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Elezioni 2024: compensi più alti per scrutatori e presidenti

Elezioni 2024: compensi più alti per scrutatori e presidenti

Lo stabilisce il decreto approvato dal Consiglio dei ministri che fissa anche l’“election day” per l’8 e il 9 giugno

Ci saranno più schede da scrutinare, in conseguenza della fissazione del cosiddetto “election day”, che accorpa in un unico appuntamento le elezioni europee che vedranno coinvolta tutta Italia e quelle amministrative nelle realtà che saranno chiamate al rinnovo della composizione degli enti locali.
Ma, per i presidenti di seggio e per gli scrutatori che si proporranno per seguire le procedure e gestire le procedure elettorali nella tornata di votazioni in programma per la primavera 2024, ci sarà anche un ritorno economico più sostanzioso, con aumenti di rispettivi gettoni di presenza pari al 30%.
Lo prevede il decreto legge, appena approvato dal Consiglio dei ministri, che “introduce disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali dell’anno 2024 e in materia di revisione delle anagrafi della popolazione residente e di determinazione della popolazione legale”.

I compensi di scrutatori e presidenti

A dare l’annuncio e a illustrare i motivi degli aumenti, che innalzano i compensi a forfait per gli scrutatori da 120 a 156 euro e quelli per i presidenti da 150 a 195 euro, è stato, nel corso della conferenza stampa al termine della riunione a Palazzo Chigi, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che ha proposto il decreto insieme alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
La decisione di prevedere “un gettone di presenza più elevato per il personale impiegato ai seggi elettorali” si lega alla perdita di appeal registrata nel corso degli anni per lo svolgimento di questi compiti, anche in considerazione del fatto che l’entità del compenso per questa attività una tantum non era da molti ritenuta più adeguata al tipo di impegno richiesto.
“Negli anni – ha ammesso Piantedosi – stiamo registrando una sempre minore attrattività economica di questa funzione e una sempre minore partecipazione cui siamo spesso costretti a porre rimedio con provvedimenti d’urgenza negli ultimi giorni”. Di qui la decisione che, economicamente, fa salire a 27,7 milioni il costo complessivo della consultazione elettorale.

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L’election day

Consentirà invece un risparmio la conferma, nel “decreto elezioni”, dell’accorpamento di elezioni amministrative ed europee, che si svolgeranno a giugno nelle date di sabato 8 (dalle 14 alle 22) e domenica 9 (dalle 7 alle 23). Sarà solo la terza volta, dopo le elezioni europee del 2004 e 2009, che le urne in Italia saranno aperte il sabato.
“Piemonte e Basilicata – ha chiarito Piantedosi riguardo alla possibilità di election day in due delle regioni che saranno chiamate al voto territoriale – hanno i requisiti, se vogliono, per andare al voto sabato 8 e domenica 9 giugno, ma è una decisione che devono prendere autonomamente”.
L’election day, oltre che ai vantaggi dal punto di vista dei costi, dovrebbe incentivare la partecipazione. In tal senso è stato previsto anche “un quorum agevolato di partecipazione al voto in zone particolarmente disagiate, dove le consultazioni elettorali in alcuni casi vanno deserte o si presenta una sola lista. Il quorum viene abbassato dal 50 al 40%, proprio per favorire il buon esito del voto”.

Oltre il secondo mandato: cosa cambia

Riguardo infine al tetto ai mandati degli amministratori locali, la decisione del Governo inserita nel decreto è stata quella di non eliminarlo per tutti gli enti, ma solo per le realtà più piccole. Il limite di permanenza del sindaco dei Comuni che hanno tra 5 mila e 15 mila abitanti è infatti innalzato a 3 mandati mentre è stato eliminato ogni limite di mandato per quelli sotto i 5 mila abitanti.

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Per l’anno 2024, per l’elezione del sindaco e del consiglio comunale nei Comuni fino a 15 mila abitanti, ove sia stata ammessa e votata una sola lista, sono inoltre eletti tutti i candidati compresi nella lista e il sindaco ad essa collegato, purché abbia riportato un numero di voti validi non inferiore al 50% dei votanti e il numero dei votanti non sia stato inferiore al 40% degli elettori.
Per i comuni con popolazione superiore a 15 mila abitanti, viene invece confermata la disciplina precedente, che consente un terzo mandato solo se uno dei 2 precedenti ha avuto durata inferiore a 2 anni, 6 mesi e 1 giorno. Nessuna previsione, invece, è stata inserita riguardo ai tetti regionali, che restano così di 2 mandati consecutivi.

Alberto Minazzi

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