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La Dia compie 30 anni: dalle mafie stragiste alle mafie griffate

La Dia compie 30 anni: dalle mafie stragiste alle mafie griffate

La Direzione Investigativa Antimafia (DIA) celebra i suoi primi trent’anni.
Decenni che hanno portato le inchieste degli investigatori a evolvere con i tempi e che oggi li impegna su fronti che, fino a poco fa, sarebbero sembrati quanto meno inconsueti.
Tra questi, il nuovo Metaverso di Zuckemberg, una realtà virtuale che potrebbe essere utilizzata a scopo di riciclaggio o per la comunicazione tra i clan.
Oppure la nuova “tratta degli schiavi”, così come gli appalti del Recovery fund.
A raccontare il “metamorfismo” delle mafie, nazionali e locali e il conseguente adeguarsi della Dia, sono stati, nel corso di un convegno che si è tenuto a Lecce sul traffico degli esseri umani, i principali protagonisti della lotta alle mafie.
I business cambiano e le mafie hanno affinato le loro modalità di infiltrazione.
Sono, come ha detto la direttrice della Dia di Lecce Carla Durante “mafie griffate, fatte di laureati e di imprenditori e se è vero che non hanno la virulenza e la violenza dell’organizzazione criminale foggiana, rimane alta l’allerta relativamente alle infiltrazioni mafiose e ai “colletti bianchi”.
La Dia ha ripercorso le principali operazioni condotte in questi 30 anni attraverso 34 pannelli espositivi di una mostra itinerante che, dalle stragi siciliane degli anni Novanta, attraversa le attività di narcotraffico arrivando fino alle più recenti inchieste sullo sfruttamento del lavoro irregolare dei migranti e sugli appalti truccati per accedere ai fondi del superbonus.
“Le mafie si rigenerano e riprendono vigore dopo le scarcerazioni periodiche – ha detto il capo della Dia Maurizio Vallone -. E’ necessario dunque monitorare i personaggi di spicco una volta usciti dagli istituti penitenziari e sviluppare l’attività di intelligence per intercettare nuovi affari e modalità. Bisogna vigilare, così come sta già facendo l’attività incessante dei prefetti, che consente di monitorare le gare impedendo che anche quelle ditte collegate solo occasionalmente a gruppi criminali possano accaparrarsi gli appalti del Recovery fund. Oggi sondiamo anche il Metaverso, per evitare che la criminalità organizzata possa utilizzare il mondo virtuale per riciclaggio e comunicazioni.
In collaborazione con Europol e Interpol, che raggruppano dati sovranazionale di 193 Paesi, la Direzione Investigativa Antimafia, infatti, non svolge solo attività giudiziarie ma anche preventive per individuare obiettivi e modalità operative delle organizzazioni criminali.
Responsabilità, ruoli, comportamenti all’interno di ogni singolo nucleo mafioso: sono questi i profili che gli investigatori vanno a ricostruire per arrivare ai vertici del crimine organizzato nazionale e internazionale. Ecco perché il lavoro svolto sul traffico illecito di esseri umani diventa, in un momento storico quale quello attuale, di rilevante importanza.

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