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Rifiuti: il Veneto virtuoso mira a eliminare le discariche

Rifiuti: il Veneto virtuoso mira a eliminare le discariche

Obiettivo 2030 anche per arrivare all’84% di differenziata e agli 80 kg pro capite di rifiuto urbano

“Sarebbe un risultato clamoroso”. Così l’assessore regionale all’Ambiente, Gianpaolo Bottacin, ha definito, nel corso dell’Ecoforum di Roncade, nel Trevigiano, l’ambizioso obiettivo che il Veneto si è posto per il 2030: eliminare le discariche, concentrandosi solo sui termovalorizzatori di Fusina (VE), Padova e Schio (VI), ferma restando la necessità, ribadita da Legambiente, della previsione di una discarica per l’amianto.
“Clamoroso, ma raggiungibile”, ha subito aggiunto Bottacin, chiarendo che l’obiettivo passa per l’innalzamento della quota di raccolta differenziata all’84% in tutti i comuni e alla riduzione a 80 kg pro capite del rifiuto urbano residuo.
L’ottimismo dell’assessore ha solide basi: le cifre del rapporto sui rifiuti urbani, relative alla produzione e gestione nel 2022, appena pubblicate dall’agenzia regionale Arpav.
Numeri che confermano come il Veneto mantenga il ruolo di leader nella differenziata, con un ruolo di primo piano non solo in Italia, ma anche in Europa.

La raccolta dei rifiuti in Veneto nel 2022

La considerazione generale di partenza è che, rispetto al 2021, la produzione di rifiuti in Veneto si è ridotta a 2.207 mila tonnellate (-2,9%), confermando i risultati positivi già raggiunti negli anni precedenti, che si pongono in linea con gli obiettivi comunitari.
Anche la produzione di rifiuti pro capite è calata, del -2,4%, attestandosi a 453 kg, pari a 1,24 kg per abitante al giorno, di cui 110 kg di rifiuto urbano residuo (-0,7%).
E se la produzione di rifiuti raccolti in modo differenziato è scesa del -2,9% è però aumentata la quota di raccolta differenziata, ora al 76,3% (+0,1% su base annua).
Treviso, in questo caso, è al primo posto tra le province con l’86,8%, ma sono ben 541 i comuni, in cui risiede l’84% della popolazione, a superare l’obiettivo nazionale del 65%.
Di questi, 192 (con il 31% dei residenti) sono già oltre l’84%.

La gestione dei rifiuti in Veneto

Il sistema secco-umido è diffuso in 559 comuni su 563, prosegue Arpav, che sottolinea anche l’elevatissima quota di frazioni raccolte in maniera differenziata avviate a recupero di materia.
La percentuale è pari al 76%. E il recupero ha riguardato anche 68 mila tonnellate di ingombranti e 48 mila tonnellate di spazzamento, ovvero il 5% del rifiuto urbano residuo abitualmente destinato alla discarica.
Nello specifico, il 31% del rifiuto è avviato a recupero. Circa 680 mila tonnellate dei rifiuti sono frazione organica, che ha permesso tra l’altro di produrre circa 223 mila tonnellate di compost di qualità. Il 33% (731 mila tonnellate) sono frazioni secche riciclabili, avviate a impianti di selezione e valorizzazione. Il 6% è infine composto dalle altre frazioni recuperabili, pari a 132 mila tonnellate tra rifiuti elettronici, legno e indumenti.

rifiuti

Lo smaltimento dei rifiuti e i comuni ricicloni

Tra le altre frazioni, il 18% è stato avviato a impianti di termovalorizzazione: 261 mila tonnellate sottoposte a trattamento meccanico-biologico, consentendo la produzione di 53 mila tonnellate di combustibile solido secondario; 144 mila tonnellate destinate direttamente a recupero energetico.
A essere smaltite in 7 discariche per rifiuti non pericolosi sono state infine 132 mila tonnellate di rifiuto urbano.
Il Veneto, poi, risalta anche a livello nazionale. Legambiente, nel suo annuo rapporto sui “Comuni ricicloni” ha non solo evidenziato che, dei 629 comuni italiani “liberi” dai rifiuti, ben 169 sono in Veneto, con un incremento di 18 rispetto allo scorso anno. Ma anche che solo Treviso con l’84,6% di differenziata e Belluno all’84,9% (insieme a Trento e Pordenone) sono capoluoghi “rifiuti free”. Sempre trevigiani sono i comuni che meritano la citazione migliore della regione per quota di differenziata nelle varie categorie per numero di abitanti. Ovvero Cappella Maggiore tra i 78 sotto i 5 mila residenti (90,3% di differenziata), Breda di Piave (91,1%) tra i 75 tra 5 e 15 mila abitanti  e Vedelago (88%) tra i 14 oltre 15 mila abitanti.

Alberto Minazzi

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Tag:  rifiuti