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San Marco: la Basilica che unisce

San Marco: la Basilica che unisce
Piazza San Marco acqua alta

Nel sabato che precede la domenica delle Palme, una folta folla ha raggiunto Palazzo Ducale, a Venezia, per partecipare al convegno internazionale “San Marco, la Basilica nel terzo millennio”.
A promuoverlo, la Procuratoria di San Marco, che in questa occasione ha presentato la pubblicazione, articolata in tre ricchi volumi “San Marco, la basilica di Venezia. Arte, storia, conservazione”.
Edita da Marsilio Editori, l’opera raccoglie contributi scientifici di oltre 60 studiosi e ripercorre la storia della basilica e dei suoi capolavori.

Le sfide del terzo millennio

Nel terzo millennio, tuttavia, la Basilica di San Marco è chiamata a nuove sfide.
I cambiamenti climatici e la conseguente crescente frequenza dei fenomeni di acqua alta minano la sua conservazione. “Nei tre volumi di quest’opera si raccoglie la summa delle ricerche di numerosi e qualificati esperti non solo relativamente al lato artistico e storico della Basilica ma anche alle problematiche relative alla sua cura -ha spiegato il patriarca di Venezia Monsignor Francesco Moraglia – La Basilica di San Marco è un patrimonio comune della città e del mondo : pensare alla sua cura significa pensare alla custodia e alla salvaguardia di un bene universale“.

Il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia il 29 ottobre 2018 mentre guarda preoccupato l’avanzata del mare

Corredata di immagini che aprono uno scorcio sugli angoli più segreti della basilica, la pubblicazione non è solo il racconto di trent’anni di storia dei restauri cui è stata sottoposta ma anche spunto per nuove interpretazioni. Nuove considerazioni, per esempio, potrebbero esser fatte sul pavimento della basilica.
Quello che maggiormente viene danneggiato dall’acqua alta, uno dei maggiori ostacoli alla sua conservazione.

La continua lotta contro l’acqua salata

Ma qual è lo stato di salute della chiesa simbolo di Venezia?
“La Basilica è una vecchia signora abbastanza in salute, che però ha bisogno di molta cura – ha detto il Procuratore di San Marco Ing. Pierpaolo Campostrini- Ora siamo impegnati in una cura di tipo manutentivo che riguarda le cupole, la parte lignea, i pavimenti e i mosaici. Soprattutto siamo impegnati a tenere lontana l’acqua salata dalle sue murature, che ha un effetto disastroso sui marmi”.
Nell’ultimo anno i lavori per la conservazione del nartece, il prezioso pavimento d’ingresso in mosaico della basilica, sono stati effettuati mettendo in atto una nuova tecnica che consentirà di ridurre del 70% le ore di allagamento della pavimentazione. Nuove tecnologie saranno sperimentate per il risanamento delle murature dall’umidità in risalita.
L’acqua alta è un problema soprattutto del nostro secolo.
“Il vento di scirocco ha più volte messo a rischio la fragilità della basilica -ha ricordato in apertura del convegno il Primo procuratore di San Marco Carlo Alberto Tesserin – Il 29 ottobre scorso l’acqua ha raggiunto un livello preoccupante. E’ dunque arrivato il tempo di prendere delle forti decisioni“.
L’appello va chiaramente alle istituzioni, presenti al convegno nelle figure del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, del vicepresidente della Regione Veneto Gianluca Forcolin e del Sottosegretario di Stato Vincenzo Zoccano.

Il tavolo dei relatori del convegno “San Marco, la Basilica nel terzo millennio”. Tra loro il patriarca Francesco Moraglia, il Primo procuratore di San Marco Carlo Alberto Tesserin, il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, il vicepresidente della Regione Veneto Gianluca Forcolin e il sottosegretario dello Stato Vincenzo Zoccano,

La forza nella resilienza

“San Marco -ha detto il sindaco Brugnaro- è il più grande esempio veneziano di resilienza. Combattiamo tutti i giorni per difendere, per conservare i tesori di questa città e in questa battaglia c’è la contemporaneità della basilica, del simbolo di Venezia, cioè la resilienza rispetto agli eventi atmosferici, ai cambiamenti climatici.  Sono stati fatti e si faranno dei lavori importanti per la difesa dalle acque – ha continuato il sindaco – Il cambiamento climatico a Venezia è stato anticipato con la progettazione del Mose, che non è ancora finito, ma che nel frattempo dev’esser già progettato nella sua gestione. Conservare e difendere significa costruire quelle che saranno le soluzioni a sfide epocali che avranno tutte le città del mondo.
A Venezia abbiamo già cominciato”.

L’importanza del “fare squadra”

Disponibilità a mettere assieme le forze per agevolare le attività di gestione di una città complessa è stata data dal vicepresidente della Regione Veneto Gianluca Forcolin, così come dal sottosegretario di Stato Vincenzo Zoccano. “Su temi tanto importanti la politica non può dividersi -ha detto Zoccano- Il Governo vuole essere vicino ai veneziani e alla loro città, che è un patrimonio del mondo. Non ci tireremo indietro rispetto a questa responsabilità”.
Allo Stato Venezia chiede innanzitutto di mantenere i patti che ha fatto con la città nel 1973, fissando, dopo l’alluvione del 1966, degli obiettivi che tuttavia non sono stati pienamente rispettati.
Soprattutto riguardo la basilica di San Marco, non solo si chiede che siano destinati alla sua conservazione i finanziamenti necessari “ma anche -ha spiegato Pierpaolo Campostrini- di favorire i contributi dei privati includendo la Basilica di San Marco tra le opere soggette all’art bonus, cioè alla possibilità che le donazioni private vengano detratte fiscalmente”.

Tra opportunità e rischi

La Basilica di San Marco “è come un organismo vivente” hanno sottolineato gli architetti Maria Piana, attuale Proto della Basilica di San Marco e Ettore Vio, proto emerito. Va tutelata.  Delle modalità e delle sfide del terzo millennio hanno discusso nella tavola rotonda moderata dal giornalista Bruno Vespa il presidente delle Fabbricerie italiane Pierfrancesco Pacini, Monsignor Antonio Meneguolo, la Soprintendente all’Archeologia, belle arti e paesaggio per il Comune di Venezia e la laguna Emanuela Carpani e il bizantinista all’Università di Colonia e Monaco Peter Schreiner.

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