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Lockdown all'austriaca: una partita che resta aperta?

Lockdown all'austriaca: una partita che resta aperta?

Lo chiedono e lo auspicano in molti, dalle Regioni alle categorie, ma il lockdown “all’austriaca”, ovvero per i soli non vaccinati, non è al momento tra le ipotesi prese in considerazione dal Ministero della Salute per contenere la nuova ondata di pandemia.
Non abbiamo bisogno di un lockdown per i non vaccinati” ha chiaramente dichiarato Walter Ricciardi, consulente del ministro Speranza, in un’intervista a Radio Capital.
La situazione del nostro Paese, per quanto i dati del contagio continuino a crescere (“La prossima settimana cresceranno i casi, proprio perché la variante Delta è molto più contagiosa”, ha previsto Ricciardi), è infatti ben diversa da quella dell’Austria. “Loro – ha sottolineato – hanno tassi di incidenza 10 volte superiori ai nostri. E hanno fatto questa scelta drammatica perché erano in ritardo con le coperture vaccinali“.

Lockdown selettivo: Governo diviso

Le posizioni sulla possibilità di adottare un lockdown non generale, ma mirato, per fronteggiare la nuova ondata non sono però univoche. Anche all’interno dello stesso Governo.
“A oggi – ha affermato il sottosegretario all’Interno, Carlo Sibilia – non sono necessarie ulteriori restrizioni: è sufficiente far rispettare le regole esistenti. Tuttavia se la situazione della diffusione del virus in alcune regioni dovesse aggravarsi, fino ad arrivare alla zona arancione, è evidente che il prezzo delle eventuali chiusure non lo possano e non lo debbano pagare i vaccinati”.
Sulla stessa falsariga sono anche il ministro dell’Agricoltura, Stefano Patuanelli, che ha affermato a “Porta a Porta” come l’esenzione dalle restrizioni per i vaccinati sia “una delle ipotesi su cui si lavora” e il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, che ha dichiarato, a RaiNews24, come “qualora ci fosse il passaggio in zona arancione, si potrebbe valutare una sorta di differenziazione fra vaccinati e chi non lo è. È un percorso che dobbiamo valutare. La maggioranza degli Italiani che responsabilmente si è vaccinata non può subire all’infinito restrizioni a causa di una minoranza che non lo ha fatto”.

Le altre posizioni: dalle categorie, alle Regioni

Il sottosegretario ha dunque sostanzialmente condiviso una posizione ribadita a più livelli.
A favore di un lockdown per i soli vaccinati si sono espresse chiaramente ad esempio alcune associazioni di categoria, come Confartigianato e Confcommercio Veneto.
Ma anche alcuni esperti, come il professor Guido Rasi, hanno esposto la necessità di “creare ambienti con il minor rischio possibile di circolazione” del virus.
Mentre il presidente di Confindustria Veneto, Enrico Carraro, da un lato ha chiesto il pugno duro dei responsabili dell’ordine pubblico contro le manifestazioni dei contrari al vaccino, dall’altro si è dichiarato favorevole a un Green Pass per i soli vaccinati.

I governatori sono d’accordo: più libertà ai vaccinati

Appare poi compatto il fronte delle Regioni.
I governatori hanno infatti annunciato una presa di posizione dopo la riunione della Conferenza fissata per giovedì 18. “Discuteremo – ha anticipato il presidente della Conferenza, Massimiliano Fedriga, al termine dell’incontro con i capigruppo di Camera e Senato – eventuali misure restrittive”. “Se un territorio dovesse passare di colore – ha proseguito il governatore del Friuli Venezia Giulia – i vaccinati avranno maggiore libertà rispetto ai non vaccinati“.
Nel frattempo, si sono esposti sulla stessa falsariga di Fedriga anche gli altri governatori, da nord a sud, a prescindere dal loro colore politico.

Verso provvedimenti restrittivi per chi non si è vaccinato?

“Se misure restrittive devono essere prese, devono esserlo solo per i non vaccinati e non certo per chi ha fatto fino in fondo il suo dovere”, ha ad esempio dichiarato il presidente della Liguria, Giovanni Toti. Concetti simili espressi anche dal presidente del Piemonte Alberto Cirio (“Se ci dovessero essere nuove restrizioni, queste non potranno essere pagate da coloro che si sono vaccinati perché sarebbe un’ingiustizia”) e da quello della Calabria, Roberto Occhiuto (“Non sarebbe giusto far pagare a questa maggioranza la scelta incomprensibile di una minoranza“).

“Non possiamo pensare a restrizioni per i cittadini che hanno dimostrato fiducia, consapevolezza e senso del bene comune”, ha aggiunto il presidente della Lombardia, Attilio Fontana.
“Se chi non è vaccinato vuol partecipare alla vita di comunità deve immunizzarsi. Se non lo fa, approfitta di quello che hanno fatto altri. In questo caso credo sia giusto, come qualcuno ha proposto, assumere provvedimenti restrittivi nei confronti dei non vaccinati”, sono le parole del presidente della Toscana, Eugenio Giani.

Obbligo vaccinale e un nuovo Green Pass?

“Chi in questo momento non si vaccina è un privilegiato che gode del fatto che altri milioni di persone per fortuna si sono vaccinate”, si è invece limitato a dichiarare il presidente del Lazio, Nicola Zingaretti. Che, in un’intervista al Corriere della Sera, si è invece soffermato soprattutto sul tema dell’obbligo vaccinale. “Si potrebbe ampliare la fascia dell’obbligo vaccinale: va aperta una riflessione su altre funzioni pubbliche molto importanti. Non per ledere la libertà di qualcuno, ma per garantire la libertà di tutti“.

“L’obbligo vaccinale non serve: aprirebbe in Parlamento un dibattito molto aspro e dividerebbe il Paese piuttosto che unirlo” ha invece affermato Ricciardi. In realtà, quel che il consulente del ministro della Salute non ha escluso sono piuttosto nuove norme sul rilascio della certificazione verde.
“Il tampone antigenico è il tallone d’Achille del Green Pass. Ci sono troppe persone non vaccinate: spero ci siano spazi per convincerle, anche irrigidendo le misure per il rilascio del Green Pass”. Il sottosegretario Costa ha però dichiarato che la modifica dei criteri non è attualmente sul tavolo. Invece, nei prossimi giorni il Governo deciderà riguardo alla possibile riduzione della validità del documento, da 12 a 9 mesi.

Alberto Minazzi

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