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Covid, per l'autunno la nuova strategia vaccinale.

Covid, per l'autunno la nuova strategia vaccinale.

L’evoluzione della risposta farmacologica segue quella del virus: da ottobre vaccini bivalenti per tutte le varianti

Dopo la fine dello stato di emergenza sanitaria e nel pieno di una sorta di mini-ondata estiva, con la diffusione del contagio che ha ripreso la crescita e non è mai così elevata nella stagione calda dall’inizio dell’era-Covid, è comunque già tempo di iniziare la riflessione in vista di una quantomai probabile recrudescenza della malattia nel prossimo autunno.
Così, se Ema (l’agenzia del farmaco europea) ha appena approvato il nuovo vaccino basato sul virus inattivato Valneva, sesto vaccino raccomandato nel’Unione, gli altri vaccini a Rna messaggero si stanno ricalibrando su Omicron, oggi dominante mentre un vaccino a Rna efficace contro le sue sottovarianti sta per essere messo a punto da una start-up italiana.
Ma sono soprattutto sui vaccini bivalenti contro tutte le varianti, per questo chiamati panvaccino, che sono concentrate le aspettative.
“Sui nuovi vaccini aggiornati a Omicron – fa il punto l’infettivologo Stefano Vella, docente dell’Università cattolica Sacro Cuore di Roma ed ex presidente dell’Agenzia italiana del farmaco Aifa – pare che Ema e Fdi abbiano già ricevuto i dati. E sicuramente tra settembre e ottobre speriamo di avere anche decine di vaccini nuovi, anche non a rna, che potrebbero spingere a vaccinarsi chi non l’ha fatto per paura. E allora sapremo quale sarà il modo di migliore per organizzare la nuova strategia vaccinale”.

strategia vaccinale
Stefano Vella infettivologo

Vella: “Comunque meglio non ammalarsi”

Nonostante la nuova variante che si sta imponendo, la BA.5, sia un po’ meno aggressiva, infatti, ricorda l’infettivologo, il Covid non è una passeggiata.
“Probabilmente ricomincerà a minacciare soprattutto i più fragili, ma rappresenta ancora un pericolo per tutti, anche perché lascia strascichi, dall’astenia alla tosse, almeno nel 30% di chi si infetta. E’ molto peggio di un’influenza, anche se pure quest’ultima è una malattia tutt’altro che banale. E poi il long Covid – sottolinea – sembra colpire molto i bambini. La conclusione è quindi che è meglio non prenderlo. Vale lo stesso discorso dell’aids: adesso ci sono i farmaci per curarsi, si muore di meno, ma è decisamente preferibile evitare queste malattie”.

La circolazione sommersa del virus

Invece, i casi aumentano e, dice Vella, “continueranno ad aumentare. Sarei cauto sull’ondata di ottimismo. Molte persone, anche se sintomatiche, non fanno neanche più il tampone per non restare in isolamento. Ritengo quindi che ci sia una circolazione sommersa del Covid molto elevata”.
E’ stata abbassata troppo la guardia, la gente è stanca “ma non è il caso di mettersi a rischio -ricorda -. La mascherina, per esempio, ormai è obbligatoria solo in alcuni posti, ma personalmente consiglio di tenerla in tasca, perché qualche assembramento c’è sempre e in questi contesti il virus viaggia alla grande. Inoltre, i vaccini proteggono dalla forma severa della malattia, ma non sempre anche dal contagio, come molti hanno pensato, soprattutto all’inizio: non esiste nessun vaccino in grado di proteggere completamente dalle infezioni e questo virus è molto intelligente. È un po’ come parlare di incidenti stradali e di air bag: la gente muore sicuramente meno in macchina, ma non è che non ci siano più decessi sulle strade”.
Il vantaggio, rispetto al passato, è dunque quello di poter fronteggiare meglio gli attacchi del virus.
“In questi anni – ammette il medico – abbiamo imparato tante cose: non siamo più al punto zero ed è per questo che il virus sembra meno cattivo”.

strategia vaccinale

Dall’estate alla nuova campagna vaccinale

Al via, dunque, la pianificazione di come far fronte all’autunno.
” Adesso cerchiamo di capire cosa succederà quest’estate, aspettiamo di avere dati che vadano al di là di quelli preliminari sulla capacità dei nuovi vaccini su tutte le classi d’età.
Sicuramente, però, a ottobre il ministro dovrà capire se ricominciare una pur complessa campagna a tappeto, per cui ci vorranno sicuramente richiami, visto che le nuove varianti sono in pratica nuovi virus. È come se si fosse passati dalla scimmia all’uomo”.

Non solo Covid: l’allarme polio

Ne ha fatta di strada, insomma, il Sars-CoV-2, come ebola, un virus del pipistrello che, conta relativamente che questo sia avvenuto in laboratorio o attraverso gli animali domestici, è arrivato all’uomo. Ma ogni virus fa storia a sé. Basta pensare alla poliomielite, il cui virus è tornato a ripresentarsi nelle analisi delle acque reflue di Londra.

“È un dato che preoccupa – ammette Vella – anche perché sappiamo che alcuni focolai si erano presentati anche in Ucraina, ancor prima della guerra, anche se queste malattie tornano quasi sempre in zone di conflitto, dove crollano le coperture sanitarie. Un’altra spiegazione è l’abbassamento della copertura vaccinale dei bambini, che è uno degli impatti negativi del Covid. In tal senso mi aspetto anche qualche caso di morbillo. A livello globale, per fortuna mi sembra non in Italia, si è accumulato un gap vaccinale importante: non bisogna quindi mai dimenticare che, oltre a quello contro il Covid, ci sono anche altri importantissimi vaccini”.

Alberto Minazzi

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