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Bonus edilizi: stop alla cessione dei crediti d’imposta

Bonus edilizi: stop alla cessione dei crediti d’imposta

Un decreto legge cambia le regole sugli incentivi fiscali. Forte preoccupazione del settore edile

I bonus edilizi restano in vigore.
Ma il cambio delle regole sulla loro applicazione deciso ora dal Governo rischia di avere pesanti ripercussioni sulla concreta loro applicabilità.
È quanto temono le associazioni delle imprese edili dopo che l’Esecutivo ha approvato un decreto legge ad hoc, con “misure urgenti in materia di cessione di crediti di imposta relativi agli incentivi fiscali”.
“Il testo interviene in particolare – illustra il comunicato di Palazzo Chigi – per modificare la disciplina riguardante la cessione dei crediti d’imposta relativi a spese per gli interventi in materia di recupero patrimonio edilizio, efficienza energetica e “superbonus 110%”, misure antisismiche, facciate, impianti fotovoltaici, colonnine di ricarica e barriere architettoniche”. In pratica, cioè, tutti i bonus edilizi.

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Le novità

Non appena il decreto entrerà in vigore, con l’abrogazione delle norme che prevedevano la possibilità di cedere alcuni crediti, chiarisce il Governo che “non sarà più possibile per i soggetti che effettuano tali spese optare per il cosiddetto “sconto in fattura” né per la cessione del credito d’imposta”.
Con la sola eccezione delle operazioni già in corso, per cui potranno essere previste specifiche deroghe.
L’unica possibilità che resta inalterata è così la detrazione fiscale degli importi corrispondenti.
Non sarà infatti più consentita nemmeno la prima cessione dei crediti d’imposta relativi a specifiche categorie di spese. E, fermando sul nascere un fenomeno partito da poco, il Governo ha deciso di introdurre anche il divieto per le pubbliche amministrazioni di essere cessionarie di crediti d’imposta relativi agli incentivi fiscali maturati con tali tipologie di intervento.
Il decreto chiarisce infine il tema della responsabilità in solido tra fornitore che ha applicato lo sconto e cessionario qualora emerga un’accertata mancata sussistenza dei requisiti per godere dei benefici fiscali.
Tranne i casi di dolo, il concorso nella violazione è escluso nel caso in cui i soggetti siano in possesso della documentazione che dimostri l’effettività delle opere realizzate. La diligenza o la non gravità della negligenza può comunque essere provata con ogni mezzo.

Il Governo: “Necessità di mettere in sicurezza i conti pubblici”. Crediti lievitati

Il Consiglio dei Ministri ha già fissato per lunedì prossimo, 20 febbraio, un incontro con le associazioni di rappresentanza delle categorie maggiormente interessate, per confrontarsi sulle novità.
Le reazioni alla maxi stretta sono state infatti piuttosto preoccupate, a partire da quelle dei costruttori dell’Ance, la cui presidente, Federica Brancaccio, ha espressamente parlato di un “affossamento di famiglie e imprese” come conseguenza del decreto, se mancheranno soluzioni per sbloccare i crediti in corso.
La decisione, ha intanto spiegato il Governo, parte dalla considerazione che la cessione del credito legato ai bonus “ha potenzialità negative sull’incremento del debito pubblico”.
Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha quindi parlato di un duplice obiettivo: “Mettere in sicurezza i conti pubblici e risolvere il nodo dei crediti”. Questi sono infatti arrivati a 110 miliardi, con “un onere di 2 mila euro a testa a carico di ciascun italiano”.

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Il ministro della Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti

La “lievitazione dei crediti senza controllo”, che ha reso “necessario intervenire per evitare ulteriori danni al debito pubblico e ai cittadini”, è stata ammessa anche dal vicepremier, Antonio Tajani.
È dunque fondamentale e urgente, per Giorgetti, “riattivare la possibilità per gli intermediari nell’acquisto di questi crediti”.
Gli acquisti da parte degli enti pubblici, invece, ha spiegato il ministro, “avrebbero un impatto diretto sul debito pubblico”.

Alberto Minazzi

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