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Invasione di cinghiali in Italia: allarme per la sicurezza delle persone

Invasione di cinghiali in Italia: allarme per la sicurezza delle persone

Nel nostro Paese sono 2,3 milioni, con branchi che si spingono fin dentro i centri urbani. Coldiretti: «Sulle strade provocano un incidente ogni 41 ore»

L’ultimo avvistamento dei primi di agosto è di un cinghiale che nuotava nel Naviglio a Milano e l’animale ancora non è stato catturato. Il bilancio sta diventando preoccupante. Perché questi grossi bestioni che arrivano a pesare fino a oltre un quintale non si fermano davanti a nulla: invadono campagne, strade, spiagge e ormai raggiungono tranquillamente le città mettendo a rischio la sicurezza dei cittadini.

La cronaca di questi ultimi tempi ha raccontato più volte di famiglie di cinghiali tranquillamente a spasso anche per le vie di Roma, in pieno centro.

Un vero e proprio pericolo che oltre a mettere nel panico chi vi si trova faccia a faccia sta causando numerosi incidenti.

A lanciare l’allarme è Coldiretti su dati Asaps, dopo l’ennesimo incidente mortale avvenuto a Mondovì (Cuneo) in cui ha perso la vita una donna a causa di un cinghiale sbucato all’improvviso che ha attraversato la carreggiata sulla quale viaggiava.

Sempre più vicini ai centri abitati

Se sulle strade, secondo quanto rilevato, i cinghiali provocano un incidente ogni 41 ore, in diverse città si grida all’invasione. Perché ormai si trovano sempre più spesso in ambienti urbani. A partire dalla Capitale dove da tempo i cittadini lamentano una presenza crescente di questi animali e temono per la loro incolumità. Tanto che addirittura si starebbe vagliando l’ipotesi di utilizzare un immunovaccino per la sterilizzazione, considerato che le femmine partoriscono tra i tre e i quindici piccoli anche tre volte l’anno.

Il problema della loro presenza è molto sentito anche in Liguria, a Genova, dove le denunce per i danni e aggressioni che provocano sono ormai all’ordine del giorno. In Toscana dopo l’approvazione della legge regionale sul contenimento degli ungulati nel 2016 ne sono stati abbattuti oltre 20 mila in più del 2015. I cinghiali sono sempre più diffusi anche in Puglia, a Bari in particolare dove sono sati avvistati per le strade della città, e hanno fatto la loro comparsa pure in Veneto, fino al Lido di Venezia.

Perché ci sono così tanti cinghiali? «La ragione principale della loro presenza – spiega Mauro Bon responsabile Ricerca e divulgazione scientifica del Museo di Storia Naturale Giancarlo Ligabue di Venezia – è l’ampliamento delle aree coperte da foresta, il loro habitat naturale, che sono maggiori di quasi 2 milioni di ettari rispetto al 1990. E’ un segnale di espansione della specie e ricerca di nuovi spazi come succede per lo scoiattolo, il capriolo e il cervo».

Dalle Regioni l’appello al Governo perché intervenga

Proprio per fronteggiare l’invasione di cinghiali, Coldiretti ha promosso un’alleanza tra il mondo agricolo e il mondo venatorio e della gestione faunistica con il Comitato Nazionale Caccia e Natura (Cncn). Si tratta di una grande rete di migliaia di aziende insieme per il monitoraggio e la gestione del territorio nazionale con l’obiettivo di arginare la proliferazione di fauna selvatica che mette a rischio la vita dei cittadini sulle strade e le produzioni agroalimentari.

Da parte loro, 21 assessori italiani alle Politiche agricole hanno rivolto un appello al Governo.

«L’emergenza cinghiali interessa ormai tutti i territori – ha sottolineato Federico Caner, assessore della Regione Veneto e coordinatore della Commissione Politiche Agricole della Conferenza delle Regioni – ed è urgentissimo un intervento normativo del Governo per modificare la legge 157 del 1992 con l’ampliamento del periodo di caccia al cinghiale e la possibilità da parte delle Regioni di effettuare piani di controllo e selezione nelle aree protette. Siamo di fronte a un problema gravissimo che può diventare irrisolvibile se non si interviene subito. Basti pensare alla devastazione dei terreni che sta compromettendo seriamente diversi raccolti con danni economici ingenti, alla questione sanitaria con le necessità di prevenzione rispetto al diffondersi della peste suina africana, alla sicurezza dei cittadini minacciata sempre più dalla presenza di questi animali nei centri abitati o nei luoghi turistici, alla frequenza di incidenti stradali, spesso anche gravi, causati degli ungulati».

Cosa fare se ci troviamo faccia a faccia con un cinghiale?

«Come tutti gli animali selvatici – continua Mauro Bon – i cinghiali possono aggredire se si sentono in pericolo, presi alle strette o se si trovano in uno stato di confusione. Certo, essendo un animale di grande taglia, nel caso ce lo trovassimo davanti incuterebbe paura. L’importante è mantenere un comportamento il più possibile tranquillo cercando di allontanarsi senza fare movimenti bruschi e comunque tenendolo sott’occhio. Essendo un animale che preferisce muoversi all’imbrunire o di notte, è bene sapere che in quei momenti della giornata è più pericolosa e probabile la sua presenza. Si può cercare di allontanarlo facendo rumore perché tende a essere pauroso e di conseguenza scappa. Rappresenta piuttosto un serio pericolo per le colture e l’ambiente erbaceo in quanto, per procurarsi cibo, scava solchi nel terreno come un piccolo aratro».

L’identikit dei cinghiali

Il cinghiale, nome scientifico Sus scrofa, è un mammifero artiodattilo della famiglia dei Suidi originario dell’Eurasia e del Nordafrica. Nel corso dei millenni è stato a più riprese decimato e reintrodotto nel proprio ambiente e anche in nuovi, dove si è radicato talmente bene da essere considerato una delle specie di mammiferi a più ampia diffusione. Nelle mitologie antiche è una presenza costante.

peste suina

Solo nel corso del XX secolo ha cessato di essere una fonte di cibo di primaria importanza per l’uomo, soppiantato dal maiale, il suo discendente domestico. Il cinghiale ha una capacità riproduttiva elevata e, a parte il lupo, non ha predatori. Gli esemplari adulti misurano fino a 180 cm di lunghezza per un’altezza che può sfiorare il metro e un peso massimo di circa un quintale, talvolta oltre. Vi sono tuttavia variazioni di dimensioni e peso a seconda delle sottospecie. Per quanto riguarda le loro abitudini, sono animali crepuscolari e notturni.
Durante il giorno riposano in buche nel terreno che essi stessi scavano con il muso e gli zoccoli.
Vivono in gruppi composti da una ventina di femmine adulte con i propri cuccioli, guidate dalla scrofa più anziana. In alcune zone con grande ricchezza di cibo si trovano gruppi comprendenti anche più di 50 animali.

Silvia Bolognini

 

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