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La rivoluzione dell'agricoltura tra droni, robot, gps e sensori

La rivoluzione dell'agricoltura tra droni, robot, gps e sensori

Dall’internet delle cose alle piattaforme satellitari, le tendenze all’avanguardia del settore illustrate da analisi e ricerche di Coldiretti a Fieragricola Tech di Verona

L’agricoltura sta rapidamente evolvendo, tenendo il passo dei tempi e applicando sempre più le nuove opportunità offerte dalla tecnologia.
Una sorta di “rivoluzione digitale” nelle campagne che Coldiretti, la principale organizzazione di settore, ha analizzato presentando i risultati del suo studio in occasione della Fieragricola Tech di Verona.
Ed è emerso che il 64% delle aziende agricole italiane ha adottato una soluzione di “agricoltura 4.0”: dai droni ai robot, passando per sensori, gps, piattaforme satellitari e internet delle cose.
Qualche esempio?
Il robot-contadino “Oz”, lungo 130 cm, alto 83 cm e pesante 150 kg, dotato di un’autonomia di 8 ore e in grado di coprire fino a un ettaro e mezzo di superficie a una velocità di due chilometri all’ora. Può essere utilizzato per la preparazione e il diserbo dei terreni, la semina, l’irrorazione e la raccolta.
Oppure “Demetra” il primo sistema integrato per la gestione online dell’azienda agricola con lettura in tempo reale dello stato di salute delle coltivazioni, dati su previsioni meteo e temperature, fertilità dei terreni e stress idrico.
L’utilizzo della tecnologia consente non solo di aumentare la produttività e contenere i costi, ma anche di combattere i cambiamenti climatici e contribuire al salvataggio dell’ecosistema. Basti pensare che, grazie a sistemi innovativi, è possibile risparmiare fino al 20% di acqua e tenere sotto controllo le invasioni degli insetti. Magari con la “trappola hi tech”, con un sistema fotografico ad alta risoluzione integrato che, grazie al software di riconoscimento visivo, rende possibile il monitoraggio automatico delle catture

agricoltura

Agricoltura 4.0: le cifre di Coldiretti

I risultati dell’analisi della Confederazione dei coltivatori diretti sono riassunti nell’ultimo rapporto dell’Osservatorio Smart Agrifood.
Il dato generale di partenza è il valore del mercato del cosiddetto “agritech”, che in 5 anni è cresciuto da 100 milioni a 1,6 miliardi di euro, con un incremento del 1500%. E la superficie agricola interessata dalle nuove applicazioni tecnologiche è di quasi un milione di ettari: il 6% di quella totale con quindi, sottolinea Coldiretti, “un grande potenziale di crescita soprattutto con l’utilizzo dei Big Data Analytics e del cosiddetto internet delle cose”.
Scendendo nel dettaglio, 4 aziende su 10 tra quelle che puntano sull’innovazione hanno deciso di informatizzare la gestione attraverso l’utilizzo di software specifici e quasi 1 su 4 (il 23%) applica sistemi di monitoraggio e controllo di macchine e attrezzature agricole. Tra le altre soluzioni tecnologiche adottate dalle imprese agricole italiane vi sono quindi servizi di mappatura di coltivazioni e terreni (nel 19% dei casi), sistemi di monitoraggio di coltivazioni e terreni (14%) e sistemi di supporto alle decisioni (12%).

L’orto 4.0 e i cambiamenti climatici

Allo stand riservato al Palaexpo veronese, il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, ha partecipato all’inaugurazione dell’orto 4.0, esempio virtuoso dell’applicazione della tecnologia all’agricoltura.
I coltivatori diretti sono infatti una delle categorie maggiormente penalizzate dall’aumento degli eventi estremi e dalla riduzione delle precipitazioni, risultate nel 2022 inferiori di quasi un terzo alla media storica. Si calcola che i danni in agricoltura, lo scorso anno, abbiano superato i 6 miliardi di euro, pari al 10% della produzione nazionale.
“Con i cambiamenti climatici che incidono sempre più su precipitazioni e temperature – sottolinea l’organizzazione – diventa strategica la gestione delle risorse idriche sia per quanto riguarda la disponibilità di acqua che per il suo utilizzo antispreco con sistemi di irrigazione automatizzati e controllati tramite app sugli smartphone”.
E le soluzioni non mancano. Vi è per esempio una centralina meteo che, monitorando tempestivamente i dati, consente di pianificare le irrigazioni, con un risparmio, secondo uno studio di Consorzi agrari d’Italia, che può arrivare fino a un quinto dell’acqua. Inoltre, è in grado di far scattare allerte per possibili invasioni di insetti nocivi e ottenere previsioni meteo localizzate altamente affidabili.

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Gli strumenti hi-tech per l’agricoltura

La maggior parte degli strumenti riguarda la mappatura e il monitoraggio da remoto dei terreni, l’analisi dei fattori ambientali e geologici, il monitoraggio di macchine e attrezzature e la gestione e organizzazione delle risorse idriche. Si va dai sensori antisiccità, alle nuove tecnologie di evoluzione assistita, ai sistemi integrati con satelliti e computer.

Alberto Minazzi

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