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Martin Mystere riparte da Venezia

Martin Mystere  riparte da Venezia

Lo sceneggiatore Ivo Lombardo chiamato da Bonelli per “rivitalizzare” il noto personaggio dei fumetti

Da Sherlock Holmes a Martin Mystere, dal giallo “classico” al restyling di un’icona del fumetto italiano, il passaggio potrebbe sembrare lungo e impegnativo. Ma se, di mezzo, si mette la città di Venezia, che di misteri e delitti è fonte inesauribile, tutto può diventare più semplice.

Per Ivo Lombardo, scrittore prima e sceneggiatore per l’editore Bonelli poi (quelli di Tex per intenderci…), la città lagunare è sempre stata fonte di ispirazione primaria e ora che il suo nome potrebbe diventare più noto anche al “grande pubblico delle edicole” le due passioni di una vita, Venezia e la scrittura, potrebbero felicemente arrivare a coincidere.

Incontriamo Ivo in una giornata nebbiosa, che fa tanto atmosfera “fumo di Londra” e avvicina, così come piace a lui, Laguna e Tamigi.

Partiamo ovviamente dagli esordi: come nasce in Ivo Lombardo l’idea di diventare uno scrittore?

In maniera del tutto casuale. Ricordo che una sera ero uscito con un mio vicino di casa. Arrivati alla soglia della casa del mio amico, mi disse tra il serio e il faceto: “Eppure io ti vedrei molto bene a scrivere una storia di giallo o mistero ambientata a Venezia”. Gli risposi: “Non sono molto ferrato in materia, perché io come gialli conosco solo le storie di Sherlock Holmes”. Il mio amico mi ribatté: “Allora vai a casa e mettiti a scrivere Sherlock Holmes a Venezia”. Io reagii con una sonora risata ma nei giorni seguenti presi la decisione di provare a buttar giù due righe. E ho scoperto questa mia vocazione assolutamente impensata.

Tu sei un “veneziano di ritorno” dopo una infanzia passata a Marsala: perché l’idea di parlare principalmente di Venezia, almeno nelle tue opere come scrittore?

Marsala è stata la mia città da minorenne, Venezia, invece, è la mia città da maggiorenne. In parte la conoscevo già, perché mia madre è veneziana, ma nei miei giri non ero mai andato oltre il caffè Jolanda di Riva degli Schiavoni. Fino a quando la mia passione per il calcio non mi fece conoscere un altro volto della città. Ero andato a vedere Venezia-Pavia e avevo fatto amicizia con alcuni ragazzi che mi fecero scoprire un percorso completamente diverso dai miei abituali, rivoluzionando il mio modo di vivere la città. In questa città ho veramente trovato la mia dimensione mentale. L’unicità di Venezia è per me una fonte pressoché inesauribile di idee e di novità, Sono sicuro che, se fossi vissuto altrove non sarei mai diventato uno scrittore.

E Sherlock Holmes che rapporto ha con Venezia? L’idea da dove arriva?

La conformazione della città avrebbe fornito parecchi spunti al Detective di Baker Street che, secondo me, si sarebbe trovato perfettamente a suo agio tra i canali e le nebbie di Venezia.

Holmes, Edgard Allan Poe, gli studenti inglesi di “L’appartamento veneziano”: Venezia e il mondo anglosassone hanno così tanti punti in comune?

È lo spirito isolano il punto comune delle due realtà. Ricordo un epigramma di un noto poeta locale, Mario Stefani: “Se Venezia non avesse il ponte, l’Europa sarebbe un’isola”. Fa il verso al detto inglese: “Quando cala la nebbia sul Canale della Manica, l’Europa rimane isolata”.

Dopo i libri, l’avventura per te passa al mondo del fumetto: qual è la differenza tra scrivere un libro e scrivere una sceneggiatura per un comic?

Abissale! Nello scrivere un romanzo sei libero di spaziare dove vuoi, mentre per un comic una storia deve essere innanzitutto traducibile in immagini, ricca di colpi di scena ma con un linguaggio che sia avvincente e sintetico per non rubare spazio al disegno.

