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Trasporto pubblico: un piano per la nuova mobilità

Trasporto pubblico: un piano per la nuova mobilità

Taxi acquei, gondole e treni al fianco di vaporetti ed autobus.
Il coronavirus produrrà anche questo effetto: un ripensamento del trasporto pubblico locale.
“La prossima settimana presenteremo un vero e proprio piano di potenziamento della mobilità”, ha annunciato il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro.

I taxi acquei

Il Comune ha aperto la trattativa su più tavoli. Ai taxisti acquei, che si erano proposti per primi, verrà chiesto un aiuto emergenziale per i prossimi due o tre mesi per aiutare il servizio pubblico e scaricare la pressione sui pontili. Non si parla di corse bis garantite dai taxi, ma di un vero e proprio servizio aggiuntivo, su pontili dedicati e a tariffe che il primo cittadino ha definito “più sociali”.

Un’ aggiunta di mezzi che servirà per andare incontro di chi dovesse avere urgenze.
Il sindaco ha auspicato che si possa ridurre il droplet, ovvero il distanziamento sociale, a meno di un metro. E che, come avviene già in altre regioni, i mezzi non riducano la loro capienza a solo il 25% del potenziale. Come, invece, avviene adesso, costringendo gli utenti al rischio di lunghe attese.

Un servizio che deve rimanere pubblico

Il servizio attualmente garantito è infatti gioco forza ai minimi. “Ma invito tutti ad aver pazienza, perché aumentare le corse adesso significherebbe rischiare di non avere più nulla a settembre: stiamo già facendo miracoli e solo con le nostre forze. E invito, chi può, a usare mezzi propri”, ha sottolineato Brugnaro.
L’obiettivo dell’intero piano è infatti chiaro: garantire che il trasporto locale rimanga pubblico.
“Il nostro scopo è ora quello di salvare l’azienda – riprende il sindaco –. Il trasporto pubblico locale è una delle cose che mi angosciano di più in questo momento. Perché è impensabile una gestione privata o privatistica. Actv deve restare del Comune e deve restare in salute”.
Per questo, si stanno studiando le soluzioni alternative.

I numeri

Le cifre sono pesanti: se il Comune, fino a questo momento, ha subito un ammanco di 115 milioni, alla sola Actv mancano ulteriori 100 milioni. “Anche per quanto riguarda le casse integrazione dei lavoratori dell’azienda – conclude Brugnaro – abbiamo provveduto ad anticiparle noi con la liquidità ottenuta grazie all’efficientamento dei bilanci effettuato negli ultimi anni. Ma quanto possiamo andare avanti, se il Governo non prenderà provvedimenti per aiutare le Amministrazioni locali a continuare a erogare i servizi ai cittadini?”.

Gondole e treni

Tra gli interlocutori del Comune c’è anche l’associazione dei gondolieri.
A loro si chiede la disponibilità a fornire nuovi servizi di traghetto. Spesso, infatti, i vaporetti vengono utilizzati per poche fermate, come un mezzo per passare da una sponda all’altra del Canal Grande.

Foto di Mario Rossi

Ma non ci si limita al trasporto acqueo. All’amministratore delegato di Avm, Giovanni Seno, il Comune ha dato mandato di parlare anche con Trenitalia.
L’obiettivo è quello di ottenere mezzi più capienti per alcune tratte specifiche particolarmente frequentate. Si pensi alla Mestre-Treviso, alla Mestre-Padova o alla Castelfranco-Mestre.
Aggiungendo un paio di vagoni ai convogli, si potrebbe aiutare a sgravare il numero di passeggeri che utilizzano gli autobus per spostarsi all’interno della città metropolitana.

I servizi Actv oggi

Con il passaggio alla Fase-2, già il 4 maggio Actv ha visto incrementare le medie giornaliere degli spostamenti tra il 5 e il 10% rispetto alle giornate precedenti.
“Uno dei problemi principali – spiega Giovanni Seno – è la variabilità degli orari di punta, che impedisce la pianificazione. Segno che anche i cittadini, a cui chiediamo la massima collaborazione, si stanno organizzando anche loro. Senza dimenticare che l’azienda si trova in una situazione di totale incertezza su come gestire i costi conciliando diritto alla salute e diritto alla mobilità”.

La fase 2 del trasporto pubblico locale

L’azienda si è concentrata soprattutto sulle linee più utilizzate da lavoratori e pendolari.
Inoltre, sono stati dedicati servizi specifici a Fincantieri e Ulss, riuscendo così ad agevolare il carico sulle linee ordinarie.
Il numero di corse bis si è attestato attorno a quota 40 per l’automobilistico e a 80 per la navigazione. Cresce anche l’utilizzo dei parcheggi scambiatori: se lunedì c’erano solo 5 posti occupati, oggi siamo a 50. “Anche il sistema di prenotazione – prosegue Seno – sta iniziando a funzionare e si sta rivelando veramente utile per i servizi alla clientela. Tant’è che non escludiamo di estenderlo anche alla terraferma”.

Le tutele e i costi legati all’emergenza sanitaria

Nel contempo, continuano le sanificazioni dei mezzi, intervenendo su alcuni anche più volte al giorno. E gli imbarchi principali sono stati dotati di segnaletica per terra per contribuire al rispetto del distanziamento sociale, visto che spesso le file risultano disordinate. “Ma anche questo – conclude il dirigente – ha un costo. Solo per bolloni, gel sanificante, guanti, mascherine e sanificazioni, a fine anno dovremo fronteggiare un extra costo di oltre 2 milioni di euro”.

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