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Siccità: anche il Veneto a rischio razionamento idrico

Siccità: anche il Veneto a rischio razionamento idrico
Il Fiume Po

L’annuncio del presidente Zaia: “Pronti all’ordinanza”. La situazione in Italia

Il problema-siccità si fa sempre più drammatico. La situazione più seria rimane quella del Piemonte, dove i comuni al massimo livello di severità idrica sono saliti da 7 a 19. Ma anche nelle altre regioni le cose non vanno molto meglio.

Già in 6 comuni del Bergamasco, per esempio, si sta ragionando, su richiesta dell’ente gestore della rete idrica, di emettere ordinanze per contenere i consumi di acqua (ma la situazione ne riguarda anche altri 36).

E la possibilità che serva un’ordinanza per fronteggiare l’emergenza rischia di diventare sempre più concreta anche in Veneto.

Veneto verso il razionamento idrico?

È stato il presidente della Regione, Luca Zaia, ad ammettere che la Giunta veneta sta seriamente pensando all’adozione di un’ordinanza per imporre il razionamento dei consumi. “Siamo sempre qui – ha premesso Zaia – a sperare che arrivi la pioggia: sono mesi che non arrivano precipitazioni. Però è pur vero che, se non dovesse cambiare la situazione meteorologica, dobbiamo provvedere e intervenire con provvedimenti un po’ più drastici”.

“A me spiace – ha proseguito il presidente – perché quando firmo c’è sempre qualcuno che ha delle limitazioni. Però noi non possiamo più permetterci di sprecare acqua. Siamo in una situazione assolutamente tragica, problematica e penso che quello del razionamento sia un tema che si sta avvicinando sempre di più”. La limitazione dell’uso dell’acqua, ha precisato il governatore veneto, varrebbe “naturalmente solo per gli usi civici, per quelle che sono le attività strettamente connesse alle persone”.

Luca Zaia, presidente Regione Veneto

Zaia: stop agli sprechi, appello al Governo

In attesa di vedere se si renderanno necessari i provvedimenti, Zaia ha quindi rivolto un messaggio alla popolazione: “Un appello che faccio oggi è quello di limitare gli sprechi, di pensare che questa risorsa non è infinita e in questo momento viviamo un momento di grossa difficoltà. Invito quindi i cittadini, a prescindere dall’ordinanza, a stare veramente attenti al risparmio della risorsa idrica, a evitare di sprecare”.

E se, come ha sottolineato il presidente, “anche il piccolo bicchiere d’acqua sprecato, nella montagna dei bicchieri d’acqua, riempie i laghi”, serve però anche una regia nazionale. “Bisogna iniziare a fare le cose. Questo è un anno particolare, ci sono i cambiamenti climatici, ma abbiamo avuto annate secche così anche 10, 20, 30 anni fa, la storia ce lo dice. Bisogna però capire che il mondo, anche da un punto di vista etico, va verso un risparmio della risorsa idrica. A livello nazionale, a mio avviso, il Governo deve disporre un Piano Marshall per l’agricoltura e le risorse idriche, di modo che poi ne beneficeremmo tutti”.

Emergenza idrica, a che punto siamo

Secondo i più recenti aggiornamenti di Utilitalia, la federazione che raggruppa tra le altre le imprese idriche, le situazioni più problematiche riguardano alcuni comuni piemontesi tra le province di Cuneo, Biella, Verbania e Novara. La criticità in buona parte dell’abitato sta rendendo necessaria l’integrazione del rifornimento del serbatoio attraverso l’uso di autobotti o con l’adozione di interventi provvisori di massima urgenza.

Ai 19 comuni che hanno raggiunto il massimo livello di severità idrica ne vanno aggiunti altri 141 con severità media, che significa un abbassamento delle sorgenti o delle portate della rete idrica che si ripercuotono sulle reti locali di alcune frazioni e rendono necessaria l’integrazione dei rifornimenti nei soli serbatoi secondari. E in 388 comuni c’è una situazione di severità bassa, con attingimenti sopra la media e possibile presentazione di criticità a breve termine.

siccità

L’allarme di Coldiretti: a rischio un terzo dei prodotti

Oltre all’impatto diretto sulla popolazione, alla siccità si ricollegano altre pesanti conseguenze. C’è, per esempio, un rischio di mettere in difficoltà la produzione di energia idroelettrica. Ma, soprattutto, è l’agricoltura a essere messa in ginocchio. In tal senso, a lanciare l’allarme è stata Coldiretti, che ha sottolineato come, per effetto di un deficit idrico quantificato nel -40% rispetto alla media idrica delle precipitazioni, è a rischio un terzo del Made in Italy a tavola.

Il riferimento va ai prodotti di quella che viene definita la “food valley” della Pianura Padana, dove si concentra anche la metà dell’allevamento nazionale. Sono così circa 300 mila le aziende agricole e gli allevamenti segnalati in difficoltà nel centro nord Italia. Tra i prodotti a rischio, Coldiretti cita grano duro, pomodori, frutta e verdura, riso (le cui previsioni di semina prevedono un taglio di 8 mila ettari e risultano al minimo da 30 anni). Fino al mais, fondamentale per l’alimentazione degli animali, con possibili ripercussioni sulla produzione di formaggi e salumi.

Arriva la pioggia?

“Considerando le quantità di precipitazioni attese nelle prossime settimane, il quadro della situazione rischia di peggiorare ulteriormente”, ha rincarato la dose Utilitalia. A essere a rischio razionamento acqua sarebbero circa 3,5 milioni di italiani. Anche perché, secondo i dati del Consiglio Nazionale delle Ricerche, una quota tra il 6% e il 15% della popolazione vive in territori esposti a una siccità severa o estrema.

L’indice pluviometrico Spi del mese di febbraio 2023 (@https://drought.climateservices.it)

Proprio il Cnr, nel bollettino di febbraio 2023 del suo Osservatorio Siccità, ha fatto il punto sul deficit idrico di autunno e inverno, che interessa soprattutto il Nord-Ovest e la Calabria. Le criticità maggiori, considerando anche le anomalie di temperatura, sopra le medie degli ultimi 30 anni, si sono concentrate al Nord e in Emilia Romagna. Le poche perturbazioni di febbraio, invece, hanno interessato soprattutto il Centro, il Piemonte occidentale e la Sicilia meridionale. Al riguardo, secondo le previsioni meteo, dal pomeriggio di oggi, 13 marzo, sono annunciate in arrivo precipitazioni a partire dai rilievi alpini centro-occidentali e dalle regioni di Nord-Ovest.

Alberto Minazzi

 

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