Lo sceneggiatore ha poi bisogno di un disegnatore per completare l’opera: come sono i rapporti con i fumettisti? Ci si scambia idee e consigli o si lavora prevalentemente da soli?

Finora io ho sempre lavorato in co-autoraggio, con il gruppo dei Mysteriani (Andrea Artusi, Andrea Voglino, Diego Cajelli, Enrico Lotti, Giovanni Gualdoni). Posso dire che lo scambio di idee sta alla base della realizzazione di storie valide e, soprattutto, congruenti nei vari dettagli della trama.

Adesso hai l’arduo compito di rivitalizzare una delle icone del fumetto italiano, Martin Mystere, “ringiovanendolo”: come ci si avvicina, dopo Sherlock Holmes, a un altro mito?

Semplicemente con passione e interesse per il personaggio. È chiaro che devi aver letto molto su di lui, senza, però, aver la pretesa di sovvertire il tutto, ma cercando di aggiungere qualcosa di fresco.

Quali sono le tue fonti di riferimento nel mondo della letteratura e del fumetto italiano?

La letteratura del Novecento, sia italiana che straniera, anche se a me, più che l’autore, interessa l’argomento trattato. Mi piacciono l’avventura, il giallo, il mistero, ma anche saggistica, viaggi ed etnologia. Per il fumetto, seguo le testate bonelliane tradizionali, Walt Disney (le storie di una volta) e Diabolik, mentre non mi piacciono i supereroi.

E, invece, in ambito locale, quali sono i nomi su cui investire per il futuro?

Non vedo al momento autori emergenti di spicco. Purtroppo, la piccola editoria veneta è troppo occupata a pubblicare raccontini e poesie, dopo aver salassato gli autori, senza preoccuparsi di investire su di loro più di quanto non basti per recuperare le spese. D’altro canto, la grande editoria trova molto più comodo utilizzare Venezia come argomento o come cornice, piuttosto che come fonte di nuove idee.

Parlando di futuro, quello di Ivo Lombardo cosa prevede? Dopo libri e fumetti, non manca solo il cinema?

Magari! Rappresenterebbe la mia aspirazione massima, ma preferisco rimanere con i piedi per terra. Vediamo come va questa miniserie e poi si vedrà. Ho, però, in cantiere, un progetto per la realizzazione di alcuni saggi di tipo scientifico, per non dimenticare i titoli di studio acquisiti e le precedenti esperienze lavorative.

Ivo Lombardo nasce a Venezia nel 1964, ma trascorre l’infanzia e la prima adolescenza a Marsala, dove consegue la maturità scientifica. Tornato a Venezia, si laurea in Scienze Biologiche presso l’Università di Padova per poi conseguire un Master in Scienza della pesca presso l’Università di Aberdeen in Scozia. All’attività di biologo affianca presto quella pubblicistica presso giornali e istituzioni culturali venete, nonché quella di scrittore, che lo ha portato a pubblicare, dal 1998 a oggi, “Una partita di calcio a Venezia” (Cartotecnica Veneziana), “Sherlock Holmes a Venezia. Diabolico complotto al Palazzo Ducale” (GB), “Ricordi veneziani di fine millennio” (Supernova), “Strane situazioni (ricordando Edgar Allan Poe)” (La Versiliana). più due romanzi brevi editi in privato. Da lettore appassionato, diventa poi scrittore di fumetti per la Bonelli Editore, con la quale ha realizzato il numero 159 di Dampyr, “La bestia del Gevaudan”, e l’episodio “Marea Rossa” per lo speciale Dampyr n.3. Attualmente è al lavoro, sempre per Bonelli, sui sei numeri della nuova miniserie “Martin Mystere- le nuove avventure a colori”, lanciata a Lucca Comics and Games a novembre. Tra le sue altre grandi passioni, i veneziani lo conoscono come ottimo intrattenitore musicale ed esperto di karaoke. (M.T.)


Tag:  fumetti, mistero

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