta – prosegue Bianconi – un singolo numero, in cui non compaiono i possibili errori o le fluttuazioni dei dati presenti nei database, che ci dice la velocità con cui si diffonde l’epidemia”.
Si distingue così tra fase “supercritica”, con valori dell’indice superiori a zero, “sottocritica”, con valori inferiori a zero, e “critica” quando l’indice si attesta tra -0,4 e +0,2. Testato durante la seconda ondata, l’indice ha tra l’altro subito rilevato il rallentamento della diffusione del virus in seguito all’avvio della campagna di vaccinazione in Italia.

La situazione della pandemia secondo il nuovo indice

Il nuovo indice mostra dunque una grande potenzialità per prevedere l’evoluzione del Covid-19.
“Secondo noi – riprende il ricercatore – ci sono le prospettive, ed è già stato mostrato un certo interesse in tal senso, per sostituirlo agli attuali indici matematici, potendo così risolvere anche le questioni con le Regioni. Non siamo invece d’accordo sull’uso a tal fine del numero dei ricoverati”.
Intanto, il RIC-Index è già utilizzato sul sito www.superstripes.net, che ne riporta i dati dell’evoluzione temporale, descrivendo con aggiornamento settimanale l’andamento per le regioni italiane e i Paesi europei.

“Per quanto riguarda la velocità di diffusione – spiega Bianconi – attorno al 10 luglio abbiamo raggiunto in Europa il minimo, più basso anche della prima ondata. La variante Delta è riuscita poi ad aumentare questa velocità, portandoci attualmente in una situazione molto delicata e mai accaduta: una mortalità molto bassa e una velocità che aumenta. E questo è molto preoccupante, perché è probabile che nascano nuove varianti. Per ridurre la probabilità delle mutazioni, è infatti fondamentale diminuire la velocità di diffusione del virus”.

Le diverse strategie di controllo

Il contributo che la matematica può dare alla politica, in questo caso, si lega alle strategie di controllo della diffusione sanitaria. Sapere con anticipo, attraverso i modelli matematici, cosa accadrà nei mesi seguenti può consentire di approntare la miglior risposta. “Italia e Germania – illustra il direttore di RICMASS – hanno adottato le stesse leggi, basate sul vaccino, per contenere la diffusione del virus e le curve matematiche sono analoghe nella loro efficienza. Così come Portogallo e Inghilterra, che hanno cominciato prima, hanno le stesse curve”.

Nel mondo, le strategie adottate sono sostanzialmente di 2 tipi. Quella “atlantica”, basata sui vaccini, e quella “pacifica”, improntata su app di controllo come “Immuni” o il Green Pass. “La seconda – commenta Bianconi – si è mostrata più efficace nei confronti della seconda ondata. Ma anche Paesi come Giappone o Australia, adesso, devono puntare anche sulla vaccinazione. Perché entrambi gli approcci sono necessari per ridurre la velocità di trasmissione. E, soprattutto, è fondamentale l’aumento dei tracciamenti, che per fortuna sta avvenendo”.

Alberto Minazzi

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