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Il Veneto potenzia la sanità con oltre 228 milioni di euro

Il Veneto potenzia la sanità con oltre 228 milioni di euro
Ospedale-dell-angelo-Mestre

I circa 100 milioni di euro che il Veneto dovrebbe ricevere nel riparto dei 3 miliardi e 250 milioni previsti dal Decreto Rilancio saranno investiti dalla Regione per un potenziamento strutturale a 360° della sanità.
A questi se ne aggiungeranno altri 128, in parte finanziati direttamente dalla Regione e in parte da Roma, destinati all’assunzione del personale necessario alle strutture ospedaliere.
«La delibera che abbiamo già approvato – ha sottolineato il presidente, Luca Zaia – è la sublimazione del percorso che abbiamo fatto in 124 giorni di emergenza. In questo periodo, abbiamo capito che si può fare sempre meglio. E ci permettiamo di dire che, se tornasse il coronavirus, grazie agli interventi che abbiamo previsto potremo essere ancor più performanti».

101,5 milioni per le strutture

Per gli interventi strutturali la delibera prevede una spesa di 101,5 milioni.
La maggior parte, 81,9 milioni, saranno destinati a nuovi posti letto di terapia intensiva e sub-intensiva. «All’inizio dell’emergenza – ricorda Zaia – siamo partiti con 464 posti letto di terapia intensiva, arrivando progressivamente a 825, più un magazzino pieno di respiratori. Adesso vogliamo rendere queste postazioni organiche e strutturali, così come per le terapie sub-intensive, che sono risultate strategiche per affrontare il virus».
Si aggiungeranno così 211 posti letto di intensiva (ulteriori 135 erano già stati previsti dalla deliberazione di Giunta 522/20) e 343 di semi intensiva in aggiunta ai 320 previsti dalla stessa dgr che aveva individuato anche 1.085 nuovi posti letto di malattie infettive.

terapia intensiva
terapia intensiva

Altri 16,1 milioni andranno ai 43 pronto soccorso per interventi con strutture movimentabili.
3,5 milioni serviranno infine per potenziare dotazioni e organizzazione del Suem.

128,7 milioni per il personale

La strategia di intervento per il potenziamento della sanità veneta riguarda anche il personale.
Sono previste, infatti, circa 1.600 nuove assunzioni.
Da marzo, la Regione ha già speso 29,8 milioni per le assunzioni: 16,1 milioni per il personale a tempo indeterminato e 13,7 milioni per quello non dipendente. I prossimi investimenti sulle professionalità richiedono invece 98,9 milioni. Di questi, 23,8 milioni per le assunzioni a tempo indeterminato e 55,9 milioni per il personale di terapia intensiva.

Una nuova figura nella sanità: l’infermiere di famiglia

Il decreto introduce la nuova figura dell’infermiere di famiglia. Ne saranno assunti 441, con una spesa di 13,6 milioni. Ma è tutta la risposta territoriale, con i servizi alla domiciliarità, a uscire rinforzata dalla nuova programmazione, con un investimento di 5,6 milioni per il personale di emergenza territoriale (pronto soccorso e Suem). La Regione ha confermato fino a fine anno le Usca (Unità speciali di continuità assistenziale): ne sono già state attivate 51, con 228 medici, e se ne aggiungeranno fino a 97, con 619 medici.
Previsto anche il rafforzamento dei Dipartimenti di igiene e sanità pubblica (Sisp) e della Centrale operativa terrioriale (Cot), punto di raccordo tra ospedale, territorio e prevenzione.

Le novità del decreto

Quella dell’infermiere di famiglia non è l’unica nuova figura prevista dal decreto. Per quanto riguarda le strutture residenziali (RSA), la Regione introduce il direttore sanitario. Ce ne sarà uno ogni 230 posti letto e andrà ad affiancare il medico coordinatore e il medico curante, per migliorare la sorveglianza attiva e il monitoraggio.

Strutture satellite per Covid 19

La Regione ha infine deciso di puntare su una struttura per provincia in cui assistere eventuali persone colpite dal coronavirus, evitando la commistione con altri pazienti. «Queste strutture-polmone satellite – conclude il presidente Zaia – serviranno a mantenere sempre “pulite” le strutture di base. Si tratta di strutture ospedaliere nuove, che individueremo quanto prima».

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