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Clima 2022: una nuova Mappa per affrontare la crisi energetica e climatica

Clima 2022: una nuova Mappa per affrontare la crisi energetica e climatica

La Roadmap italiana per guidare la transizione

Giovedì 14 luglio 2022, all’auditorium Ara Pacis di Roma, si è tenuta la terza Conferenza nazionale sul clima organizzata da Italy for Climate (I4C), l’iniziativa ad opera della Fondazione per lo sviluppo sostenibile che vede la collaborazione di imprese e associazioni sensibili al tema del Cambiamento climatico.
Lo scopo: promuovere la Roadmap climatica italiana, un documento annuale che, in accordo con il Green Deal e gli Accordi di Parigi, porti l’Italia ad affrontare concretamente la Transizione energetica e la crisi ambientale che vivremo nei prossimi anni.
Tema principale della Conferenza è stata l’Energia.
Le contingenze storiche, tra la guerra in Ucraina e il primo, tangibile e drammatico segno del surriscaldamento globale del clima, hanno portato a riflettere innanzitutto sulla risparmio energetico, sull’ efficientamento e sulle decisive spinte necessarie alla svolta sulle fonti rinnovabili, tanto dal punto di vista ambientale quanto su quello sociale ed economico.

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Le cinque tappe per il 2030

Fatto il quadro della situazione italiana, l’ex parlamentare Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, ha fissato i cinque punti fondamentali su cui insistere da subito: aumentare il risparmio e le energie rinnovabili dal 20% al 45% entro il 2030; nel medesimo anno, arrivare a produrre l’84% del fabbisogno elettrico nazionale via fonti green (oggi siamo al 41%). Azzerare l’uso del carbone e diminuire il consumo di petrolio e gas naturale del 41% e del 45%, con una conseguente diminuzione di gas serra del 60%, sempre entro il 2030.

Le rinnovabili portano investimenti e lavoro

Negli anni, la Transizione ecologica è stata frenata dalla presunta sconvenienza economica. E’ ormai assodato invece, ha rilevato il direttore generale di IRENA- International Renewable Energy Agency,  che le fonti rinnovabile creerebbero 14 milioni di posti di lavoro nel mondo con investimenti pari a 140 miliardi: gli stessi che vengono persi annualmente dal PIL mondiale a causa del Climate change.

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Piani di sostenibilità e interventi per il clima

I fronti su cui lavorare in vista di un futuro sostenibile sono diversi.
Poiché, come ha sottolineato il presidente dell’Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA) Stefano La Porta, ormai il cambiamento climatico e la straordinaria siccità che stiamo vivendo siano in realtà fenomeni del tutto ordinari, i dati raccolti da ISPRA annualmente “dovrebbero aiutare chi legifera ad adottare le regole migliori per attuare dei piani di sostenibilità”.
Un ‘fermo immagine’ significativo, nell’enorme mole di dati disponibili, è stata fornita da Andrea Barbabella, coordinatore I4C.
A fronte di un aumento dei consumi elettrici stimato del 10% entro il 2030, per esempio, questi ci dicono che l’Italia dovrebbe produrre almeno 30GWh in più. A stento si produce 1GWh nuovo ogni anno.

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La soluzione passa per i pannelli fotovoltaici su tetti e coperture, oltre alla suddivisione di ruoli e competenze a livello regionale e comunale. Inoltre, il 44% del consumo energetico è a carico delle abitazioni: serve, entro il 2025, intervenire sull’efficientamento di almeno 3 milioni di edifici.

La povertà energetica

Si pone, infatti, anche un nuovo tema, che è quello della povertà energetica.
La visione del problema ambientale, è stato evidenziato, deve ormai andare di pari passo con quello economico, sociale e lavorativo.
Le soluzioni da prendere dovrebbero quindi tener conto dei diversi fattori, creando posti di lavoro e facendo fronte alle situazioni più disagiate con i giusti interventi: sistemazioni delle case popolari e ammortizzatori sociali, a fronte di una soglia di povertà energetica che si è alzata, dal pre al post pandemia, da 35 milioni a 80 milioni mondiali.

Damiano Martin

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