Entrate in vigore dal 12 giugno le nuove norme sulla rilevazione della velocità, ma nel pieno caos normativo. Possibile svolta attraverso un emendamento al decreto Infrastrutture
Quanti sono gli autovelox attivi in Italia?
Una vecchia stima (mai confermata) ne indicava oltre 11 mila; il database mondiale autovelox.it, basato sul sito specializzato scdb.info, ne conta a oggi 10.221 (ma sono cifre ufficiose).
La realtà è che un numero certo non esiste.
Anche perché le informazioni recuperate attraverso il primo censimento autovelox nazionale, avviato dal Governo lo scorso mese di aprile, sono ancora incomplete. Restano infatti numerose (si parla di un 25%) le Amministrazioni locali che ancora non hanno trasmesso i dati richiesti. Una mancanza di certezze che rileva non tanto sotto il profilo statistico, ma facendo in sostanza venir meno i requisiti necessari per l’intervento legislativo che dovrebbe fare finalmente chiarezza sul fin qui mai risolto problema dell’omologazione dei dispositivi.
Il destino delle multe degli autovelox non censiti
Per provare a imprimere l’attesa svolta a una vicenda estremamente complessa e articolata, la strada che il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, sta provando a seguire passa ora attraverso l’emendamento presentato dal suo partito, la Lega, al decreto Infrastrutture. In questo modo, si punta a costringere gli enti locali a procedere alla comunicazione dei dati sui dispositivi per il controllo della velocità utilizzati nel rispettivo territorio di competenza.
Si intende in altri termini impedire la messa in funzione di autovelox non censiti, le cui rilevazioni non potranno dunque essere utilizzate al fine di emettere sanzioni. Si vuole così impedire sempre più, garantendo agli automobilisti la massima trasparenza, un utilizzo delle macchinette solo per “fare cassa”, riportandole invece alla funzione originaria di dispositivi per garantire la sicurezza stradale. E, al tempo stesso, contribuire a compiere un passo avanti verso la soluzione della questione dell’omologazione: una necessità divenuta ancor più stringente dopo l’entrata in vigore, dal 12 giugno 2025, delle nuove regole sull’utilizzo degli autovelox.
Multe e omologazione: una questione irrisolta
Per renderla operativa attraverso l’entrata in vigore, la nuova norma sugli autovelox censiti dovrà vedere però approvato l’emendamento che la contiene. Così, al momento, la situazione resta tutt’altro che lineare. E le multe emesse sulla base delle rilevazioni di autovelox approvati (che hanno cioè superato la fase preliminare di verifica) ma non omologati (privi in altri termini della garanzia di conformità alle norme tecniche previste) nella gran parte dei casi portati davanti al prefetto o al giudice di pace vengono annullate. Si calcola, al riguardo, che il 59,4% dei dispositivi fissi e il 67,2% di quelli mobili siano stati approvati prima del 2017, ponendo le multe emesse attraverso il loro utilizzo a forte rischio di annullamento. È per questi motivi che le varie associazioni, come Federconsumatori, che continuano a ricevere segnalazioni degli automobilisti intenzionati a impugnare le sanzioni, auspicano l’approvazione nei tempi più rapidi possibili di una disposizione che si occupi in maniera chiara e univoca dell’omologazione degli autovelox, prevista dal Codice della strada fin dal 1993 ma mai concretamente regolata.
Autovelox: le novità appena entrate in vigore
Quel che, nelle ultime ore, è cambiato è intanto l’applicazione delle nuove norme sull’uso degli autovelox contenute nel decreto Infrastrutture, che al riguardo prevedono espressamente la necessità di omologazione dei dispositivi impiegati.
Pur formalmente in vigore da un anno, finora le novità non erano state applicate in quanto era stata concessa dal Governo ai Comuni una finestra di 12 mesi per adeguarsi.
Nonostante ciò non sia avvenuto ovunque, adesso servirà comunque l’approvazione del prefetto per definire i tratti stradali dove è consentita l’installazione degli autovelox, selezionando quelli dove è elevata l’incidentalità legata alla velocità e dove il limite non sia significativamente inferiore a quello previsto dal Codice per quel tipo di strada. Gli autovelox, in ogni caso dovranno rispettare tra loro una distanza minima di 4 km in autostrada e 500 metri nelle strade urbane e dovranno essere segnalati in anticipo con un apposito cartello posizionato almeno 1 km prima fuori dai centri abitati, 200 metri sulle strade urbane di scorrimento e 75 metri sulle altre strade.
Smartphone e cinture: attenti alle telecamere
Pur introducendo norme sostanzialmente favorevoli agli automobilisti, la finalità delle novità introdotte è sempre e solo quella della sicurezza stradale. Le telecamere degli autovelox, insomma, verranno utilizzate per vigilare sempre meglio sui comportamenti alla guida legati agli eccessi di velocità. La prospettiva-sicurezza è la stessa, ma con effetti esattamente opposti per i guidatori indisciplinati, per altri occhi elettronici da qualche mese operativi sulle strade.
Come le telecamere attive da gennaio, nel comune di Agliana (Pistoia), che sfruttano l’intelligenza artificiale per raccogliere prove utilizzabili dalle forze dell’ordine ai fini dell’emissione di multe legate all’utilizzo del telefonino al volante o al mancato allacciamento delle cinture di sicurezza.
Alberto Minazzi