Nuove produzioni, grandi registi, talenti emergenti e progetti speciali: il Teatro Stabile del Veneto guarda avanti, tra tradizione e innovazione. Intanto il Ministero della Cultura lo riconosce Teatro Nazionale
Una stagione diffusa, viva e contemporanea
È stata presentata la stagione 2024/25 del Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale.
E ha l’ambizione delle grandi svolte.
Un cartellone che abbraccia tre città – Padova, Verona e Venezia – con un’offerta ricca di 80 spettacoli, 37 in abbonamento e 13 dei quali produzioni e coproduzioni della Fondazione.
Le linee guida sono chiare: radicamento territoriale, apertura alla scena nazionale e attenzione ai nuovi linguaggi.
Il Teatro Verdi di Padova, il Nuovo di Verona e il Goldoni di Venezia saranno i centri pulsanti di una stagione che vuole raccontare il presente, esplorare il passato e immaginare il futuro.
“Questa stagione racconta una visione corale, costruita insieme alle città e agli artisti”, spiega Giampiero Beltotto, presidente del TSV. “Abbiamo scelto testi che parlano alle persone, ma anche progetti che guardano alla comunità”.

Grandi artisti e nuove produzioni
Il direttore artistico Filippo Dini sceglie Čechov per la sua nuova regia: Il gabbiano debutta in prima nazionale e inaugura la Stagione del Verdi a Padova con Giuliana De Sio.
Marco Paolini con il suo Bestiario idrico aprirà invece la Stagione al Teatro Goldoni a Venezia, che celebrerà anche le Olimpiadi Milano-Cortina 2026.
Tra gli ospiti in cartellone, Ambra Angiolini, Luca Barbareschi, Franco Branciaroli, Luca Bizzarri, Simone Cristicchi, Familie Flöz, Anna Ferzetti, Salvo Ficarra, Paolo Fresu, Gabriele Lavia, Luca Marinelli, Stefano Massini, Paola Minaccioni, Francesco Montanari, Silvio Orlando, Umberto Orsini, Andrea Pennacchi e Amanda Sandrelli.
Il cuore pulsante della stagione saranno le produzioni.
Tra le più attese, “Le baruffe chiozzotte” di Goldoni, dirette da Andrea Chiodi e ambientate nella Chioggia di oggi, un ponte tra tradizione e attualità. Sempre Chiodi firmerà anche “I rusteghi”, mentre Veronica Cruciani porterà in scena “Le cognate” di Tremblay.
Spazio poi a due nuove produzioni coprodotte con ERT: “Tradimenti” di Harold Pinter, con la regia di Andrea De Rosa, e “La signorina Else” di Schnitzler diretta da Alessandro Serra.
A queste si aggiungono coproduzioni internazionali, come il debutto italiano di “Da parte loro nessuna domanda imbarazzante” di Peter Handke, regia Valerio Binasco, e il potente “Gott ist ein DJ” di Falk Richter, proposto da Industria Indipendente in collaborazione con il Piccolo di Milano e il Festival delle Colline Torinesi.
Teatro Goldoni, tra passato e riconoscimento
In tutto questo, il Teatro Goldoni di Venezia torna protagonista non solo della stagione, ma anche della storia del teatro italiano.
È proprio per la sua centralità storica e culturale – oltre alla solidità della Fondazione – che il Ministero della Cultura ha assegnato al TSV il titolo di Teatro Nazionale.
Un riconoscimento che colloca ufficialmente il Veneto al vertice del sistema teatrale italiano, portando con sé nuove responsabilità, opportunità e fondi per lo sviluppo di progetti formativi, produttivi e sociali.
“È un risultato storico, che premia un modello gestionale fondato sulla competenza e sulla collaborazione tra istituzioni – ha dichiarato l’assessore alla Cultura della Regione Veneto, Cristiano Corazzari –. Il titolo di Teatro Nazionale è una conquista di tutto il territorio: dai lavoratori dello spettacolo ai cittadini che vivono il teatro come parte della propria identità”.
Una storia lunga secoli: il Goldoni, il teatro più antico d’Italia
Il Teatro Goldoni è più di un edificio: è un simbolo.
Costruito nel 1622 e oggi il teatro più antico d’Italia ancora attivo, rappresenta il cuore pulsante della vita culturale veneziana.
Intitolato a Carlo Goldoni, padre della commedia moderna, è stato per secoli palcoscenico di innovazione e riflessione. E resta “un faro per l’intera scena teatrale italiana”.

I talenti di domani
Al centro del progetto del Teatro Stabile del Veneto c’è anche la formazione.
La Scuola Teatrale d’Eccellenza del TSV – la prima ad essere riconosciuta a livello nazionale tra i Teatri di Rilevante Interesse Culturale – continuerà a formare giovani attori sotto la guida di Leo Muscato, direttore della Scuola e anche regista di “La Tempesta” di Shakespeare, in scena nella prossima stagione.
Accanto alla Scuola, progetti di alta formazione come “Casa Shakespeare” a Verona, guidata da Andrea Castelletti, e una serie di residenze artistiche pensate per sostenere le nuove drammaturgie.
Teatro civile, sociale, accessibile
Il TSV non si ferma al palcoscenico. La stagione 24/25 conferma una forte impronta sociale, con progetti rivolti alle scuole, ai detenuti, ai cittadini delle periferie, alle famiglie e alle persone con disabilità.
Iniziative come Teatro in carcere, La scuola va a teatro e Spettatori Attivi sono il segno di una missione chiara: rendere il teatro accessibile, utile, necessario.
“Essere diventati Teatro Nazionale – ha sottolineato Corazzari – significa assumere un ruolo di guida, ma anche una responsabilità nel promuovere la cultura come bene pubblico. Il Veneto ha saputo costruire un sistema virtuoso che unisce eccellenza artistica e impegno civile”.
Un teatro che guarda lontano
Produzioni, coproduzioni, progetti europei, scuole, percorsi per i più piccoli, stagioni parallele, rassegne, festival: il TSV è un ecosistema culturale in espansione.
Il riconoscimento ministeriale lo certifica, ma è nella stagione che si apre che si gioca la partita più importante: quella con il pubblico.
Perché, come ricorda lo slogan della stagione, “il teatro è delle persone”, è proprio da lì che il Veneto vuole ripartire: dalla sua gente e dalla sua voglia di futuro.