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I tesori degli scavi di Pompei candidati al Premio mondiale per l’archeologia

I tesori degli scavi di Pompei candidati al Premio mondiale per l’archeologia
Pompei (Napoli)

C’è anche l’Italia tra i cinque Paesi candidati all’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad”. In corsa per il riconoscimento mondiale dedicato all’archeologia, che premierà la migliore scoperta dell’anno, ci sono gli scavi a Pompei.
Nella località campana, famosa per la sua città antica sepolta nel 79 d.C. dall’eruzione del Vesuvio, sono numerosi tesori che continuamente vengono alla luce durante i lavori.

Pompei, candidata al Premio 2021

Quest’anno Pompei concorre al Premio mondiale per l’Archeologia grazie al ricco patrimonio di reperti rinvenuti durante gli scavi. Tra questi, un termopolio completamente intatto, ovvero un posto affacciato sulla strada in cui venivano rivenduti cibi e bevande calde. La struttura, perfettamente conservata, sulla parte anteriore a contatto con il pubblico, mostra l’immagine di una ninfa marina, La Nereide, a cavallo su un ippocampo insieme ad altri animali. Al suo interno sono state ritrovate pentole di coccio con alcuni cibi dell’epoca tra cui capretto, lumache, un piatto simile alla “paella” con pesce e carne e vino corretto con le fave.

Gli scavi della villa di Civita Giuliana, oltre le mura della città antica hanno poi portato alla luce uno straordinario carro cerimoniale a quattro ruote con elementi in ferro e splendide decorazioni in bronzo e stagno.
A questi si aggiunge la recente scoperta delle origini etrusche della città.

Ad oggi gli scavi di Pompei rappresentano il terzo sito museale statale più visitato in Italia, superato solo da Pantheon e Colosseo con il Foro Romano. Inoltre il Parco Archeologico della città è entrato a far parte, insieme agli scavi di Ercolano e Oplonti, del patrimonio UNESCO.

Il premio mondiale per l’Archeologia

Il riconoscimento, giunto quest’anno alla settima edizione, è promosso dalla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico e da Archeo e sarà consegnato a Paestum, antica città della Magna Grecia in provincia di Salerno, in occasione della XXIII BMTA (Borsa Mediterranea Turismo Archeologico) in programma dal 30 settembre al 3 ottobre 2021. Si tratta dell’unico riconoscimento a livello mondiale dedicato al mondo dell’archeologia e in particolare ai suoi protagonisti, gli archeologi. Sono loro – si legge nella motivazione – “che con sacrificio, dedizione, competenze e ricerca scientifica affrontano quotidianamente il loro compito nella doppia veste di studiosi del passato e di professionisti a servizio del territorio”.

Paestum (Salerno) dove sarà consegnato il Premio mondiale per l’Archeologia

Il premio è intitolato proprio a un archeologo, Khaled al-Asaad, che è stato per quarant’anni il direttore degli scavi archeologici di Palmira, chiamata anche la “Sposa del Deserto”, in tempi antichi una delle più importanti città della Siria.
La competizione di quest’anno prevede uno “Special Award” a chi, tra i cinque finalisti, avrà ricevuto il maggior consenso dal grande pubblico nel periodo da luglio al 1 settembre sulla pagina Facebook della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico e da Archeo.

Gli altri finalisti

Oltre agli scavi di Pompei, gli altri candidati in lista per aggiudicarsi il premio sono l’Egitto con Saqqara, la Germania, con la verità sul Disco di Nebra, l’Indonesia per il ritrovamento delle più antiche pitture rupestri al mondo e Israele con le tre stanze riemerse sotto il Muro del Pianto di Gerusalemme. Risalgono a 2000 anni fa.

Saqqara è patrimonio UNESCO e si trova 30 km a sud del Cairo. Qui sono stati ritrovati oltre 100 sarcofagi inviolati e sigillati, al cui interno risiedevano mummie ben conservate.
Il Disco di Nebra, uno dei più importanti ritrovamenti del 1900, è secondo gli studiosi la più vecchia rappresentazione del cielo mai trovata. Risale all’età del bronzo e raffigura su una lastra in metallo con applicazioni in oro fenomeni astronomici e simboli religiosi.

premio mondiale archeologia
Disco di Nebra – Germania @Dbachmann

Silvia Bolognini

 

 

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Tag:  archeologia

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