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Covid, un algoritmo ci dirà chi vaccinare per primo

Covid, un algoritmo ci dirà chi vaccinare per primo
Vaccino anti-Covid19

Un algoritmo in grado di dire il nome e e il cognome di chi si deve vaccinare prima degli altri.

È la scoperta messa a punto da un’équipe di statistici dell’Università Milano Bicocca. È possibile individuare precisamente, in base al profilo clinico, chi ha diritto di sottoporsi per primo alla somministrazione del siero anti-Covid.

Lo studio

L’algoritmo elaborato lavora su persone tra i 18 e i 79 anni. E, secondo i ricercatori, consentirebbe di evitare moltissime intubazioni e anche decessi.

Il sistema calcola l’indice di fragilità dei soggetti, ottenuto incrociando le informazioni della banca dati degli assistiti delle regioni prese in considerazione con i flussi dei tamponi, dei ricoveri e dei decessi per Covid nella prima ondata e nella seconda.

Le regioni interessate dal monitoraggio sono Lombardia, Valle d’Aosta, Marche, Puglia e Sicilia, per un totale di circa 16 milioni di persone, un quarto della popolazione italiana. L’algoritmo proposto e sviluppato ha identificato 23 condizioni patologiche che sono risultate indicative del rischio clinico.

Allo studio, guidato dal docente di Statistica medica di Milano Bicocca Gianni Corrao, hanno preso parte anche professori e medici internisti, tra cui Giuseppe Mancia dell’Università Milano Bicocca, il diabetologo Agostino Console, e Flavia Carle, docente di Statistica medica.Le malattie connesse

Malattie, ricoveri e decessi

Secondo la ricerca, le malattie che hanno causato ricoveri e decessi sono i disturbi mentali (per ragioni comportamentali e trattamenti farmaceutici), la gotta, le malattie che prevedono l’uso di farmaci oppioidi, malattie neurologiche come epilessia e Parkinson. Ma anche le patologie che richiedono trattamenti prolungati con corticosteroidi, come l’artrite reumatoide, il lupus e le anemie.

Di queste 23 malattie, che pesano sul progredire dell’infezione da Covid, fanno ovviamente parte il diabete, le patologie vascolari, quelle respiratorie, la cirrosi epatica, le malattie del rene. E ce ne sono anche altre, che non rientrano tra quelle riscontrate che non fanno parte della lista del Ministero per individuare i soggetti fragili.

I risultati e le prospettive

“L’utilità di questo algoritmo – ha spiegato Gianni Corrao – certamente dipende anche dalla velocità con cui si procede con i vaccini, e consente di evitare ricoveri, intubazioni e morti. In ogni caso, già evitare la ventilazione assistita, e sa bene di cosa si parla chi l’ha subita, sarebbe già un grosso risultato. Questo algoritmo è in grado di attribuire a ogni cittadino il grado di vulnerabilità al Covid“.

I risultati dello studio sono stati inviati al Ministero della Salute per una valutazione. In un momento in cui in Italia prosegue senza sosta la campagna vaccinale, lo studio, se ritenuto attendibile dalle autorità competenti, permetterebbe di somministrare il vaccino in modo mirato ai soggetti che ne necessitano a prescindere dalla fascia di età di appartenenza.

Valentina Rossi

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