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AGRICOLTURA BIOLOGICA: DA SOGNO A REALTA'

AGRICOLTURA BIOLOGICA: DA SOGNO A REALTA'

Ecor
Ha un cuore trevigiano il marchio Ecor NaturaSì. Nata dall’ambizione di un gruppo di giovani che negli anni Settanta volevano cambiare il mondo, oggi è azienda leader a livello nazionale nell’ambito della distribuzione dei prodotti di agricoltura biologica

Se fino a qualche anno fa sugli scaffali dei supermercati e dei negozi di alimentari i prodotti di agricoltura biologica rappresentavano quasi un’eccezione, oggi la diffusione di questo tipo di prodotti è davvero molto ampia. A concorrere a questa diffusione ci ha pensato anche una realtà del nostro territorio qual è Ecor NaturaSì, oggi marchio leader a livello nazionale nell’ambito della distribuzione dei prodotti di agricoltura biologica.
Un marchio nato dalla fusione di due anime venete, l’una veronese e l’altra trevigiana: Ecor, il maggior distributore all’ingrosso di prodotti biologici e biodinamici nel comparto specializzato, e NaturaSì, la principale catena italiana di supermercati specializzata nella distribuzione al dettaglio di prodotti biologici.
Attualmente Ecor NaturaSì copre l’intero processo distributivo e serve un migliaio di punti vendita in tutte le regioni con circa 3.800 prodotti: oltre ai 78 supermercati, il gruppo può contare su 290 negozi associati al brand Cuorebio (evoluzione del marchio B’io), il resto comprende negozi indipendenti. La società detiene anche la proprietà di Baule Volante, storica azienda bolognese distributrice del biologico acquisita nel marzo 2008, che con un fatturato di poco superiore ai 10 milioni di euro, serve in Italia circa 2.500 punti vendita tra erboristerie e piccoli negozi. Ecor NaturaSì non produce ciò che vende, ma fa un’operazione ben più interessante: distribuisce i prodotti di 500 tra aziende agricole e Pmi alimentari controllando e intervenendo sulla qualità dei prodotti.
Nel ragionare insieme sul biologico e sull’agricoltura biologica, Fabio Brescacin, Presidente di Ecor NaturaSì, uno degli storici fondatori e promotori di una delle più originali e innovative realtà venete che a giugno raggiungerà i 25 anni di attività, racconta così la storia dell’azienda e soprattutto le sue origini territoriali e ideologiche. «La nostra storia inizia a metà degli anni ’70. I giovani di allora avevano voglia di cambiare il mondo e l’agricoltura biologica e biodinamica erano una possibilità concreta per un rinnovamento sociale, per un rapporto nuovo con la natura e anche per la ricerca di qualcosa che desse senso e significato alla vita. Dopo la laurea in agraria ebbi la possibilità di andare all’estero e di vedere come alcune realtà che allora definivamo “alternative” si fossero sviluppate. Quando tornai in Italia, assieme ad alcuni amici interessati all’agricoltura biodinamica e all’antroposofia decidemmo di iniziare anche da noi qualcosa di simile. L’interesse era da principio per la Terra vista sia come luogo ed attività terapeutica, sia quale base di partenza per la formazione di nuove comunità sociali. Non fu possibile fin da subito acquisire dei terreni da coltivare e nessuno ovviamente ce li voleva dare, anche se a noi sembrava ovvio che a persone così ben intenzionate a fare qualcosa di buono per l’umanità, come noi ci sentivamo, dovessero essere spalancate tutte le porte. Purtroppo non era così».
Quindi avete dovuto rivedere il vostro progetto originale? «Visto che la terra non si trovava, abbiamo pensato, molto più modestamente, di fare qualcosa di cui ci fosse necessità in quel territorio e nella situazione contingente in cui vivevamo: serviva un luogo d’incontro dove, da un lato, i produttori biologici e biodinamici che iniziavano la loro attività in quegli anni potessero vendere i loro prodotti e, dall’altro, i consumatori alla ricerca di prodotti sani potessero acquistarli. Senza voler diventare dei commercianti, di fatto aprimmo sotto forma di cooperativa un piccolo punto vendita che fu l’inizio di tutta la nostra avventura commerciale. Il 29 settembre 1985, giorno di San Michele, nacque quindi a Conegliano la cooperativa Ariele e, in un locale adiacente, il gruppo antroposofico Gian Battista Cima, che svolgeva attività culturale. Il momento era propizio: la sensibilità per il biologico aumentava di anno in anno e, nel 1986, anche il disastro di Cernobyl contribuì a risvegliare le coscienze sul tema dell’ambiente, dell’ecologia e della salute».
