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Il treno del milite ignoto. Nel suo centenario, si ripete un rito collettivo

Il treno del milite ignoto. Nel suo centenario, si ripete un rito collettivo
Roma, Altare della Patria

Cent’anni fa, un treno entrava a passo d’uomo nelle stazioni italiane, dove veniva salutato da uomini e donne di tutte le età e di tutti i ceti sociali. Nella storia d’Italia è stato il più atteso, accolto, infiorato e rispettato di sempre.
Non era un convoglio qualsiasi.
Sopra il fusto di un cannone, trasportava l’Eroe degli Eroi, il Figlio d’Italia: il Milite Ignoto, il caduto senza nome della Grande Guerra appena conclusa.
Nonostante la fase di grandi scioperi e scontri di piazza dei primi anni successivi alla vittoria sull’Austria-Ungheria (4 novembre 1918), dalla fine di ottobre fino all’anniversario, ogni confronto politico, sociale ed economico veniva interrotto nel rispetto dell’importante passaggio del treno: un momento di raccoglimento collettivo del Paese.
Che si è ripetuto anche quest’anno, con l’arrivo alla stazione Termini di Roma il 2 novembre.

Il milite ignoto

Partito da Aquileia e diretto nella capitale, sulle tracce dello stesso percorso del 1921, il treno è stato accolto a Roma tra gli applausi. In stazione, il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, il ministro della Cultura Dario Franceschini, il ministro delle Politiche giovanili Fabiana Dadone e l’amministratore delegato di Fs Luigi Ferraris.
E il pubblico giunto per rendere omaggio allo sfortunato eroe senza nome scelto per rappresentare i quasi 700 mila morti della Grande Guerra. Un padre, un figlio, un marito, un ragazzo proveniente da quell’Italia contadina bistrattata ma allo stesso tempo chiamata a dare i suoi uomini come carne da cannone.

milite ignoto

La scelta di Maria

L’idea di dedicare un monumento al soldato ignoto viene dagli inglesi, dai francesi e dagli americani.
Nel 1920 un militare senza nome venne seppellito nell’abbazia di Westminster, sotto il pavimento dell’Arc du Triomphe a Parigi e al cimitero di Arlington, a Washington.
Quello italiano fu invece posto nel sacello del Vittoriano a Roma, che dal 4 Novembre 1921 diventò l’Altare della Patria.
A scegliere il feretro fu una donna. Non una qualunque: Maria Maddalena Blasizza, mamma di Antonio Bergamas, un soldato triestino che decise di disertare e di arruolarsi volontariamente nell’esercito italiano.
Antonio morì il 18 giugno 1916 sul Monte Cimone, in occasione della controffensiva italiana sull’Altopiano di Asiago.
Seppellito nel campo di battaglia, la salma non venne più ritrovata.
Maria rappresentava quindi tutte le mamme italiane che avevano sofferto una perdita in guerra. Ma il suo compito fu duro: dovette infatti scegliere tra 11 bare di soldati provenienti dai vari campi di battaglia tra il Carso, il Piave, l’Ortigara, il Montello, l’altopiano di Asiago. Il prescelto sarebbe stato poi caricato su un treno e portato con tutti gli onori a Roma.

Perché Aquileia

Il tutto avvenne nella basilica di Aquileia. Di fronte a quelle bare con il tricolore sabaudo, Maria era stravolta dal dolore.
Stava per svenire invocando il nome del suo Antonio.
Davanti a quella bara, in quel momento, arrivò la scelta.
Il feretro con vessillo tricolore fu posto sopra un fusto di cannone e trasportato sulla carrozza di un treno pronto a partire per un viaggio lungo 800 chilometri.
Le altre dieci bare furono seppellite nel cimitero della basilica di Aquileia. Dove oggi riposa anche la stessa Maria, mancata alla fine del 1953.

Le iniziative del Centenario

Sono passati cent’anni. Ma l’Italia continua a celebrare il suo milite ignoto. Quest’anno, in occasione dell’importante anniversario, si sono aggiunte una serie di iniziative nazionali e locali.
La più importante è quella del 4 novembre, quando il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella salirà la scalinata dell’Altare della Patria per rendergli omaggio.
Lo stesso Presidente riceverà dalle mani dal Sindaco di Aquileia Emanuele Zorino la bandiera trasportata sul “Treno della Memoria”. Non è l’unico viaggio intrapreso perché tra il 26 e il 27 ottobre è stata organizzata anche una staffetta dedicata al Milite Ignoto che ha coinvolto 25 città del Sud con una raccolta benefica a favore dell’Ospedale Bambino Gesù.

Un francobollo per il milite ignoto

In moltissimi comuni d’Italia sono stati organizzati concerti e presentazioni di libri; nei luoghi dove si è combattuto sono state organizzate gite ed escursioni ed essendo il 4 Novembre festa delle Forze Armate, sono aperte le caserme e i musei militari grazie alla collaborazione del FAI.
Sempre il 4 novembre, su Rai 1, in prima serata andrà in onda “La scelta di Maria”.
Per il centenario del Milite Ignoto il Ministero dello Sviluppo Economico e la Zecca dello Stato hanno deciso la stampa di 150 mila unità di un francobollo che ritrae la tomba posta sotto la statua della Dea Roma.
Infine, moltissimi comuni italiani hanno deliberato di attribuire la cittadinanza onoraria al Milite Ignoto in occasione del suo centenario, come ha fatto Venezia che gli intitolato pure una piazza attigua al Municipio di Mestre.

Ivan Zabeo

 

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