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Cyberbullismo: arriva l'app per aiutare a prevenirlo

Cyberbullismo: arriva l'app per aiutare a prevenirlo

Il progetto, avviato dall’Università di Padova, punta sull’intelligenza artificiale per monitorare il rischio nelle conversazioni online

Circa 3 ragazzi su 4 sono vittime di attacchi in rete.
È la stima del Centro studi della Fondazione Carolina onlus, che si occupa proprio di prevenzione e cura del cyberbullismo e di altri disagi on line di bambini e ragazzi.
La Fondazione prende il nome da Carolina Picchio: una ragazza novarese che, a gennaio 2013, decise di togliersi la vita dopo la pubblicazione su internet di un video in cui, mentre lei era priva di coscienza, alcuni suoi coetanei giocavano con il suo corpo mimando atti sessuali. Immagini che, rilanciate sui social, furono poi oggetto di pesanti insulti.
Carolina fu la prima persona in Italia ufficialmente riconosciuta come vittima di cyberbullismo.
Però, “nonostante la continua e trasversale opera di sensibilizzazione rispetto a queste tematiche – commenta il segretario generale della Fondazione, Ivano Zoppi – i casi sono in costante aumento”.
“Per tutelare i minori online – prosegue Zoppi – oggi è indispensabile fornire strumenti”.
Parte da queste riflessioni il progetto “Net Guardian”, lanciato da Carolina onlus insieme al Dipartimento di Filosofia dell’Università di Padova per provare a dare una risposta “alla necessità di agire concretamente dalla parte dei più giovani e delle loro famiglie”.

Una app per segnalare e combattere il cyberbullismo

Net Guardian” è, in sostanza, uno strumento attraverso cui misurare nelle conversazioni digitali il rischio di cyberbullismo tra i giovani.
Un fenomeno, spiegano gli esperti, che sempre più spesso parte dall’ambito scolastico, traducendosi anche in un significativo aggravio di costi per il sistema economico, sociale ed educativo.
Il progetto, avviato a febbraio 2024, ha ricevuto un finanziamento di circa 230 mila euro dalla Fondazione Tim attraverso il bando “Call for Ideas- Ricerca e Istruzione”.
La somma servirà per realizzare e sviluppare, entro giugno 2025, una app basata su un modello di intelligenza artificiale in grado di misurare l’esposizione a potenziali violenze on line.

cyberbullismo

Una volta realizzata, la app sarà messa a disposizione di studenti, servizi scolastici e associazioni attive nella prevenzione al cyberbullismo per monitorare le conversazioni digitali e consentire di attivare tempestivamente, qualora emergano particolari criticità, interventi mirati in base alla gravità dell’aggressione verbale rilevata attraverso la rete territoriale per la tutela delle potenziali vittime.

Una scala per misurare il rischio di cyberbullismo

Utilizzando la Ai e uno specifico algoritmo per l’analisi automatico del testo, la app sarà in grado di individuare e classificare i rischi su tutte le piattaforme di messaggistica, attraverso una valutazione e categorizzazione del linguaggio utilizzato su una scala da 1 a 10.
Un sistema che consente sia di agire preventivamente, diminuendo il numero di “falsi positivi”, sia di intervenire senza dover attendere, come avviene oggi, una segnalazione, normalmente da parte di terzi.
“La app – illustra il coordinatore del progetto, Gian Piero Turchi del Dipartimento dell’Università di Padova – prevede anche una chatbox, che registra l’input (testo o screenshot di chat) e restituisce un output in valore numerico misurando il rischio di cyberbullismo espresso dalla conversazione”. La chatbox sarà sperimentata nelle scuole.
Quantificando, se il valore oscilla tra 1 e 3 (basso rischio), viene chiesto allo user di continuare ad inserire nell’app le successive conversazioni. Quando si sale nell’area di medio rischio (valore tra 4 e 7) gli si consiglia di prendere contatti con i servizi del territorio. Se poi il valore supera quota 7, l’utilizzatore viene avvisato che sarà contattato da una task force di cyberbullismo.

Bullismo e cyberbullismo in Italia: le statistiche

Il Ministero della Salute dedica un’apposita pagina web al tema di bullismo e cyberbullismo, che riporta i dati della “Sorveglianza Health Behaviour in School-aged Children (Hsbc)”.
Secondo le più recenti rilevazioni, relative al 2022, gli atti di bullismo subiti a scuola sono più frequenti tra i più piccoli, tra 11 e 13 anni, e per le ragazze, tra cui il fenomeno è in crescita.

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Quanto al cyberbullismo, il rapporto evidenzia che risultano vittime il 17.2% dei maschi e il 21,1% delle femmine nella fascia di età 11 anni; i tredicenni coinvolti sono il 12,9% dei ragazzi e il 18,4% delle ragazze; gli adolescenti di 15 anni sono il 9,2% dei maschi e l’11,4% delle femmine.
Lo studio internazionale Hsbc, attivo dal 1983, indaga anche alcuni aspetti del contesto di vita familiare e scolastico, riferendo per esempio che all’interno delle famiglie, al crescere dell’età diminuisce la facilità con cui i ragazzi si aprono ad entrambi i genitori: in generale, il 68% dei ragazzi e il 60% delle ragazze dichiara livelli elevati di sostegno familiare, ma nei 15enni la percentuale si abbassa fino al 52% nelle ragazze e al 61% nei ragazzi.

Alberto Minazzi

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