Ricorda gli inizi? «Era difficile, a quel tempo, avere a disposizione prodotti sufficienti per soddisfare le richieste delle persone, per questo ci ingegnavamo, con un piccolo furgone che girava per l’Italia, a reperire prodotti biologici. In quegli stessi anni altri negozi aprivano in altri luoghi, per lo più sotto forma di cooperative od associazioni di consumatori, e ci chiedevano di procurare loro prodotti bio da vendere. Da questa attività di affiancamento ai venditori al dettaglio nacque il germe della distribuzione. Si trasferì da noi un’impresa di importazione e distribuzione di prodotti biologici che aveva sede a Biella e così insieme fondammo Gea, un nome in onore alla Madre Terra che volevamo servire. All’inizio fu molto difficile, non avevamo né esperienza né capitali, ma con la mole enorme di lavoro indefesso di chi lavorava in azienda e di tutti i soci del gruppo antroposofico superammo i duri momenti iniziali. Nel 1987, oltre a Gea, fondammo a Manzana di Conegliano l’azienda agricola San Michele. Nel 1998 siamo passati nell’attuale sede di San Vendemiano e ci siamo fusi con altre tre aziende che svolgevano il nostro stesso lavoro. È nata così Ecor spa: oggi siamo l’azienda più grande in Italia nella distribuzione di prodotti biologici nel canale specializzato. Un traguardo a cui siamo arrivati attraverso l’incontro con NaturaSì, società nata per avviare piccoli supermercati bio in franchising, con la quale avevamo iniziato a collaborare nel 1992. Prima abbiamo aperto insieme un piccolo supermercato a Milano, poi abbiamo deciso di avviare un percorso di fusione, con uno scambio di quote nel 2005 e, infine, con la nascita di un’unica società, EcorNaturaSì, nel 2009».
Nonostante il forte interesse suscitato oggi dal “biologico” nel senso più ampio, spesso vi sono forti controversie in merito a cosa sia effettivamente considerato tale: ci può chiarire questo punto? «Esiste un sistema normativo europeo che garantisce al consumatore di trovare in negozio prodotti veramente biologici, realizzati nel rispetto della natura e del benessere degli animali. In Italia il controllo spetta agli organismi di certificazione autorizzati dal Ministero delle Politiche agricole e forestali. Questi rilasciano la certificazione dopo aver svolto le ispezioni in azienda e il prelievo di campioni da sottoporre ad analisi. Ad ogni ente di controllo è attribuito un codice che deve essere riportato sull’etichetta, insieme al logo dell’Unione europea per il biologico. A queste ispezioni, noi di EcorNaturaSì aggiungiamo un gran lavoro di collaborazione, ricerca e analisi svolto insieme ai produttori».
Sempre in questo senso purtroppo non mancano i casi di truffa o frode. Qual è la vostra posizione e soprattutto quali iniziative promuovete per contrastare queste attività che rischiano di viziare quanto di buono fatto finora? «Sul rischio di prodotti falsamente dichiarati biologici, sebbene essi non rappresentino un rischio per la salute, occorre vigilare con attenzione. È un dato di fatto che il mercato del biologico è cresciuto molto negli ultimi anni ed è diventato appetibile per operatori senza scrupoli che con lo spirito e i valori del settore non hanno nulla da spartire. Da tempo siamo consapevoli di questi rischi e per questo l’anno scorso abbiamo promosso, insieme ad altri operatori coordinati da Federbio (la Federazione degli operatori biologici), attività di monitoraggio sulla qualità di cereali e ortofrutta, al fine di creare un sistema che permetta il passaggio di informazioni. L’obiettivo ultimo è individuare, isolare commercialmente e far uscire dal sistema di controllo quegli operatori disonesti che portano ombre su una realtà seria».
Ecor_2Nello specifico quali forme di garanzia Ecor NaturaSì offre al consumatore? «Sono diversi, in particolare, i fronti sui quali EcorNaturaSì sta lavorando. Anzitutto, il gruppo – impegnato in tutta la filiera del biologico ed in particolare nella distribuzione, di cui è leader in Italia con 201 milioni di fatturato nel 2011 e 4000 prodotti a listino, commercializzati a più di mille negozi specializzati, fra indipendenti ed affiliati NaturaSì e Cuorebio – da tempo pone un’attenzione sempre più intensa sulla qualità. Il nostro ufficio controllo qualità è strutturato per svolgere verifiche accurate in tutta la filiera, partendo dal campo fino ad analisi multiresiduali presso i nostri magazzini. In secondo luogo, al fine di offrire ai consumatori prodotti da filiera sempre più controllata, abbiamo scelto di gestire direttamente alcune aziende agricole biologiche e biodinamiche, come la San Michele-Tre Marie di Conegliano Veneto nel trevigiano e la Fattoria Di Vaira a Petacciato, in provincia di Campobasso. Una scelta che ora stiamo estendendo ad altre realtà sia in campo ortofrutticolo che cerealicolo, in modo da garantire al massimo i nostri negozi e i consumatori. Il gruppo sta inoltre finanziando il settore della ricerca: con l’Università di Padova sulla qualità nei campi e con l’azienda svizzera Sativa sulla selezione di sementi adatte a migliorare la qualità del biologico. È necessario fare sistema e non farsi abbagliare da operatori che, attraverso un prezzo basso, cercano di entrare nel mercato non garantendo né la qualità del prodotto, né un giusto prezzo».
 
I programmi futuri di Ecor NaturaSì? «Quest’anno festeggiamo i nostri 25 anni di attività: è per noi un traguardo importante nel lungo percorso per l’affermazione della cultura del biologico, del biodinamico e dell’agricoltura sana nel nostro Paese. Il nostro impegno futuro si concentrerà nel rafforzare la nostra proposta al consumatore, che sempre più richiede garanzia e sicurezza sui prodotti che acquista»
DI CARLO BONALDI

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