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Battiston: Col Green Pass si va verso un settembre tranquillo

Battiston: Col Green Pass si va verso un settembre tranquillo
Il fisico ed esperto di analisi dei numeri legati alla pandemia Roberto Battiston

«Se il Green Pass piegherà l’attuale lenta crescita del contagio da Covid trasformandola in decrescita, e c’è motivo di pensarlo, a settembre avremo una situazione come quella dello scorso giugno e potremo affrontare la situazione in sostanziale tranquillità». L’incoraggiante messaggio arriva dal fisico Roberto Battiston.
L’ex presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana e docente universitario è uno dei maggiori esperti dei numeri legati alla pandemia.

A che punto siamo

«La partenza della variante Delta in Italia – premette Battiston – è avvenuta a fine giugno, fortunatamente in una condizione in cui la quantità di infetti presente nella popolazione aveva raggiunto il minimo, probabilmente confrontabile a quella toccata l’anno prima a fine lockdown. Essere partiti da valori così bassi ha fatto sì che il ritmo di crescita degli infetti con questa variante sia stato sì esponenziale, ma molto più lento: circa tre-quattro volte più basso della famosa seconda ondata di ottobre 2020»
Nelle ultime due settimane, la velocità di diffusione del contagio è poi  rallentata.
«Significa – sottolinea il fisico – che la crescita continua, ma con ritmo costante, che significa un’attenuazione. Questo probabilmente è dovuto al fatto che circa il 70 per cento della popolazione è vaccinata, con numeri di crescita vaccinale importanti giorno dopo giorno, l’unico vero baluardo nei confronti della variante Delta».

Due Italie contro un virus

Se i vaccinati, spiega Battiston, sono da considerarsi sostanzialmente protetti, si può così affermare che «ci sono due Italie che stanno affrontando questa ondata».
«Il secondo elemento caratterizzante di questa fase – prosegue – è che fatto 100 il numero di infetti attivi, dopo avere  sottratto i guariti, ad andare in ospedale è una frazione tre volte più piccola che in ottobre. I motivi sono gli stessi: per due terzi si tratta di persone vaccinate. Che, nella maggior parte dei casi, prendono un’infezione lieve, con pochi rischi di sintomi gravi e rarissimi casi di  decessi».

Il problema riguarda il restante terzo di infetti, cioè i non vaccinati, sui quali il virus, come prima, ha conseguenze via via crescenti in relazione all’aumentare dell’età.
«Un altro dato di queste settimane – aggiunge Battiston – è la crescita dei decessi quotidiani: dalle poche unità quotidiane di inizio luglio si è via via saliti, arrivando a toccare quota 25-30 al giorno, 220 la settimana. E sono dati che è presumibile cresceranno ancora, perché la frazione di popolazione non protetta dal vaccino subisce  l’ondata come in passato, senza una protezione particolare come era quella del lockdown o delle zone rosse. Quando  le mascherine non riescono a fare il loro dovere, se questo terzo di popolazione ha la sfortuna di entrare in contatto col virus, soprattutto se sopra i 50 anni,  spesso finisce in ospedale con tutte le conseguenze del caso. Che è quanto sta accadendo».

Cosa succederà in futuro?

Partendo da queste premesse è dunque possibile fare delle previsioni per quello che presumibilmente ci attenderà.
«Se le cose proseguiranno così, con un ritmo pur lento di crescita costante ma senza nulla che cambi l’andamento – illustra il fisico – arriveremo a settembre-ottobre con valori comunque importanti, come quelli visti ad esempio in Inghilterra o Spagna, anche se limitati ai non vaccinati. Compresi i ragazzi tra 0 e 12 anni, che sono una frazione importante della popolazione».

È qui che il Green Pass, introdotto il 6 agosto con lo specifico obiettivo di tenere separati i contagiabili dagli infetti, in particolare nelle occasioni sociali di assembramento, può giocare un ruolo determinante. «C’è ragione di aspettarci – afferma Battiston – che già nelle prossime settimane ne vedremo gli effetti. Cioè è presumibile che si torni a vedere una lenta e regolare decrescita, come quella che per 14 settimane consecutive si è registrata da inizio aprile a giugno».

coronavirus battiston

Verso una situazione “gestibile”

Quanto accaduto la scorsa primavera fu dovuto al fatto che il vaccino si dimostrò una difesa molto forte contro la variante Alfa, di cui superò il livello d’attacco e ridusse l’incidenza giornaliera. «Se la situazione fosse continuata così – riprende il fisico – saremmo ora in una situazione di pieno controllo, con bassissimi numeri e valori dei decessi confrontabili con altre malattie, come influenze e polmoniti ordinarie».

L’avvento della variante Delta ha invece mantenuto elevata l’allerta. «Pur con un vigore più basso rispetto ad altri Paesi – ricorda Battiston – anche il Italia questa variante ha mantenuto un’elevata contagiosità. Per fortuna, le scelte vaccinali fatte dal nostro Paese, a differenza di altri, hanno garantito una buona protezione col vaccino da questo virus modificato. E, se grazie al Green Pass avremo tassi in decrescita, la situazione sarà gestibile».

Verso la convivenza col virus

Sia chiaro: anche se ciò avvenisse, tecnicamente non si potrà parlare di un Covid scomparso: la malattia sarà sempre presente, anche perché ci saranno circa 6,5 milioni di bambini e ragazzi fino a 12 anni che non potranno essere vaccinati.
«Il dibattito in tutto il mondo – rimarca Battiston – è ora concentrato soprattutto su due temi: terza dose e vaccinazione pediatrica. Sono due fattori importanti, che spingono nella stessa direzione, perché si parla sempre di un aumento della protezione. Anche perché va detto che, sia pure per una piccolissima frazione, anche in età pediatrica si registrano sintomi seri e rischi di decesso. E, soprattutto, i più piccoli sono un grande serbatoio di trasmissione»,

Già l’andamento della campagna vaccinale è comunque incoraggiante. A questo ritmo, di qui a metà settembre ci saranno circa altri 3,5-4 milioni di vaccinati, almeno con una dose. «Compresi i più piccoli – fa il conto il fisico – rimarranno 12-13 milioni di non vaccinati, quindi numeri piuttosto  contenuti, che permetteranno di ragionare su una sostanziale riapertura in sicurezza del sistema-Paese, compresi scuola e imprese ». Sempre varianti permettendo. Anche se, pure in questa direzione, Battiston è cautamente ottimista. «Il punto chiave – conclude – è capire se una nuova variante è o meno in grado di superare le protezioni vaccinali. E, al momento, non mi risulta che ci siano segnali in tal senso».

Alberto Minazzi

 

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