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Irpef: con 3 aliquote, stipendi più alti per il ceto medio

Irpef: con 3 aliquote, stipendi più alti per il ceto medio

Grazie al taglio del cuneo fiscale, intanto, l’Inps prevede, da ottobre, buste paga da 100 € in più per i dipendenti

Passa attraverso la conferma taglio del cuneo fiscale e la riduzione delle aliquote Irpef da 4 a 3 l’aumento degli stipendi degli italiani.
Un aumento netto che, soprattutto attraverso il nuovo meccanismo su cui sta ragionando il Governo relativamente all’imposta sulle persone fisiche, interesserà in particolare il cosiddetto ceto medio, con un po’ di tasse in meno da pagare per chi guadagna fino a 28 mila euro.
Il taglio del cuneo, invece, sta già producendo i suoi effetti positivi per i lavoratori dipendenti. Che, spiega l’Inps nella simulazione inserita nel 22° rapporto annuale, si troveranno già a ottobre almeno 100 euro in più in busta paga.

Aliquote Irpef: si attende la Nadef

Potrebbero risultare di più, se sarà modificato il sistema delle aliquote, che ora prevede 4 scaglioni.
Se ci saranno tutte le condizioni, passeremo a un sistema a 3”, ha ribadito nel corso di un’intervista a Telefisco del Sole 24 Ore il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo.
Nel suo intervento, Leo ha comunque sottolineato che le prime misure sul fisco che entreranno in vigore da gennaio 2024 saranno “a costo zero”.
Già la prossima settimana, comunque, si potrà sapere di più sulla reale possibilità della riduzione del numero di aliquote.
Per mercoledì 27 settembre è infatti atteso l’arrivo dei documenti della Nadef, la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, per capire la reale disponibilità delle risorse necessarie per l’intervento sul meccanismo dell’Irpef.

Le ipotesi in campo per una riduzione delle tasse

Lo schema, confermato dal viceministro, si basa in primo luogo sull’accorpamento delle prime 2 fasce di reddito.
Oggi, chi percepisce fino a 15 mila euro annui ne deve versare il 23% in tasse, con l’aliquota che sale al 25% tra 15 mila e 28 mila euro.
Dall’anno prossimo, ci potrebbe essere un’unica aliquota al 23%.
Ferma restando l’aliquota al 43% per i redditi oltre 50 mila euro, tra le ipotesi circolate c’è anche la riduzione di quella tra 28 e 50 mila euro dal 35% al 27%.

Cuneo fiscale: i benefici

Maurizio Leo ha però ricordato che “la prima norma da rinnovare è quella del cuneo fiscale, che va rinnovata dal primo gennaio del 2024”.
L’intervento per limare il rapporto tra le imposte sul lavoro e il costo totale sostenuto dal datore è infatti in scadenza, dopo aver prodotto negli ultimi anni benefici per contrastare la perdita del potere d’acquisto legata all’inflazione. Nel 2022, si calcola un recupero tra i 30 e i 40 euro al mese per i redditi medio-bassi.
Le nuove simulazioni presentate dall’Inps stimano che, proprio grazie all’introduzione e al successivo aumento dell’esonero sulla quota contributiva a carico del lavoratore, la busta paga dei dipendenti nel mese di ottobre aumenterà di circa 100 euro, con circa un quarto che supererà i 125 euro in più, arrivando in certi casi a superare i 150 euro aggiuntivi. Per i lavori a tempo pieno assunti per tutto l’anno, la media stimata è di 123 euro.
Importi “non trascurabili”, come sottolinea l’Istituto, pensando che la retribuzione media lorda è di circa 1.500 euro e che quella media annua pro capite, nel 2022, è stata di 25.112 euro.

Alberto Minazzi

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